Joan Miró opere grafiche 1948-1971 / In viaggio con Enrica
Due esposizioni: Joan Miró opere grafiche 1948-1971, la mostra dell’estate dedicata a un grande artista del XX secolo e “In viaggio con Enrica” – nell’ambito delle celebrazioni dantesche, l’esposizione del giovane pesarese Michael Bardeggia tratte dal suo albo illustrato “Dante, il mi’ babbo” (Arka edizioni 2020).
Comunicato stampa
MOSTRA “Joan Miró opere grafiche 1948 -1971”
Venerdì 9 luglio inaugura ai Musei Civici “Joan Mirò opere grafiche 1948 -1971”, la mostra dell’estate dedicata ad uno dei più grandi maestri del XX secolo.
COMUNICATO STAMPA
A Palazzo Mosca – Musei Civici arriva la mostra dell’estate: “Joan Miró opere grafiche 1948 -1971” dedicata ad uno dei più grandi maestri del XX secolo.
L’esposizione, organizzata dal Comune di Pesaro – Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo, in collaborazione con The Art Co., inaugura al pubblico venerdì 9 luglio alle ore 20 e sarà aperta fino al 3 ottobre.
Artista surrealista a tutto tondo, Joan Miró (Barcellona 1893 - Palma di Maiorca 1983) è pittore e scultore ma trova nelle tecniche grafiche il medium ideale per manifestare gli aspetti più inattesi del suo modo di intendere l’arte e la vita; la mostra lo documenta presentando quattro importanti serie, tra le più significative nella sua vasta produzione: “Parler seul” (1948-50), “Quelques Fleurs pour des Amis” (1964), “Ubu Roi” (1966) e “Le Lézard aux plumes d’or” (1971).
La carta è per l’artista catalano un mezzo particolarmente adatto a creare immagini e composizioni con inusuale libertà espressiva, dove i segni, i colori, le superfici e le luci sfruttano i materiali e le peculiarità di ogni tecnica incisoria. Miró cambia inoltre le modalità del rapporto tra l’artista visivo, generalmente chiamato ad illustrare un testo, e lo scrittore, inaugurando una modalità inedita in cui il pittore partecipa alle emozioni del poeta e le interpreta attraverso la propria arte. Non una illustrazione, dunque, ma un percorso artistico complementare al pensiero poetico.
Tra i primi libri d’artista, la serie grafica “Parler seul” viene presentata nel 1950 ed è il frutto della collaborazione tra Miró e l’editore Aimé Maeght che aveva messo a sua disposizione i torchi di Fernand Mourlot, il miglior stampatore parigino dell’epoca. Ispirate al testo scritto nel 1945 dal poeta rumeno Tristan Tzara nell’ospedale psichiatrico di Saint-Alban, le litografie nascono come una sorta di dialogo interattivo tra parola e immagine, arrivando a creare una delle prime opere verbo-visive.
Intimo racconto dedicato ai personaggi del mondo dell’arte che hanno fatto parte della vita di Mirò, è poi l’album “Quelques Fleurs pour des Amis”, edito nel 1964 con prefazione di Eugène Ionesco. Ogni litografia presenta il loro fiore ideale o le loro peculiarità caratteriali ed esistenziali non visibili. Il senso dei Fleurs è dunque gratitudine, amore e ammirazione per amici artisti come Max Ernst, Nina Kandinsky, Henry Matisse, Fernand Mourlot, Marlene Dietricht, ma anche editori e mecenati come i coniugi Maeght.
Non poteva mancare in mostra “Ubu roi” del 1966; probabilmente la serie più interessante dell’intero corpus di opere grafiche dell’artista che si rapporta con un testo teatrale di Alfred Jarry, edito nel 1896 (un’opera anticipatrice di molti degli elementi che saranno alla base del Surrealismo e del Teatro dell’Assurdo).
Primo capitolo del “ciclo di Ubu” - seguiranno altre due serie: “Ubu aux Baléares” del 1971 e “L’Enfance d’Ubu” del 1975 - “Ubu roi” è una parodia del Macbeth di Shakespeare con riferimenti anche a Re Lear e l’Amleto, alla tragedia sofoclea dell’Edipo Re, all’opera di Rebelais (Pantagruel e Gargantua) fino al Pinocchio di Collodi. Ubu, personaggio parodistico e grottesco, è dispotico, capriccioso e possiede un umorismo grossolano, caratteristiche che ne fanno il prototipo del dittatore del Novecento. Miró lo associa alla figura del despota in patria: Francisco Franco.
Ma c’è anche Miró illustratore di sé stesso. Rispetto ad altri surrealisti come Ernst, Dalí e Magritte, l’artista catalano si è confrontato più raramente con la parola scritta, ma i suoi “Jeux poétiques” apparsi nel 1946 sui “Cahiers d’Art” costituiscono un’eccezione e verranno ripresi a partire dal 1963 e in parte rielaborati nel volume illustrato “Le Lézard aux plumes d’or”, presentato nel 1971.
