John Henderson – The man I wanted to marry
L’autocoscienza è alla base di gran parte del lavoro di Henderson, che sembra inseguire non solo le strutture cardine della storia dell’arte ma anche le azioni che lui stesso compie all’interno del suo studio. Nell’intera mostra, sia che si tratti di pittura, scultura, fotografia o video, Henderson compie un’analisi retrospettiva, assumendo una posizione dove ogni nuova espressione è legata ad un’altra precedente.
Comunicato stampa
Per la sua prima personale presso la sede napoletana della T293, John Henderson presenta una selezione di lavori che riconfigurano e prendono in considerazione vari momenti della storia dell’arte insieme ad alcuni precedenti della sua stessa pratica artistica. L’autocoscienza è alla base di gran parte del lavoro di Henderson, che sembra inseguire non solo le strutture cardine della storia dell’arte ma anche le azioni che lui stesso compie all’interno del suo studio. La diretta fisicità delle performances in studio di Henderson si rifrange in oggetti muti e in immagini che elaborano e mettono in discussione questioni legate alla proprietà intellettuale, all’originalità e alla riproducibilità.
Fanno parte della mostra alcuni lavori tratti da una serie di fusioni in metallo di dipinti, veri e propri surrogati scultorei degli originali di Henderson, riprodotti in bronzo ed alluminio grazie alla tecnica della fusione a cera persa. I dipinti originali vengono poi distrutti e le repliche in metallo restano come una sorta di documentazione o traccia visiva. Una nuova serie di lavori in mostra dal titolo ‘Recasts’, è invece composta da gruppi di pannelli dipinti che fanno eco alla metallica lucentezza dei calchi, un po’ come se si trattasse di versioni false o contraffatte degli stessi calchi. Sospesi in strette griglie verticali, i singoli dipinti divisi in gruppi cedono a una serialità scultorea e ad un’irreggimentazione minimalista che spinge le qualità peculiari di ogni pannello in un unico campo espressivo.
‘Backdrop, Flipped and Cornered’, il lavoro in mostra di più ampie dimensioni, è un fondale in stoffa su cui è stampata in digitale un’immagine fotografica ispirata al video di Henderson ‘Cleanings’ in cui l’artista è ripreso mentre lava un angolo di pavimento del suo studio. Non si tratta di un vero fotogramma del video, ma piuttosto di una rimessa in scena. Henderson è di nuovo ritratto con uno spazzolone in mano, tuttavia l’orientamento dell’immagine è cambiato: il fondale è appeso al contrario e l’azione pittorica, nel video rivolta al pavimento, è ora relegata al soffitto. Due video e un gruppo di fotografie in bianco e nero utilizzano ugualmente lo studio come palcoscenico e scenografia all’interno della quale l’attività di Henderson diventa una performance reinterpretata attraverso una lente critica.
Nell’intera mostra, sia che si tratti di pittura, scultura, fotografia o video, Henderson compie un’analisi retrospettiva, assumendo una posizione dove ogni nuova espressione è legata ad un’altra precedente.
John Henderson (nato nel 1984) attualmente vive e lavora a Chicago. Tra le più recenti personali vanno segnalate una mostra al Museum of Contemporary Art di Chicago, ed una presentazione ad abc – Art Berlin Contemporary.
John Henderson
‘The man I wanted to marry before I found out about sex’
October 28th – December 22nd
Opening, Friday October 28th, h 19
T293, via Tribunali 293, Naples
T: +39 081 295882
www.t293.it, [email protected]
For his first exhibition with T293, John Henderson will present a selection of works that consider and reconfigure the precedents of various art historical moments as well as the precedents of his own recent work. There is a self-conscious foundation to much of the work as it becomes clear that Henderson is not only shadowing art historical structures but also his own movements in the studio. The direct physicality of Henderson’s studio performances are refracted into muted objects and images that call into question or frame notions of authorship, originality and reproducibility.
Included in the exhibition are works from an ongoing series of cast metal paintings. Using a lost-wax casting technique, sculptural surrogates of Henderson’s original paintings are created in bronze and aluminum. The original ‘mother’ paintings are destroyed and the cast replicas can be seen as a kind of documentation or leftover images. A new series of works also on view, entitled Recasts, are groups of painted panels, faux-finished to echo the metallic sheen of the casts, much like fake versions or knock-offs. Hung in tight vertical grids, the individual paintings in these groups submit to a sculptural seriality, a minimalist regimentation that suggests that the unique qualities of each panel are flattened into a single field of expression.
The largest work in the exhibition, Backdrop, Flipped and Cornered, is a fabric backdrop digitally printed with a photographic image inspired by Henderson’s video Cleanings, where the artist is featured mopping the floor in the corner of his studio. The image on the backdrop is not an actual still from the video, but rather a restaged likeness. Henderson is again pictured mop in hand, except this time the orientation is off, the backdrop is hung upside down—the painterly action, grounded on the floor in the video, is now relegated to the ‘ceiling’. Two videos and a group of black-and-white photographs also approach the studio as a stage or backdrop where Henderson’s studio activities become performances reinterpreted through a critical lens.
Throughout the exhibition – whether working through painting, sculpture, photography or video – Henderson positions himself at a point of retrospection, a position where each new expression is tied to another’s precedent.
John Henderson (American, b. 1984) is currently based in Chicago. Recent solo projects include an exhibition at the Museum of Contemporary Art, Chicago, and a presentation at abc – Art Berlin Contemporary.