Jerico – Fade to Blue
Fade to Blue è la prima mostra personale di Jerico, giovane pittore classe 1992. Nato con i graffiti e conosciuto per i suoi interventi di street art disseminati per i muri della città, Jerico proporrà un corpus di opere malinconiche ed estremamente complesse.
Comunicato stampa
Fade to Blue è la prima mostra personale di Jerico, giovane pittore classe 1992.
Nato con i graffiti e conosciuto per i suoi interventi di street art disseminati per i muri della città, Jerico proporrà un corpus di opere malinconiche ed estremamente complesse.
Da sempre caratterizzata da una fortissima influenza espressionista la pittura di Jerico si mostra per la prima volta in una veste inedita. Parafrasando il pensiero di Francis Bacon, influenza onnipresente nella pittura di Jerico, le opere create per Fade to Blue sembrano il frutto di un tentativo di fare qualcosa piuttosto che non di dire qualcosa.
Nature morte, geometrie accennate ed uccelli cristallizzati nel movimento del volo sono istantanee in bilico fra i blue paintings di Damien Hirst e gli studi di Eadweard Muybidge.
Il colore blu è sempre stato per gli artisti una sorta di totem da trattare con circospezione e rispetto; contrapposto al rosso in una sorta di dualismo taoista in grado di sintetizzare tutto lo spettro delle emozioni umane. Alla spigolosità del rosso si contrappone la rotondità del blu, colore dell’imperscrutabile enigmaticità del cielo e della fredda profondità degli abissi marini. L’infinito è un luogo blu, inventato dall’uomo, fatto di solitudine e silenzio in cui gli esseri umani allungano le mani gli uni verso gli altri senza mai riuscire a toccarsi.
Il lavoro di Jerico si muove alla deriva, con una paletta cromatica che spazia dal cobalto al blu oltremare navigando nelle suggestioni che furono del Picasso di inizio secolo. Trattando la figura con poche pennellate, gestuali e sporche, Jerico traccia su fogli trasparenti di polietilene delle immagini solo accennate che diventano, con il procedere dell’osservazione, terribilmente nitide. Ed ecco che vortici bianchi di olio resi opachi dal contatto con la superficie di mylar, si trasformano nell’occhio dello spettatore in perfetti ritratti di rose.