Il titolo evoca una lucertola dalle piume d’oro, creatura fantastica che attraverso stilizzazioni sempre diverse, emerge dall’opera con uno sguardo o un movimento per poi perdersi di nuovo nella tessitura del colore e delle linee.
L’utilizzo di diversi registri espressivi, dal marcato grafismo messo in risalto dall’assenza di colore, come dalla combinazione e alternanza di superfici nere, verdi, rosse, blu e gialle, fanno di questa serie una piccola antologia dell’opera di Miró e testimoniano il processo di continua trasformazione della sua poetica.
MOSTRA Michael Bardeggia “In viaggio con Enrica”
Nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, venerdì 9 luglio inaugura a Palazzo Mosca – Musei Civici la mostra personale del giovane artista pesarese Michael Bardeggia dal titolo “In viaggio con Enrica”, tratta dal suo albo illustrato “Dante, il mi’ babbo” (Arka edizioni 2020).
COMUNICATO STAMPA
In contemporanea alla mostra dell’estate dedicata a Joan Miró, Palazzo Mosca – Musei Civici ospita l’esposizione personale del giovane artista pesarese Michael Bardeggia dal titolo “In viaggio con Enrica”, con trenta illustrazioni tratte dal suo albo illustrato “Dante, il mi’ babbo” edito da Arka edizioni nel 2020.
Organizzata dal Comune di Pesaro – Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo, nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, la mostra inaugura al pubblico venerdì 9 luglio alle ore 20 al piano terra dei Musei e sarà visitabile fino al 3 ottobre.
Le illustrazioni di Bardeggia, giovane talento che ha già ottenuto riconoscimenti nazionali ed internazionali, nascono da una ricerca storica e letteraria sui personaggi dell’epoca trecentesca: da Giovanni Boccaccio, a Guido Cavalcanti fino ad arrivare a Dante Alighieri, alla sua vita, la sua Firenze e la Divina Commedia, ma non solo; l’artista si confronta anche con la storia della Grecia classica, la mitologia, fino a giungere allo studio dell’utilizzo del colore nel periodo medievale, in particolare quello di Giotto, così vicino alla nostra modernità.
Nasce da qui il suo mondo “immaginario” che attraverso le illustrazioni colloca il lettore in una sorta di tempo sospeso, di tempo lento, nel quale lo sguardo ha la necessità e il naturale bisogno di soffermarsi per dare quel significato alle immagini che spesso non è né immediato né su un solo piano.
Tra metafore e simboli (come i palchi del cervo a rappresentare la rinascita), in una sorta di ciclicità della vita, la narrazione si sviluppa attraverso gli occhi puri e veri di una bambina, Enrica, che ha dentro di sé un vuoto da colmare; come è giusto che sia, spera di rivedere, un giorno, suo padre per rivivere quell’abbraccio mancato, quel tempo insieme ormai lontano. Ma i suoi ricordi si incontrano e si intrecciano con quelli di una monaca che ha vissuto quello stesso profondo dolore, una donna che l’accoglie e la rassicura, raccontandole a suo modo un Viaggio molto speciale, quello vissuto da suo padre che altri non è che Dante Alighieri.
Michael Bardeggia è nato a Pesaro nel 1993. Si interessa all’arte sin da bambino e crescendo ha indirizzato i suoi studi verso la passione per l’illustrazione e l’incisione. È diplomato al Liceo artistico Mengaroni di Pesaro, indirizzo “Grafica”, e laureato con il massimo dei voti in “Edizioni ed Illustrazione per la Grafica d’Arte” all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Con i suoi lavori ottiene subito successo: selezionato al concorso “I Colori del Sacro - Il Viaggio” del Museo Diocesano di Padova (2014); menzionato alla mostra “Rose nell’insalata: omaggio a Bruno Munari” al Family Palace del Lucca Comics&Games Heroes (2017); vincitore al concorso Inchiostro Festival di Alessandria “Lustro” (2018); nel 2020 collabora alla 37° Mostra Internazionale d’Illustrazione alla Fondazione Štěpán Zavřel di Sarmede, dove espone dodici opere nella sezione “Mostra ti mostro”, partecipa alla mostra della Bologna Children’s Book Fair 57° edizione ed è tra i 50 finalisti della Golden Pinwheel young illustrators competition di China Shanghai International Children’s Book Fair; attualmente è presente alla 3° edizione de “L’illustrazione per ragazzi: Eccellenze italiane” alla Bologna Children’s Book Fair - a cura dalla Giannino Stoppani/Accademia Drosselmeier - e alla Mostra Internazionale d’illustrazione di Tapirulan di Cremona.
Non mancano importanti pubblicazioni: “Racconti Scandinavi” Aurelia Edizioni 2018; la copertina della rivista “Leggere:Tutti” sezione Junior, ottobre 2019; con Arka edizioni, il primo albo illustrato “Il meraviglioso mago di Oz” nel 2019 e il successivo “Dante, il mi’ babbo” nel 2020.