Joan Fontcuberta – Cultura di polvere

Informazioni Evento

Luogo
ICCD - ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO E LA DOCUMENTAZIONE MIBAC
Via di San Michele, 18 , Roma, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00 (escluso festivi)

Vernissage
04/05/2023

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Joan Fontcuberta
Curatori
Francesca Fabiani
Generi
fotografia, personale
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Apre al pubblico la mostra Cultura di polvere dell’artista catalano Joan Fontcuberta, a cura di Francesca Fabiani, organizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e finanziata grazie al “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Comunicato stampa

Apre al pubblico la mostra Cultura di polvere dell’artista catalano Joan Fontcuberta, a cura di Francesca Fabiani, organizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e finanziata grazie al “PAC2021 - Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
L’inaugurazione si terrà giovedì 4 maggio negli spazi espositivi ICCD di Trastevere a Roma. Alle 18.00, Joan Fontcuberta terrà una lecture sul proprio lavoro, seguiranno visita alla mostra e un drink nel cortile fino alle 21.00.

La mostra presenta 12 light box realizzate da Joan Fontcuberta, tra i più interessanti e seguiti artisti nel panorama della fotografia internazionale, nell’ambito del progetto “ICCD Artisti in residenza”.
Chiamato a dialogare con le straordinarie collezioni storiche dell’Istituto - nato a fine ‘800 come Gabinetto Fotografico per documentare il patrimonio culturale con fini di tutela e catalogazione -, Fontcuberta ha scelto di operare su alcune lastre fotografiche deteriorate, punto di partenza per una serie di sperimentazioni visive e linguistiche.
Come spiega l’autore: «questo lavoro analizza l’agonia materiale della fotografia. La fotografia è un dispositivo di memoria legato alla materia. Il suo deterioramento materiale genera una fotografia paradossalmente “amnesica”, senza più memoria».
I materiali “amnesici” su cui ha lavorato l’artista, se da un lato perdono memoria, dall’altro acquisiscono nuova fisionomia attraverso i tanti segni che il passare del tempo vi ha lasciato: graffi, lacune e, talvolta, batteri e funghi proliferati grazie all’ambiente chimicamente accogliente dell’emulsione di gelatina ai sali d’argento. Nuovi paesaggi che si sommano al soggetto originario della fotografia, visibile in controluce. Attraverso un procedimento di tipo surrealista che consiste nel prelievo/appropriazione di elementi già dati, in questo caso un frammento della lastra, Fontcuberta compie il suo atto creativo, restituendo immagini quasi astratte eppure reali; paesaggi poco plausibili eppure assolutamente non manipolati, presentati attraverso il display delle light box.
In particolare Fontcuberta ha lavorato su una serie di lastre del Fondo Chigi. Rampollo di una delle casate nobiliari più ricche e potenti della storia, il principe Francesco Chigi Albani della Rovere (1881-1953), naturalista e fotografo amatoriale, nel corso delle sue sperimentazioni approda spesso a soluzioni sorprendenti che ben dialogano con l’intelligenza provocatoria e ironica di Fontcuberta.
Un incontro di personalità che dalla polvere d’archivio (evocata dal titolo che rimanda alla celebre opera di Marcel Duchamp e Man Ray del 1920 “Élevage de poussière”) ha prodotto nuove opere in chiave contemporanea.
Secondo Carlo Birrozzi, Direttore ICCD: «il lavoro di Fontcuberta rappresenta una provocazione intelligente che contrappone visioni differenti sul senso profondo della fotografia. La sfida lanciata dal maestro ci permette di raccontare il nostro incessante lavoro che consiste nel prenderci cura quotidianamente di un patrimonio fotografico inestimabile, capace di raccontare la cultura del nostro Paese e le professionalità e l’impegno necessari per preservarlo».
Per la curatrice, Francesca Fabiani, «favorire il dialogo tra gli artisti e le collezioni storiche dell’Istituto si è rivelata ancora una volta una delle più fruttuose modalità per risvegliare questi immensi depositi di immagini e aggiungere nuovi contenuti al patrimonio sedimentato, ricollocandolo nella contemporaneità con nuovi significati. Il portato di queste re-significazioni investe diversi ambiti e genera nuove consapevolezze, suggerendo cambi di prospettiva anche in chi quotidianamente gestisce il patrimonio».

