Joachim Lenz – The benefit of doubt

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Informazioni Evento

Luogo
MATERIA
Via dei Latini 27 , Roma, Italia
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Date
Dal al
Vernissage
18/05/2024
Artisti
Joachim Lenz
Generi
arte contemporanea, personale

Matèria presenta, per la prima volta a Roma, la personale di Joachim Lenz, The benefit of doubt, a cura di Akiko Bernhöft.

Comunicato stampa

Dal 18 maggio Matèria presenta, per la prima volta a Roma, la personale di Joachim Lenz, The benefit of doubt, a cura di Akiko Bernhöft.

Joachim Lenz, classe ‘81, formatosi all'Akademie der Bildenden Künste di Monaco con Sean Scully e Günther Förg, pone al centro del suo lavoro il complesso piacere dell'atto stesso di dipingere. Proprio attraverso il processo Lenz lavora e riflette sulla materia come elemento che aggiunge significato all’opera: applicando diversi strati di colore sulla tela sovrapposti ai motivi già finiti, l’artista restituisce l’impressione che gli oggetti all’interno del quadro siano stati fissati alla superficie pittorica o si siano formati al di fuori di essa. Lo spazio del dipinto fatto di campiture piatte e frammentate e a volte di semplici linee d'orizzonte che suggeriscono vagamente un ambiente, aggiunge un’atmosfera di insolita sospensione al tradizionale svolgimento degli eventi o alla rappresentazione di essi.

L'immaginario del lavoro di Lenz, infatti, appare inconsueto e straniante. Ci troviamo di fronte a oggetti quotidiani e familiari, spesso umanizzati, che compiono azioni anomale.
Bucce di banana che sprofondano nell'abisso, sigarette abbandonate che si consumano, cumuli di mani, un singolo piede nudo disteso, tronchi che cadono e un ceppo d'albero umanoide che fuma una sigaretta. Queste sono le figure che abitano gli spazi del quadro, inerti e introverse, ma anche annoiate e strafottenti.

I protagonisti si precipitano con entusiasmo, si arrendono alla gravità, strisciano, si allungano verso l'alto o restano immobili. I loro corpi oscillano tra autonomia e determinazione esterna, tra agilità e indolenza, oppure mantengono uno stato di riposo dall'aspetto inquietante. I quadri di Joachim Lenz sono pervasi da atmosfere sospese e indefinibili, che alludono a una condizione autodistruttiva, a metà tra il paradosso, l’umorismo e la catastrofe.

Ironia e paradosso si manifestano quando l’artista entra in dialogo con icone classiche della storia dell’arte come le nature morte o ghirlande, pile e cumuli di mani. Da icona della storia dell’arte, benedicenti, generatrici e cariche di significati, qui le mani, spogliate del resto del corpo, moltiplicate in abbondanza, giacciono solennemente, rassegnate al proprio destino in una situazione di dissociazione.

Come scrive la curatrice Akiko Bernhöft nel testo che accompagna la mostra: “Per quanto siano sorprendentemente naturalistiche, le immagini di Joachim Lenz si dirigono sempre verso un'intersezione tra il familiare e l'irreale. Aprono uno spazio che mette alla prova le nostre esperienze visive apparentemente familiari, a volte in modo acutamente cinico e a volte con una strizzatina d'occhio ironica. Perché vale la pena di prendere le distanze dalla realtà in questo modo? Perché, a differenza di una mera riproduzione della realtà, queste immagini esprimono una costituzione psicologica del mondo, con tutte le sue assurdità, gli stati di attesa e la perseveranza interiore. Fumare, sdraiarsi, allungarsi, cadere”.