John Isaacs – Archipelago
“Archipelago – from a distance you look smaller but I know that you are there”, la prima mostra personale dell’artista britannico John Isaacs nella nuova Galleria di Foro Buonaparte, a cura di Pierre Yves Desaive.
Comunicato stampa
Parte integrante della YBA – Young British Art - agli esordi, e oggi collezionato da Charles Saatchi, Damien Hirst, Cindy Sherman e Jonas Burgert tra gli altri, John Isaacs (Lancaster, 1968) è protagonista della mostra che si rivela il progetto unico consistente in tre elementi: una scultura (in ceramica, gomma lacca, resina epossidica e foglia oro 23 carati), un neon e una fotografia, tutti realizzati appositamente per l’esposizione milanese.
Da segnalare che John Isaacs – già impegnato in una mostra nella Galleria Poggiali di Pietrasanta durante l’estate 2017 – in questo mese di aprile è presente anche in una collettiva a Palazzo del Governatore di Parma, nonché alla terza edizione della celebre rassegna “Ngorongoro” a Berlino, della quale è uno degli iniziatori e curatori.
Commissario per l’arte contemporanea al Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique a Bruxelles e presidente dei critici d’arte del Belgio, il curatore della mostra di Isaacs nella Galleria Poggiali di Milano Pierre Yves Desaive sottolinea come questo progetto risolva l’apparentemente impossibile necessità di conciliare i bisogni di un individuo rispetto all’onere schiacciante dell’umanità, e allude alle storiche e precarie interconnessioni delle nostre vite. Il lavoro di John Isaacs produce modalità alterate di percezione della storia, approcciando materiali che dichiarino il loro tempo, cosicché l’artista trasforma passato e novità in categorie ambigue.
Per l’occasione sarà realizzato un catalogo della mostra che recherà il testo del curatore; la mostra sarà visibile tutti i giorni (domenica e lunedì esclusi) dalle 10 alle 13.30 e dalle 15 alle 19.30, fino a venerdì 29 giugno, con ingresso libero.
LA MOSTRA
La scultura in mostra ha la forma di una benna di una ruspa a grandezza naturale che ha però l’apparenza di un relitto, ed essenzialmente rappresenta un sistema di credenze generato dalla sua stessa immagine, quindi la pala sembra essere stata un oggetto di culto di una cultura lontana.
Il neon (che reca la scritta parte integrante del titolo della mostra, from a distance you loook smaller but I know that you are there) coerentemente con questo atteggiamento che mette in collisione e contatto le categorie del passato e della novità, è una sorta di graffito in luce, il cui riferimento ad artisti come Merz e Nauman è esclusivamente riferibile al contenente.
Infine la fotografia (intitolata a perfect soul) ha come soggetto la moglie e la figlia dell’artista e intende riportare la narrativa della famiglia, dell’amore, del ciclo delle generazioni, della maternità, del mito e dei cicli della vita.
LE “TAPPE” DI ISAACS
Nell’ultraventennale carriera artistica di John Isaacs, sono numerose le “tappe” che vanno ricordate: come la Young British Artists VI, The Saatchi Gallery, London (1996); Spectacular Bodies, The Hayward Gallery, London (2000); Disasters of War, KW, Berlin (2000); Minimal Maximal, Museum of Modern Art, Kyoto (2001); Melodrama, Centro Museo Vasco de Arte Contemporáneo, Vitoria-Gasteiz and Palacio de los Condes de Gabia/Centro José Guerrero, Granada (2002); and MARCO, Vigo (2003); Melodrama, MARCO, Vigo (2003); Mike Kelly’s The Uncanny, Tate Liverpool (2004); Les Grande Spectacle, Museum der Moderne, Salzburg (2004); In the darkest hour there may be light, The Serpentine Gallery, London (2007); Rockers Island: The Olbricht Collection, Museum Folkwang Essen (2007); Paul Thek in the context of contemporary art, ZKM, Karlsruhe (2007); Dream Time, Les Abattoirs, Musée d’art moderne et contemporain, Toulouse (2009); Freedom not Genius, Works from Damien Hirst’s Murderme Collection, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Turin (2012); Alice im Wunderland der Kunst, Hamburger Kunsthalle, Hamburg (2012); Highlights from the Collection II, The Goss-Michael Foundation, Dallas (2012); The name is Burroughs − Expanded Media, Sammlung Falckenberg, Deichtorhallen, Hamburg (2013); A Brief History of the Future, Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique, Brussels (2015); About Trees, Zentrum Paul Klee, Bern (2015); The Thousand-Thigh Hospice: experiments in healing, CAN, Centre d’Art de Neuchatel, Switzerland (2015); Forgiveness and Reconciliation, Musei Vaticani, Rome (2015); INCONSOLUS votes for children, Travesía Cuatro, Madrid (2015); among others.
John Isaacs vive e lavora a Berlino, in Germania.