Jean Dubuffet
Jean Dubuffet, il genio irregolare dell’arte del Novecento, raccontato da una mostra straordinaria.
Comunicato stampa
Jean Dubuffet, il genio irregolare dell’arte del Novecento, convinto sostenitore di un’arte indipendente
da ogni giogo istituzionale e da ogni pensiero precostituito, raccontato da una mostra che ne
indaga la personalità, la ricerca e la straordinaria libertà creativa che lo portò a esprimersi in tutte
le forme d’arte, senza confini né gerarchie. Più di ottanta opere originali - tra litografie, libri d’artista
e incisioni musicali, dall’Art brut alla serie dell’Hourloupe - raccontano la sua poliedrica e originalissima
visione dell’arte.
Jean Dubuffet decise di dedicarsi completamente all’arte nel 1943, all’età di 44 anni. Prima si occupava
della conduzione dell’azienda del padre, commerciante di vini all’ingrosso. L’arte aveva sempre
avuto un ruolo importante nella sua esistenza, ma non era, fino ad allora, riuscita a prevalere sui
doveri professionali ereditati dalla famiglia. Dal 1943 in poi Dubuffet conduce una carriera artistica
folgorante, autonoma, unica, impossibile da inquadrare in un movimento, in una tendenza, in un
linguaggio. Libero, sospettoso verso tutto ciò che è istituzionalizzato, anarchico nel pensiero e nella
creatività, Dubuffet spazia dallo studio dell’espressione artistica dei malati psichici all’indagine della
fantasia infantile, dalla scienza all’emozione sublime di matrice romantica… spazia nelle tecniche,
nei linguaggi, nel pensiero e nella concezione stessa di arte. Padre dell’Art brut ma ben attento
a non restarvi intrappolato, esponente della stagione dell’informale ma non recluso nei suoi confini,
presente nelle collezioni dei musei di tutto il mondo con le opere della serie dell’Hourloupe ma notissimo
anche per lavori di tutt’altro genere… Uno, cento, mille Dubuffet, in costante contraddizione
con se stesso eppure coerentissimo, capace di ripensamenti repentini e sterzate improvvise eppure
fermo nell’integrità di una delle ricerche più profonde e motivate, nella consapevolezza del proprio
nichilismo, di tutto il Novecento.
La mostra allo Spazio heart ripercorre la vita e l’opera di questo straordinario protagonista della
scena artistica mondiale del secondo Novecento, attraverso la sua opera litografica, i suoi preziosissimi
libri d’artista, i suoi scritti, le sue sperimentazioni musicali (tutte forme artistiche a cui
Dubuffet attribuiva pari dignità delle opere pittoriche e scultoree, dedicandovisi attivamente e con
passione): un’esplorazione a tutto tondo sull’artista, il personaggio, il suo pensiero, la sua ricerca,
per andare oltre gli schemi e le etichette, in linea con la più vera natura della sua opera.
In occasione della mostra saranno organizzati incontri, conferenze, performance teatrali e sonore,
laboratori per adulti e bambini ispirati al lavoro e alla ricerca dell’artista.
“Penso che rappresentare il nulla, almeno ciò che non ha nome, l’indeterminato, sia il compito principale
dell’artista. E’ dove la sua azione si esercita allo stato puro”
“L’arte parla alla mente non agli occhi. Così l’hanno sempre concepita le società primitive, e hanno
ragione. L’arte è un linguaggio: uno strumento di conoscenza e uno strumento di comunicazione”
“La spiritualità deve usare il linguaggio della materia. Ciascun materiale possiede un suo linguaggio,
è esso stesso un linguaggio”
“Di solito è correndo sui trampoli che si impara ad andare in bicicletta,
veleggiando sul mare in tempesta che si diventa abili ballerini, e suonando
il flauto che si impara a dipingere” (Jean Dubuffet)