Jill Mathis – Dreaming of Ingmar Bergman

Informazioni Evento

Luogo
EFFEARTE
via Ausonio 1/A, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì / Venerdì 10-13 / 14-19 | Sabato su appuntamento

Vernissage
17/09/2015

ore 18,30

Artisti
Jill Mathis
Generi
fotografia, personale

La galleria Effearte è lieta di presentare la mostra personale di Jill Mathis con il lavoro inedito Dreaming of Ingmar Bergman.

Comunicato stampa

Milano, 17 Settembre 2015.
La galleria Effearte è lieta di presentare la mostra personale di Jill Mathis con il lavoro inedito Dreaming of Ingmar Bergman.

Il semiologo Ugo Volli ha scritto “I sogni sono sempre eterogenei. Con mattoni tratti dalla vita di ogni giorno, costruiscono forme che alludono ambiguamente alle preoccupazioni, ai desideri, alle frustrazioni del sognante... Sognare è dunque sempre un gesto ambiguo che si riferisce a due realtà insieme, le mescola, le traveste, le combina secondo enigmistiche che restituiscono l’energia e lasciano oscuro il segno.... Forse lo stesso è vero degli artisti che si riferiscono ad opere di altri artisti... foto da film, come ci propone qui Jill Mathis... Ogni rilettura - ogni lettura vera, ogni rifacimento e ogni omaggio - è come una dislettura, un gesto doppio che cattura e respinge, imita e deforma, sfida ed esorcizza i materiali precedenti. Per questa doppia tensione il rapporto fra due artisti in relazione fra loro assomiglia sempre a un sogno”.

Quello di Jill Mathis non è un racconto fotografico del lavoro di Ingmar Bergman, non è questa l’intenzione e non potrebbe mai esserlo. Le sue fotografie sono “il qui e ora”, l’immagine catturata è quella di un istante preciso che segue le impronte del sogno di Bergman e di cui ne racconta una storia propria.
Nelle fotografie, i soggetti sono le parole più che le immagini. La sua è infatti una ricerca etimologica-artistica: le parole hanno un significato preciso e allo stesso tempo creano ambiguità; tendono a concettualizzare le immagini aprendo a livello visivo il mondo di Bergman.
La semantica è centrale: l’artista vuole che le immagini alludano al loro senso ma dicano anche altro, creino quasi delle illusioni, dei sogni.
Il risultato è che lo spettatore ha spesso la sensazione di trovarsi davanti a un rebus.
Sintetizzando, non si poteva non riportare quanto scritto dal critico Roberto Mastroianni: “Bergman è un regista svedese che rende in immagini in movimento concetti esistenziali; Mathis è una fotografa americana che rende in immagini la storia etimologico esistenziale di concetti antropologici. L’incontro è naturale e, visto da entrambe le parti, è una sorta di “giro lungo” che passa dalle immagini per arrivare ai concetti, che passa dalle fotografie (di Jill Mathis) per arrivare ai film (di Ingmar Bergman) o dai film per arrivare alle fotografie.”