John Isaacs – The Architecture of Empathy
La Galleria Massimo Minini è lieta di annunciare che The Architecture of Empathy, la pietà velata dell’artista John Isaacs (Lancaster, 1968), verrà ospitata presso la Collezione Paolo VI – arte contemporanea di Concesio.
Comunicato stampa
In occasione della sua prima mostra personale in Italia, tenutasi nel gennaio scorso alla Galleria Massimo Minini di Brescia, l’artista inglese John Isaacs, tra i nomi di maggior spicco del panorama internazionale odierno, ha presentato un’opera monumentale e sorprendente, “The architecture of empathy”. Si tratta di un gruppo statuario in marmo di Carrara (del peso di circa 3,7 tonnellate), realizzato nel 2013, che riproduce in maniera perfettamente riconoscibile le forme della “Pietà” vaticana di Michelangelo, ma ricoperte e celate da un drappo misterioso.
Ora quest’opera straordinaria è concessa in comodato dalla Galleria Massimo Minini alla Collezione Paolo VI di Concesio, il museo (recentemente riaperto con orario stabile di accesso al pubblico) che espone la raccolta d’arte del Novecento appartenuta a Papa Montini, con capolavori di autori come Matisse, Chagall, Fontana, Hartung, Sironi, Manzù…
“The architecture of empathy” sarà posta su un basamento in acciaio sotto il porticato antistante la Collezione Paolo VI, in una collocazione semplice ma spettacolare che colpirà i visitatori, e renderà visibile la scultura anche dall’esterno negli orari di chiusura del museo.
L’inaugurazione dell’opera avverrà:
MERCOLEDÌ 14 MAGGIO 2014 ALLE ORE 19 presso la Collezione Paolo VI - arte contemporanea in VIA GUGLIELMO MARCONI, 15 A CONCESIO (BRESCIA).
Saranno presenti:
Giovannimaria Seccamani Mazzoli, presidente della Collezione Paolo VI
Paolo Bolpagni, direttore della Collezione Paolo VI
Massimo Minini, gallerista
Stefano Retali, sindaco di Concesio
Seguirà una degustazioni di vini offerti dalla Cantina Azienda Agricola Biodinamica “Le Sincette”.
In “The architecture of empathy” l’iconografia della Pietà rivive nella doppia natura di soggetto capace di generare empatia nello spettatore, da un lato, e di opera citata, dall’altro. Come scrive Didi Bozzini nel catalogo, quella massa di marmo scolpito «diventa un pezzo d’anima, ci parla del nostro desiderio che la vita continui, della nostra possibilità di inventarla come un’opera d’arte, di quanto è inutile l’arte che parla solo di se stessa e non è capace di trasformare il marmo in carne».
L’opera è realizzata con grande finezza di lavorazione, con una purezza che annulla l’impatto fisico della materia. L’iconografia della Pietà, emblema della spiritualità cattolica e pietra miliare della storia dell’arte, rimane immediatamente riconoscibile, ma nel virtuosismo della rappresentazione rafforza la percezione della capacità dell’arte di “ri-crare” la realtà.
L’esposizione di quest’opera di John Isaacs nella Collezione Paolo VI riveste un significato particolare: oltre a testimoniare una forte apertura del museo ai linguaggi artistici della contemporaneità, in una prospettiva di indagine sull’“oltre”, si collega a un fatto storico ben preciso. Infatti fu durante il pontificato di Papa Montini che un folle, nel 1972, sfregiò la “Pietà” di Michelangelo nella basilica di San Pietro in Vaticano; Paolo VI accorse subito, e, commosso, si inginocchiò davanti alla scultura (che sarà poi stupendamente restaurata). Quindi, ha dichiarato il direttore Paolo Bolpagni, «l’arrivo oggi della “Pietà velata” di Isaacs nel museo che di Montini prende il nome ed espone le opere, vuole esprimere sia il misticismo e il mistero infinito della creazione estetica, sia anche un senso, per così dire, di protezione e “affetto” per l’arte nelle sue più varie manifestazioni».
John Isaacs (Lancaster, 1968) lavora da oltre quindici anni utilizzando i materiali più diversi – cera, tessuto, bronzo, neon, ceramica, pittura, collage, fotografia – per indagare temi legati alla complessità del vivere moderno, ai paradossi della quotidianità, all’identità dell’uomo. Le sue sculture, sempre affascinanti e tecnicamente perfette, sono una riflessione sulla società e sull’individuo.
Presso il bookshop della Collezione Paolo VI sarà possibile acquistare, al prezzo speciale di 25 euro, il libro di John Isaacs “The architecture of empathy”, con testi di Didi Bozzini e Massimo Minini.
È possibile visitare la Collezione Paolo VI dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17, e il
sabato dalle ore 14 alle 19. Il costo dell’ingresso è di € 5,00.
LA COLLEZIONE PAOLO VI - ARTE CONTEMPORANEA
Inaugurata nella sua nuova sede museale dalla visita di papa Benedetto XVI nel 2009, la Collezione Paolo VI - arte contemporanea è il museo che conserva ed espone il patrimonio di dipinti, disegni, stampe, medaglie e sculture del ’900 appartenuto a Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI, raccolto perlopiù per il tramite del suo segretario don Pasquale Macchi, e da questi conferito all’Istituto Paolo VI.
È un museo unico al mondo, che testimonia il prezioso e profetico rapporto che Papa Montini intrattenne con il mondo dell’arte contemporanea. La Collezione non è una galleria d’arte sacra, e nemmeno un memoriale dedicato alla figura di Montini, bensì un museo che vuole concretizzare l’ideale di apertura ai linguaggi espressivi contemporanei propugnato con tanta forza da Paolo VI.
Nella Collezione sono esposte circa 270 delle oltre settemila opere conservate, tra cui capolavori di molti dei più grandi artisti del Novecento: Chagall, Kokoschka, Matisse, Picasso, Magritte, Dalí, Severini, Rouault, Casorati, Sironi, Morandi, Fontana, Hartung, Vedova, Manzù, Pomodoro, Hockney…