Jean Louis Poveda – Vedute e capricci

Informazioni Evento

Luogo
CALCAGNO ART STUDIO
Campo del Ghetto 2918, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al sabato 10 - 18
lunedì e venerdì 12 - 18

Vernissage
14/04/2012

ore 18

Artisti
Jean Louis Poveda
Generi
arte contemporanea, personale

La sua pittura attinge la forza che la caratterizza da Venezia e dai numerosi viaggi in barca nell’est del Mediterraneo fra cultura, luce e vestigia. E’ il frutto dell’incontro di due mondi: l’immaginario mediterraneo e la poetica del mondo orientale.

Comunicato stampa

Jean Louis Poveda è nato nel 1947 a Mascara, in Africa del Nord.

Dopo aver frequentato la Scuola di Belle Arti di Montpellier e parallelamente alla sua carriera nel cinema e al lavoro come scenografo, ha consacrato la maggior parte del suo tempo alla pittura e all'incisione, spostandosi tra Parigi, Montpellier e il mar Egeo.

La sua pittura attinge la forza che la caratterizza da Venezia e dai numerosi viaggi in barca nell'est del Mediterraneo fra cultura, luce e vestigia. E' il frutto dell'incontro di due mondi: l'immaginario mediterraneo e la poetica del mondo orientale.

Nel cuore del ghetto ebraico di Venezia, presso la galleria Françoise Calcagno Art Studio, Jean Louis Poveda ritorna con una seconda esposizione. Dopo “Le désert – il deserto”del 2007, presenta una suite di dipinti a tempera che sono suggestioni astratte di Venezia, rappresentazioni parzialmente o totalmente immaginarie conosciute con il nome di vedute ideate o capricci secondo l'espressione vasariana. Per Giorgio Vasari, pittore e famoso storico dell'arte del Cinquecento, il termine capriccio fa riferimento agli elementi di fantasia che testimoniano l'originalità di un pittore “strani capricci che egli esprime nella pittura”.

Scrive Gabrielle Testa sull'artista: “I capricci di Poveda sono dei frammenti di immaginario, delle pepite di memoria che non possono essere tradotte in modo letterale. Queste “vedute ideate” sono il riflesso dell'immaginazione felice del pittore che sposa elementi della natura con elementi della finzione per trasportarci con leggerezza fino al limite di un mondo nel quale la realtà si trasforma in sogno.

La morsa del tempo e delle intemperie, il silenzio della laguna, la nostalgia e la solitudine, incarnano la quintessenza di Venezia e, proprio come una musica o delle frasi appaiono e ritornano, questa serie di immagini alla tempera, che uniscono i blu e gli ocra facendo l'occhiolino all'iconografia bizantina, ci trasportano lasciandoci il gusto del mistero”.