Juan Uslé – Ácrono
Il titolo della mostra, ÁCRONO, deriva dal greco antico: α- (alfa privativo), senza, e κρόνος (kronos), tempo. Gli antichi Greci utilizzavano due parole per indicare il concetto di tempo: κρόνος (kronos) e καιρός (kairos). La prima si riferisce al tempo logico, la seconda significa “momento giusto o opportuno”.
Comunicato stampa
Día a día sentía más intensamente la sensación ingrávida de vivir en esos sueños en los que uno se reconce en lugares donde ya ha vivido, pero sin la carga terrestre, sin el pesoque impide que uno pueda volar.
Giorno dopo giorno sentivo più intensamente la sensazione senza peso di vivere in quei sogni in cui ci si riconcilia in luoghi dove si è già vissuto, ma senza il carico terrestre, senza il peso che impedisce di volare.
(Juan Uslé citato in David Carrier, “Juan Uslé Abstract Art of Metamorphosis” in Juan Uslé: Open Rooms)
Una dimensione onirica avvolge le opere di Juan Uslé. Proprio come in un sogno si crea una dispercezione temporale: lunghe ore si rivelano pochi minuti, così come una manciata di secondi sembra un’eternità.
Il titolo della mostra, ÁCRONO, deriva dal greco antico: α- (alfa privativo), senza, e κρόνος (kronos), tempo. Gli antichi Greci utilizzavano due parole per indicare il concetto di tempo: κρόνος (kronos) e καιρός (kairos). La prima si riferisce al tempo logico, la seconda significa “momento giusto o opportuno”.
Uslé proietta lo spazio espositivo fuori da quel tempo sequenziale grazie ai suoi dipinti che immortalano e fermano però un momento giusto in quanto istante esistenziale: il contatto intermittente che il pennello compie sulla tela in corrispondenza del suo battito cardiaco.
Juan Uslé è nato nel 1954 a Santander (Spagna). Vive e lavora tra Benissa (Spagna) e New York (Stati Uniti).
I lavori di Juan Uslé sono complesse interazioni di linee e colori che racchiudono e incorporano in se stessi una grande varietà di riferimenti storico-artistici, di linguaggi pittorici, così come d’impressioni sensoriali e mentali. Importante elemento di ricerca è anche la pittura stessa, in quanto linguaggio e strumento fine a se stesso. L’artista realizza un confronto formale tra i diversi media utilizzati individuando, però, nel gesso, disposto in strati sulla preparazione della tela, l’elemento che rimarrà sempre leggibile in ogni fase del dipinto. La perenne e in qualche modo sempre decifrabile presenza di questo materiale diventa anche simbolo di più ampia risonanza filosofica: l'inizio è presente e convive con la fine, il dipinto è un'entità autosufficiente, un oggetto completo non solo nei suoi quattro lati, ma anche nella stratificazione verticale della sua superficie. Il processo pittorico consiste in una naturale armonia tra l’atto manuale e le scelte intellettive che stanno dietro ad ogni azione artistica. Il movimento, o per meglio dire, lo spostamento, è una tematica chiave e ricorrente nel suo lavoro. Nella ricerca artistica di Juan Uslé possiamo leggere una costante dicotomia tra elementi opposti e complementari allo stesso tempo: ordine e caos, presenza e assenza, bidimensionalità e profondità. La maggior parte dei suoi lavori sono giustapposizioni di aree di colore e linee che sembrano andare e venire come fossero frammenti di una storia più complessa. I suoi dipinti conducono lo spettatore in uno spazio labirintico, si legge un’ulteriore dicotomia tra l'articolazione precisa di Uslé che sembra voler indicare una direzione specifica mentre, paradossalmente, si lascia anche aperta la strada alla libera interpretazione dello spettatore.
L’artista nel marzo 2020 ha vinto la tredicesima edizione di The Daniel and Florence Guerlain Drawing Prize.
Ha partecipato a manifestazioni internazionali quali la 51esima Biennale di Venezia (2005), documenta IX (1992), la Biennale di Istanbul (1992) e la Biennale di San Paolo (1985). Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche come il MACBA, Museo de Arte Contemporaneo de Barcelona, il Musée National d’Art Moderne, Centre Pompidou di Parigi, il Guggenheim Museum di Bilbao, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid e la Tate Modern di Londra.
Inoltre recentemente sono state dedicate a Juan Uslé personali presso il Kunstmuseum di Bonn, lo SMAK, Stedelijk Museum voor Actuale Kunst di Gent e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia.