João Freitas – Isolated moments
In mostra una serie di opere che seguono con coerenza la ricerca dell’artista incentrata sull’uso di materiali estratti dai contesti abituali e proiettati verso una loro alternativa, reale, valenza estetica e concettuale.
Comunicato stampa
La galleria FuoriCampo inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra “Isolated Moments” la seconda personale di João Freitas (Coimbra, PT, 1989). In mostra una serie di opere che seguono con coerenza la ricerca dell'artista incentrata sull'uso di materiali estratti dai contesti abituali e proiettati verso una loro alternativa, reale, valenza estetica e concettuale.
Materiali che spesso vengono sottoposti a interventi di invecchiamento, manipolazione o scarnificazione, come a volerne individuare l'originaria drammatica universalità che il fine utilitaristico dell'oggetto nasconde, fino a cogliere in essi una immagine sospesa tra ricordo e desiderio. Una poetica che si manifesta nella memoria del materiale, a partire dalle sue caratteristiche, nel risultato – o nel residuo - di una trasformazione che porta in superficie la struttura della materia di cui la figura è solo un riflesso transitorio, mutevole come la forma.
I lavori esposti si arricchiscono di una riflessione originata dall'incontro con la natura nella sua coniugazione di creante, deterministico ma casuale. Un dialogo intimo che ricerca una corrispondenza effettiva tra la materia e la variabile che muove l'atto ed il divenire, sospesa tra volontà ed accidente.
Il bisogno di dare una forma all'esistente si arresta di fronte alla consapevolezza di uno sguardo che determina in parte la percezione dell'oggetto. Tuttavia la forma è solo - e la sola - occorrenza della materia. L'immagine sembra quasi il prodotto di scarto di un processo in cui l'elaborazione del metodo segue la misura del tempo biologico e del tempo interiore.
Una convinzione che emerge chiara nell'opera Notes on Comacina, realizzata durante la residenza trascorsa sull'omonima isola del Lago di Como, in cui “l'intento di creare un disegno/ritratto "sincero" della natura e del momento” costringe a rinunciare alla “percezione che influenza il disegno”.
Ogni raffigurazione tradisce, perché svela, la distanza fra natura ed artificio. L'atto creativo è il principio del mutamento come causa di sé. Il gesto artistico sta nel cogliere il fluire della realtà e tutto quello che gli è passato davanti come occasione o necessità. La volontà di allontanarsi sia dall'immagine come elemento passivo del procedimento sia dall'autorialità come compromesso con la materia - avviata a intraprendere il suo percorso autonomo - restituisce opere che sembrano momenti di un ciclo non concluso, ma inevitabile.
I mattoncini di schiuma sintetica “utilizzata comunemente per le composizioni floreali che decorano le tombe nei cimiteri” sono destinati al naturale deperimento e consunzione, “rivelando progressivamente i segni che il tempo e l'uso hanno lasciato su di essi” cosicché “ogni singolo mattone assumerà una massa, un volume e un'altezza diversi”.
Galleria FuoriCampo
Via Salicotto 1,3
53100 Siena, Italy
www.galleriafuoricampo.com
[email protected]
Isolated Moments
João Freitas
Opening 15 September h 7 p.m.
15 September 2018 – 5 November 2018
The FuoriCampo gallery opens the new season with the exhibition "Isolated Moments", the second solo show of João Freitas (Coimbra, PT, 1989). The exhibition presents a series of works that coherently follow the artist's research focused on the use of materials extracted from the usual contexts and projected towards their alternative, tangible, aesthetic and conceptual value.
Materials that are often subjected to interventions of aging, manipulation or stripping, as if to identify the original dramatic universality that the utilitarian purpose of the object hides, to capture in them an image suspended between memory and desire. A poetics that manifests itself in the memory of the material, starting from its own characteristics, in the result - or in the residue - of a transformation that brings to the surface the structure of the material of which the figure is only a transitory reflection, as changeable as the form.
The works on show are enriched by a reflection originating from the encounter with nature in its conjugation of creator, deterministic but casual. An intimate dialogue that seeks an effective correspondence between matter and the variable that moves the act and the becoming, suspended between will and accident.
The need to give a form to the existing stops in front of the awareness of a look that partly determines the perception of the object. However, the form is only - and only - the occurrence of matter. The image almost seems to be the waste product of a process in which the elaboration of the method follows the measure of biological and inner time.
A conviction that emerges clearly in the work Notes of Comacina, realized during the residence spent on the homonymous island of Lake Como, in which "the intent to create a "sincere”drawing/portrait of nature and the moment" forces us to renounce the "perception that influences the drawing".
Each representation betrays, because it reveals, the distance between nature and artifice. The creative act is the principle of change as the cause of oneself. The artistic gesture lies in grasping the flow of reality and all that has passed before him as an opportunity or necessity. The desire to move away from the image as a passive element of the process and from the authoritativeness as a compromise with the material - started to undertake its own path - returns works that seem to be moments of a cycle not concluded, but inevitable.
The synthetic foam bricks "commonly used for the floral compositions that decorate the tombs in the cemeteries" are destined for natural deterioration and consumption, "progressively revealing the signs that time and use have left on them" so that "every single brick will assume a different mass, volume and height".