Le opere in mostra, grazie al PAC2021, sono entrate a far parte delle collezioni di fotografia contemporanea dell’ICCD e sono presentate nell’omonimo libro d’artista “Joan Fontcuberta. Cultura di polvere”, edito da Danilo Montanari Editore con testi di Francesca Fabiani, David Campany e Joan Fontcuberta e con la grafica di TomoTomo.
La mostra beneficia della media partnership di Rai Cultura.

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L’ARTISTA | JOAN FONTCUBERTA

Joan Fontcuberta (Barcellona, 1955) è un artista, docente, saggista, curatore e scrittore. Ha realizzato mostre e volumi, tra cui: Il bacio di Giuda. Fotografia e verità (1997); La (foto)camera di Pandora. La fotografi@ dopo la fotografia (2010); La furia delle immagini. Note sulla postfotografia (2016); Contro Barthes. Saggio visivo sull'indice (2023). Ha realizzato mostre personali al MoMA di New York, all’Art Institute di Chicago, alla MEP di Parigi, allo IVAM di Valencia, al London Science Museum, al Museum Angewandte Kunst di Francoforte per citarne alcuni. Le sue opere sono al Metropolitan Museum di New York, al MoMA di San Francisco, al Museum of Fine Arts di Houston, alla National Gallery of Art di Ottawa, al Folkwang Museum di Essen, al Centre Pompidou di Parigi, allo Stedelijk Museum di Amsterdam. In Italia ha realizzato il progetto di arte pubblica Curiosa Meravigliosa per il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia (2022). Nel 1979 ha curato la Conferenza Catalana di Fotografia e nel 1982 ha co-fondato la Primavera fotografica di Barcellona. Nel 1996 è stato direttore artistico del festival Les Rencontres de la Photographie d’Arles e nel 2015 curatore del Mois de la Photo a Montreal. Molti i riconoscimenti tra cui: Medaglia David Octavious Hill dalla Fotografisches Akademie GDL in Germania, 1988; Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres in Francia, 1994; premio UK Year of Photography and Electronic Image Grant Award dall'Arts Council of Great Britain, 1997; Premio Nazionale della Cultura della Generalitat de Catalunya nel 2011, Premio Hasselblad nel 2013; Dottorato Honoris Causa alla Sorbonne Université nel 2022.

LA CURATRICE | FRANCESCA FABIANI

Storica dell’arte contemporanea è coordinatrice dell’Area Fotografia e curatrice dei progetti di fotografia contemporanea dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la documentazione a Roma. Per 15 anni è stata responsabile per la fotografia al MAXXI, avviando la costituzione delle collezioni e curando la programmazione del museo sulla fotografia. Dal 1989 ha curato e/o organizzato mostre presso istituzioni come il MAXXI, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la Biennale di Venezia, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro a Venezia, il Festival di Spoleto, il CIVA di Bruxelles, l’Istituto italiano di Cultura di Parigi, l’Accademia di Francia a Roma-Villa Medici, l’Istituto Moreira Salles di Sao Paulo e Rio de Janeiro, il Centro Culturale Recoleta di Buenos Aires, il Centro RossPhoto a San Pietroburgo, il MMAM di Mosca. Ha curato numerose pubblicazioni e ha fatto parte di giurie e comitati tra cui Photo London; Prix Carmignac a Parigi; Prix Pictet, London; Visible White Photo Prize; Premio Fondazione Fotografia, Modena; Premio Internazionale Gabriele Basilico, Milano. È invitata come lettrice di portfolio in festival come Les Rencontres de la Photographie d’Arles o il SiFEST a Savignano. Insegna a Fondazione Modena Arti Visive ed è membro del Consiglio Direttivo della SISF_Società Italiana per lo Studio della Fotografia.