Jimmy Rivoltella – La memoria delle particelle elementari
Jimmy Rivoltella, attraverso la tecnica del foto collage, dedica da sempre la sua ricerca artistica alle micro-narrazioni del quotidiano cercando di soddisfare questa “urgenza”.
Comunicato stampa
Tutti i luoghi che abbiamo abitato, tutti i momenti che abbiamo vissuto ci assediano, chiedono di entrare – noi li guardiamo, li evochiamo uno ad uno – da dove? Dove è dovunque e in nessun luogo.
Giorgio Agamben
There are places I remember / All my life though some have changed / Some forever not for better / Some have gone and some remain.
John Lennon, Paul McCartney
Ogni luogo ha la sua storia.
Ogni spazio, con le proprie architetture, richiama alla mente memorie personali, vite passate che un tempo vi dimoravano.
La fotografia, nella sua potenza evocativa, è una testimonianza inderogabile di queste esistenze che un tempo furono il presente, nei propri drammi, nelle proprie complessità e nelle proprie illusioni. Un tempo che non ritorna, ma che è possibile rivivere attraverso i fotogrammi, per scrutare e ispezionare attimi di biografie che, se pur anonime, raccontano di un’urgenza del momento.
Jimmy Rivoltella, attraverso la tecnica del foto collage, dedica da sempre la sua ricerca artistica alle micro-narrazioni del quotidiano cercando di soddisfare questa “urgenza”.
Jimmy ha un particolare interesse per gli oggetti residuali realizzando composizioni d’immagini frammentarie e stranianti. Ama perdersi nello spazio familiare (non solo il suo) nel quale raccoglie fotografie tracciando le traiettorie delle sue derive e con le quali (ri)compone le storie di chi lo attraversa.
Nelle sue opere è fondamentale la relazione con l’archivio.
L’archivio personale e le raccolte affettive di collezioni private diventano strumento d’indagine ed espediente narrativo.
Da sempre, nei suoi lavori, è apparsa chiara l’intenzione di ridiscutere l’immagine fotografica in quanto documento: i soggetti, il punto di vista, le inquadrature. E poi la frenesia del montaggio: una sequenza orientata a rendere le fotografie allusive, ambigue, aperte all’interpretazione e al riconoscimento soggettivo e parziale di ciascuno.
Con questa esposizione Jimmy chiude un ciclo durato dieci anni.
Il custode di questo lungo percorso sarà la nostra memoria.