Joe Clark – Shallow Pool
Clark suggerisce come l’immagine contemporanea sia come una “Shallow Pool” (piscina d’acqua bassa) che, con la sua superficie cristallina dà un’apparenza di profondità, ma che, quando ci si immerge, a stento copre i piedi; quanto più la sua superficie è toccante ed attraente tanto più è fuorviante e maliziosa.
Comunicato stampa
Inaugura mercoledì 15 aprile presso la Galleria Mario Iannelli Shallow Pool. In occasione di questa sua prima personale italiana l'artista inglese Joe Clark (1982 Regno Unito, vive e lavora fra Londra e Berlino) espone una selezione di opere fotografiche degli ultimi due anni e presenta il video Asset Management #7 (2015). Joe Clark compie una riflessione su come il potenziamento tecnologico dell'immagine origini un risultato che è contemporaneamente seducente e alienante, ambiguo ed ingannevole.
Clark suggerisce come l'immagine contemporanea sia come una "Shallow Pool" (piscina d’acqua bassa) che, con la sua superficie cristallina dà un’apparenza di profondità, ma che, quando ci si immerge, a stento copre i piedi; quanto più la sua superficie è toccante ed attraente tanto più è fuorviante e maliziosa.
Il titolo della mostra deriva dall’opera del 2012 Shallow Pool, appunto, un assemblaggio di tre fotografie che si sovrappongono parzialmente componendo nella parte centrale un triangolo con la punta rivolta in basso, che si staglia sulla prospettiva ribaltata dell'immagine di un cielo, una composizione di tre stampe lucide di grande formato che invita lo spettatore ad avere una relazione fisica con l'immagine.
Clark non pone in contrapposizione la produzione su film con quella digitale, non mette in opposizione digitale e analogico. In molti sui lavori, inclusi quelli esposti in mostra, quello che vuole focalizzare è come attualmente ad un massimo di fascinazione corrisponde un massimo di equivocità. Egli spesso rende manualmente, analogicamente, ciò che normalmente viene originato all’interno di uno spazio digitale. Un gesto corporeo o un intervento che può essere fatto con il computer, viene invece creato manualmente, con un intervento fisico nel mondo reale.
Nelle due serie fotografiche dal titolo Poly e Frames Clark ha riprodotto analogicamente i processi digitali dei software di grafica 3D e nel video Asset Management #7 ha ricreato l'estetica degli effetti atmosferici elaborati in CGI (Computer-Generated Imagery) attraverso la creazione di un apparato nel proprio studio che sostituisce l’apparato elettronico del computer.
Nelle opere Seagrass è il vero cielo, appiattito in gradienti di colore e trattato come un semplice motivo di una composizione pittorica, di materia vegetale su un livello simile a Photoshop, legato al luogo e all'ora del clic dell'otturatore piuttosto che allo spazio infinitamente riconfigurabile del computer. La superficie ermetica della fotografia è in qualche modo decifrata e siamo posti di fronte non ad una finestra, ma ad una superficie su cui le nostre astrazioni mentali vanno a proiettarsi.
Joe Clark - 1982, Regno Unito. vive e lavora fra Londra e Berlino.
Solo Exhibitions (selezione): Polychroming, Centrum, Berlin, GE; Every song the same, Workplace Londra, GB (2014), Art Rotterdam, New Art Section (XPO Gallery), PB; Shimmer, XPO Gallery, Parigi, FR (2012), Screen test (for a hero shot), Workplace Gallery, Gateshead, GB (2012).
Group Exhibitions (selezione): Art LA Contemporary (Workplace Gallery), LA, USA (2014), Double Blind, 4 Windmill Street, Londra, GB (2014), Now Showing, Carroll / Fletcher, Londra, GB (2014); SUMMM, Norman Rea Gallery, York University, GB (2013), 9ways to say its over, 20 Farringdon street, Londra, GB (2013), Be Like Water, Workplace Gallery, Gateshead, GB (2013), Uncle Vern's Dog, Galley North, Newcastle, GB (2013), Dallas Art Fair, Dallas (Workplace Gallery), USA (2013); Higher Atlas, Marrakech Biennale 4, Marrakech, MA (2012), Instinct for the Actual, Cold Harbour London, Londra, GB (2011), Fired Up, The Old Dairy, Londra, GB (2011).