Jonas Mekas – All These Images These Sounds

Informazioni Evento

Luogo
A PALAZZO GALLERY
Piazza Tebaldo Brusato 35, Brescia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
12/12/2015

ore 18

Artisti
Jonas Mekas
Curatori
Francesco Urbano Ragazzi
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale di Jonas Mekas (Biržai, 24 dicembre 1922), poeta e regista lituano naturalizzato americano, curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi.

Comunicato stampa

Mostra personale di Jonas Mekas (Biržai, 24 dicembre 1922), poeta e regista lituano naturalizzato americano, curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi

Rifugiato negli Stati Uniti nel 1949 dopo essere stato deportato in un campo di lavoro nazista, Jonas Mekas si trova immediatamente al centro della scena artistica newyorkese. Dapprima è il connazionale George Maciunas ad introdurlo nella temperie del movimento Fluxus. Notevole è l’amicizia con Yoko Ono, di cui filmerà le performance Bed-In (1969) e Up Your Legs Forever (1970) passate alla storia non solo dell’arte ma anche della cultura popolare. Proprio Yoko Ono, nel febbraio di quest’anno al MoMA, ha insignito Mekas del Lennon Courage Award for the Arts.
Nel campo letterario Jonas Mekas è invece da ricordare per le numerose raccolte di poesie e per i diari. A partire dagli anni ‘50, un legame di reciproca influenza si instaura con poeti della Beat Generation tra cui in particolare William Burroghs, John Giorno e Allen Ginsberg. La relazione è così profonda e quotidiana che lo stesso Ginsberg è il soggetto di alcuni cortometraggi, come ad esempio Hare Krishna del 1966. Più di recente quest’anno, invece, uno stralcio dal diario di Mekas intitolato I Had Nowhere to Go è stato pubblicato in South as a State of Mind, periodico ufficiale di Documenta 14.
Ma è certamente al cinema che Mekas deve la sua fama internazionale. L’artista lituano è stato infatti in grado di rivoluzionare il linguaggio del film d’autore sia dal punto di vista estetico -firmando il manifesto del New American Cinema (1968) - sia dal punto di vista delle regole di distribuzione - contribuendo a fondare la Filmmakers’ Cooperative (1969) e l’ Anthology Film Archives (1970). È stato il primo a includere l’autoritratto nella grammatica cinematografica, portando lo stile diaristico alla sua massima espressione in più di 70 film. Suo inoltre il merito di aver fatto dialogare la scena americana con quella europea: per citare solo un esempio, è Mekas a proiettare insieme e per la prima volta negli Stati Uniti Flaming Creatures di Jack Smith e Un Chant D’Amour di Jean Genet nel 1964.
Difficile trovare un regista sperimentale che non sia stato da lui influenzato: dai lungometraggi di Andy Warhol al cinema strutturalista di Michael Snow, da quello espressionista di Stan Brakhage fino all’expanded cinema di Stan VanDerBeek. Artisti ormai canonizzati nella storia dell’arte del secondo ‘900 gli hanno riconosciuto un ruolo fondamentale, quasi propedeutico, nella loro carriera: Joan Jonas, Carolee Schneemann, Chantal Akerman, Douglas Gordon per menzionarne alcuni. Così hanno fatto registi indipendenti di generazioni successive: da Gus Van Sant a Harmony Korine.
Jonas Mekas è stato insomma sia un autore imprescindibile, sia un documentatore preciso e infaticabile di almeno tre generazioni di artisti e filmmaker sperimentali. Questo ruolo è stato riconosciuto nelle manifestazioni d’arte contemporanea più rilevanti al mondo: dalla Documenta XI curata da Okwui Enwezor (2002) alla L Biennale di Arti Visive di Venezia (Utopia Station, a cura di Hans Ulrich Obrist 2003), al Padiglione della Lituania sempre alla Biennale di Venezia (2005). Più recenti le mostre retrospettive alla Serpentine Gallery di Londra e al Centre Pompidou di Parigi (2012), al MUAC di Mexico City e all’Hermitage Museum di San Pieroburgo (2013).