Jorrit Tornquist / Ortensio Zecchino

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
piazza Castello, Mantova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
07/10/2016

ore 17

Editori
IL CIGNO GG EDIZIONI
Artisti
Jorrit Tornquist, Ortensio Zecchino
Curatori
Giovanni Granzotto
Generi
fotografia, arte contemporanea, personale, doppia personale

Dal bianco e nero ai colori sgargianti. Dalle fotografie bucoliche alle pennellate intrise di brillanti contrasti cromatici. Sono solo alcune delle caratteristiche delle mostre “Georgiche” e “Colore sempre”, allestite al Museo Archeologico Nazionale di Mantova.

Comunicato stampa

Dal bianco e nero ai colori sgargianti. Dalle fotografie bucoliche alle pennellate intrise di brillanti contrasti cromatici. Sono solo alcune delle caratteristiche delle mostre “Georgiche” e “Colore sempre”, allestite al Museo Archeologico Nazionale di Mantova (piazza Sordello, 27). Le due esposizioni saranno inaugurate venerdì 7 ottobre, in occasione delle celebrazioni virgiliane di “Mantova capitale della cultura” e del mese di “Ottobre dedicato all’antica Mantua”. Alle ore 17.00 si terrà una “preview stampa”; seguirà l’inaugurazione delle mostre, organizzate da “Il Cigno GG edizioni”.
Al primo piano è stata allestita la mostra “Le Georgiche”: l’intero testo dell’opera di Publio Virgilio Marone, nella traduzione di Clemente Bondi, è illustrato con oltre sessanta fotografie in bianco e nero di Ortensio Zecchino. Le foto sono state scattate come sul crinale di due ere: sono del nostro tempo, ma hanno catturato immagini d’un passato in dissolvenza. Ripropongono, così, una realtà simile a quella cantata nell’opera virgiliana: l’aratura con i buoi, la durezza del lavoro impressa sui volti o sulle mani di contadine e contadini, gli zappatori, il granaio di legno, la stalla sormontata dal tavolato, gli animali della fattoria liberamente scorazzanti sull’aia, i cruenti combattimenti tra tori, che Virgilio riproporrà anche nell’Eneide, e tanto altro.
Esplosione di tinte e sfumature, invece, al secondo piano, dove sarà inaugurata la mostra “Colore sempre”: quaranta le opere di Jorrit Tornquist, allestite con cura da Giovanni Granzotto. Provenienti da collezioni pubbliche e private, illumineranno la sala dell’ultimo piano del prestigioso palazzo: affascinato dal colore e dalla chimica che sottende la sua creazione e la sua esistenza, l’artista austriaco realizza manufatti che sono delle vere e proprie campiture di colore, che siano esse colonne o semplici tele. Un percorso lungo tutta la produzione del maestro tra colore e forma.
Le due mostre saranno allestite presso il Museo Archeologico Nazionale di Mantova fino al 27 novembre.
Alla manifestazione interverranno Stefano L’Occaso, direttore del Polo Museale della Lombardia, Nicoletta Giordani, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Mantova, Lorenzo Zichichi, de “Il Cigno Galileo Galilei Edizioni”, Ortensio Zecchino, già Ministro dell’Università e della Ricerca, appassionato di fotografia, Giovanni Granzotto, curatore della mostra “Colore sempre” e l’artista Jorrit Tornquist.
Le collezioni del museo comprendono materiali neolitici, dell’età del bronzo, etruschi, veneti, celtici, romani, longobardi, goti, medievali e rinascimentali, tutti provenienti dal territorio mantovano. L’edificio è inscritto nel perimetro di Palazzo Ducale ed è situato in quello che fu il Mercato dei Bozzoli di Mantova. “L’allestimento di queste due mostre – ha dichiarato Nicoletta Giordani – nasce dall’idea di valorizzare il Museo Archeologico con una offerta culturale diversificata. Si parte dal piano terra con l’allestimento di 100 reperti archeologici inediti: i rarissimi pezzi custoditi nel museo vanno dall’età augustea fino all’alto Medioevo (XI secolo). Il primo piano è dedicato alle Georgiche, con foto in chiave moderna ma in stretta continuità con l’idea di Mantua città romana. E, infine, un secondo piano dedicato all’arte contemporanea, alle figure astratte, al colore. Due mostre che completano l’offerta museale con allestimenti di carattere culturale che sono una assoluta novità per Mantova. È questo il nuovo modo di fare museologia: scopo dell’arte è riflettere sui problemi della società e lanciare un messaggio rasserenante di bellezza, con un linguaggio comprensibile a tutti e che soddisfi i gusti di tutti”.
Mantova, patria di Virgilio, corte dei Gonzaga che attirò geni della pittura e dell’architettura – Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano – della letteratura e della musica – Torquato Tasso e Claudio Monteverdi – insieme a Sabbioneta patrimonio mondiale dell’umanità per l’Unesco, possiede una identità multiforme, frutto di una stratificazione culturale avvenuta nei secoli. Il luogo ideale per ospitare mostre di ampio respiro.
“Le due mostre, che saranno allestite nel museo archeologico di Mantova e ci rimarranno fino al 27 novembre – ha detto Zichichi – , sono state studiate appositamente per completare l’offerta culturale del museo. Per la prima volta tutto l’edificio museale, compresi il primo e secondo piano, sarà impiegato per ospitare opere d’arte: il museo sarà in grado di offrire al visitatore pezzi dell’archeologia mantovana, fotografie d’arte moderna, con gli scatti in bianco e nero del mondo rurale suggeriti dall’opera di Virgilio, e coloratissime tele d’arte contemporanea realizzate da Tornquist. Un connubio perfetto capace di soddisfare il palato di tutti coloro che amano il bello e la cultura”.
“Una mostra – ha sottolineato Stefano L’Occaso – è dedicata all’illustrazione delle Georgiche di Virgilio, con fotografie in bianco e nero realizzate da uno studioso di chiara fama, Ortensio Zecchino. La tematica attiene prettamente al Museo, che oggi si focalizza sulla Mantua romana. L’ultimo piano vede invece le opere contemporanee dell’artista austriaco Jorrit Tornquist, un talento del colore. La mostra stessa ha proprio nel titolo la volontà di intervenire sempre nelle variazioni cromatiche. Tornquist ha appena esposto in Cile e in Argentina, in musei dedicati all’arte contemporanea. In Italia invece ha esposto anche nel Museo di Palazzo Reale a Genova, nel Museo Nazionale di Ravenna, nella Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. Le contaminazioni con spazi impregnati della classicità e della nostra cultura quindi lo attraggono. Anzi, il contrasto tra l’antichità e la modernità del suo lavoro esalta l’artista e lo porta a prediligere il nostro Paese, proprio in virtù delle tante eredità con cui colloquiare. Sono quindi lieto e onorato – ha concluso – di poter aprire la nuova stagione espositiva del Museo Archeologico di Mantova, già parte integrante del magnifico complesso di Palazzo Ducale, con una mostra che proietta nel futuro la nostra straordinaria eredità culturale, dall’Antichità Romana ai Gonzaga”.