John e India Evans – Somewhere over the rainbow
La terza mostra del format Affittasi/Vendesi – stavolta nel cuore di Roma, a due passi da Piazza Navona – sarà una doppia personale di due artisti newyorkesi: John e India Evans (padre e figlia).
Comunicato stampa
La terza mostra del mio format Affittasi/Vendesi - stavolta nel cuore di Roma, a due passi da Piazza Navona - sarà una doppia personale di due artisti newyorkesi: John e India Evans (padre e figlia).
India Evans (nata a New York nel 1978 dove vive e lavora, e diplomata in Belle Arti all’American University di Washington DC) ritorna in Italia con i suoi lavori recenti a distanza di 9 anni dalla sua personale a via della Vetrina, ai tempi della mia galleria.
Estremamente raffinata, altamente femminile, con fare a tratti surrealista e di sapore anni ’30, la sua arte esplora intuitivamente i vari passaggi della coscienza femminile, esaminandone il corpo, i ruoli sociali, la sua relazione con entrambi i sessi, il suo legame indissolubile con la natura e con la sessualità in generale. Attraverso un processo di riutilizzo degli oggetti, che avviene in modo puramente istintivo, intimo e viscerale - come se venisse filtrato a livello subconscio - la Evans ricicla e sovrappone oggetti vari temporaneamente dimenticati e senza valore apparente (una sorta di ‘vocabolario di sentimenti’, perché ogni oggetto porta inevitabilmente con sé una sensazione, un passato, dei ricordi) per dar loro un nuovo significato ed inserirli in una nuova sfera di reminiscenza.
Le opere di John Evans(1932-2012), definito da Art in America “uno dei pilastri del collage americano”, verranno invece presentate in Italia per la prima volta.
Per un arco di tempo lungo quarant'anni John Evans (nato a Sioux Falls, ma cresciuto a Los Angeles) ha creato un ampissimo e straordinario corpus di opere - di sapore pop e pregne della cultura beat newyorkese in cui visse - documentando le innumerevoli fasi sociali degli Stati Uniti e del mondo. Dal 1963, anno in cui si trasferì a New York dopo essersi laureato all’Art Institute di Chicago, John Evans decise di concentrarsi prevalentemente su lavori di piccole dimensioni (A4) producendo fino al 2000, in maniera metodica e quotidiana, un collage al giorno (realizzati con scarti cartacei recuperati in giro per la città - dai biglietti della metro, ai ritagli di giornali, alle etichette dei vini…) che a fine mese inseriva in un raccoglitore fungente da diario. Allo scadere del millennio smise la produzione quotidiana dei collages per dedicarsi fino al 2007 alla serie delle “Bottles” (bottiglie in vetro di varie dimensioni riempite con oggetti vari recuperati per strada). Dal 2007 al 2012 (anno della sua morte) riprese a far collages (non più quotidianamente e di dimensioni varie) e ricominciò anche a lavorare su grandi tele.
Ragionando con India sulla possibilità di organizzare per la prima volta in Italia una mostra del padre ho deciso di presentare i lavori di entrambi in una doppia personale. Un modo per far continuare a vivere e ad esistere il fortissimo legame affettivo che li legava, rafforzato senz’altro dalla comune passione per il collage.
Partendo dal collage di John Evans datato 1 luglio 1978 (data di nascita di India e Honor - sua sorella gemella) la mostra sarà strutturata come un vero e proprio percorso di elaborazione del lutto che approderà alle due grandi tele “realizzate” a 4 mani (iniziate da John prima di morire e finite da India).
Oltre la morte e i confini dello spazio e del tempo, una mostra pensata per tessere, attraverso i lavori esposti, le trame di un dialogo immaginario che continua ancor oggi tra i due. Da qui, la scelta del titolo della nota canzone di Harold Arlen cantata da Judy Garland nel Mago di Oz “Somewhere over the rainbow” che mi e venuto in mente durante una conversazione telefonica notturna con India, per poi scoprire che era sempre stata la canzone preferita di John, che amava cantare al nipotino appena nato poco prima di morire.
Un insolita mostra per vedere la produzione recente di India Evans e per scoprire i lavori del padre, John Evans, protagonista di grande rilievo nella storia del collage americano, mai esposto prima nel nostro paese.