Joana Corona – Per il letto del fiume

Informazioni Evento

Luogo
MUGA - MULTIMEDIA GALLERY
Via Giulia 108/109 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lu-ve 10-13 | 15-18

Vernissage
16/01/2014

ore 19

Contatti
Email: china@chinapressoffice.it
Artisti
Joana Corona
Curatori
Giorgia Borrello, Donato di Pelino
Generi
fotografia, arte contemporanea, personale, new media

Artista brasiliana che spazia dalla fotografia al video, dall’installazione alla scrittura, Joana Corona fa della complessità e polisemia dei giochi linguistici un tratto caratteristico della sua ricerca che spesso va ad indagare il rapporto tra parola e immagine, tra letteratura, filosofia e arte visuale.

Comunicato stampa

La MuGa Multimedia Gallery è lieta di presentare la prima personale italiana di Joana Corona (1982).

Artista brasiliana che spazia dalla fotografia al video, dall’installazione alla scrittura, Joana Corona fa della complessità e polisemia dei giochi linguistici un tratto caratteristico della sua ricerca che spesso va ad indagare il rapporto tra parola e immagine, tra letteratura, filosofia e arte visuale.
I lavori inediti proposti per MuGa aprono nuovi interrogativi nella sua ricerca e allo stesso tempo si inseriscono in un campo di investigazione che è già stato esplorato dall’autrice.

Per il letto del fiume è un progetto sviluppatosi in seguito ad un lungo soggiorno in Italia e in particolare a Roma, dove sono state realizzate le fotografie e i video. A fare da scenario a questa ricerca sono le acque del Tevere, “letto” simbolico nel quale si svolge un esperimento poetico, - un’azione performativa - che verte sul concetto di lettura come perdita, come mancanza, come impossibilità insita nella lettura stessa data dai limiti del linguaggio, in un gioco tra l’attesa e l’oblio, e tra la tensione inesauribile che lega il detto e il non detto. A fare da guida in questa indagine concettuale, il romanzo teoretico del filosofo e scrittore francese Maurice Blanchot: “L’attente, L’oubli”. Fotografie e videoinstallazioni agiscono su due dimensioni temporali differenti: quella sospesa degli scatti e quella fuggevole dei video, la dimensione lenta dell’attesa e quella violenta della scomparsa.

Una messa in questione del dato – il libro come oggetto - per far emergere nel naufragio il possibile: << I problemi apparsi da questi lavori inediti indicano nuove questioni e al tempo stesso fanno parte di un campo di investigazione che è già stato esplorato dall’artista nel suo percorso, il quale si fa nella tensione tra parola e immagine, e tra l’immaginario letterario e filosofico. In questo caso usa il libro come materia/corpo/oggetto. La poetica, fluida così come un fiume, è di un quasi abbandono e di una certa impossibilità di lettura. >> (Valentina Piccinni)