Joseph Marioni – Liquid Light
In mostra sei dipinti realizzati dal 2004 ad oggi ad acrilico su lino.
Comunicato stampa
Luca Tommasi è lieto di annunciare la prima personale italiana di Joseph Marioni dal titolo Liquid Light, che si terrà dal 24 novembre al 21 gennaio 2017 presso la galleria di Via Tadino 15 a Milano. In mostra sei dipinti realizzati dal 2004 ad oggi ad acrilico su lino.
Nato nel 1943 a Cincinnati (Ohio) da padre Italiano, l’artista si trasferisce a New York nel 1972 dove, insieme ad artisti quali Robert Ryman e Brice Marden, mantiene viva la pratica della pittura, generalmente ai margini nelle esperienze più radicali del minimalismo americano. Marioni distende l’acrilico con un rullo sulla superficie della tela e lo lascia poi scivolare verso il basso, intervenendo talvolta con il pennello o con le mani mentre questo segue il suo percorso. La parte bassa del telaio è arrotondata in modo che il colore possa scivolare senza arrestarsi. La pittura può constare di più strati, anche di colori diversi, che portano alla definizione di una pittura generalmente monocroma, ma in realtà estremamente complessa. I suoi dipinti danno vita ad esperienze fisiche, “concrete”. Secondo l’artista: “la funzione stessa del quadro è di fare da supporto al pigmento. E il pigmento fraziona la luce. Dunque, in una forma o nell'altra, tutti i dipinti sono fondamentalmente membrane di luce divisa. All'interno delle migliaia di variazioni di colori che l'occhio può percepire, identifichiamo quattro colori che non si somigliano l'un l'altro. Li cataloghiamo come verde, giallo, rosso e blu; e come la terra, l'aria, il fuoco e l'acqua, essi rappresentano identità primordiali all'interno della condizione umana. In quanto archetipi, però, questi colori non hanno un significato in sé e per sé, acquistano solo significato nel contesto di come vengono utilizzati. Ciò che stiamo cominciando a capire è che quando abbiamo raggiunto la piena comprensione di un dipinto, quando lo abbiamo spogliato da tutto il contesto mondano relativo all'attualità e arriviamo a osservare la carne disadorna del suo corpo - solamente pittura su tela -, ciò che vediamo emanare dal suo corpo è luce smaterializzata. Il materiale rivela l'immateriale, e il grande paradosso della nostra modernità è la nostra aspettativa che debba essere qualcosa di diverso da ciò che è.
Joseph Marioni nasce a Cincinnati nel 1943, vive e lavora a New York dal 1972. Tiene la sua prima personale a New York nel 1975 selezionato da Brice Marden e da allora espone in gallerie private e prestigiose sedi istituzionali internazionali quali la Fondazione Beyeler di Basilea, il Whitney Museum di NY, il Centro Reina Sofia di Madrid, l’Albright Knox di Buffalo. Nel 2015/2016 il Museo d’arte di Filadelfia dedica a Marioni una retrospettiva sugli ultimi 15 anni di carriera.