Judith Hopf – Cracking Nuts
Attraverso l’utilizzo di video, performance, scultura e installazione, la pratica di Judith Hopf mira alla creazione di varchi e aperture nei rapporti di ordine e potere, introducendo un umorismo slapstick, il domestico e l’assurdo nello spazio dell’arte.
Comunicato stampa
kaufmann repetto new york è lieta di annunciare la mostra personale di Judith Hopf Cracking Nuts, che inaugurerà il 22 febbraio e segnerà il secondo appuntamento della serie di mostre a New York.
Attraverso l’utilizzo di video, performance, scultura e installazione, la pratica di Judith Hopf mira alla creazione di varchi e aperture nei rapporti di ordine e potere, introducendo un umorismo slapstick, il domestico e l’assurdo nello spazio dell’arte. Gerarchie apparentemente infallibili sono qui derise e rovesciate, a favore di uno spirito di non-conformità che mette in dubbio stereotipi e preconcetti. Utilizzando oggetti e materiali vernacolari e l’ambiente che la circonda come punto di partenza creativo, la pratica di Judith Hopf presenta questioni formali che, in modo giocoso, si traducono in istanze politiche e sociali.
Per la sua mostra da kaufmann repetto new york, l’artista indaga ulteriormente quella che può essere definita come una pratica bricolage – una teoria delineata in modo eloquente da Claude Lévi-Strauss, il cui influente saggio Il pensiero selvaggio propone un approccio che può essere sintetizzato con la frase “lavora con quello che hai”, filosofia che prevede una modalità di pensiero istintiva e libera da canoni. Partendo da scatole di medicinali, Judith Hopf crea sculture che assumono le forme di uccelli, per poi essere rimodellate in porcellana e cartapesta. Queste opere, che abitano uno sfondo dipinto e riflettente, presentano il birdwatching in chiave ironica: a ciò che solitamente rappresenta l’oggetto della nostra osservazione è permesso di osservare, mentre gli spettatori stessi diventano parte integrante dello spettacolo.
Dai suoi Exhausted Vases (2011–2013) in cui vasi rovesciati, svuotati della propria funzione, appaiono come stanchi, antropomorfi personaggi, fino a Zählen! (2008), un video che presenta un cavallo intento a dimostrare il suo acume matematico ad un gruppo di umani diffidenti; dall’installazione Flock of Sheep (2013), un gruppo di pecore che si presentano come figure precarie e brutaliste ma anche come amichevoli squatter dello spazio espositivo, fino ai Bambus (2008), in cui comuni bicchieri da tavola sono impilati a creare una densa, instabile foresta di bambù, il lavori di Judith Hopf, caratterizzati da umorismo e semplicità, formulano un linguaggio immediato che interrompe le nostre abitudini, interpretazioni e aspettative.
Judith Hopf è nata in Germania nel 1969, vive e lavora a Berlino. Le sue mostre personali recenti includono A Line May Lie, Kunsthalle Lingen Kunstverein, Lignen (2013); Testing Time, Studio Voltaire, Londra (2013); From Down, From Up & in Between, Fondazione Morra Greco, Napoli (2013); Malmö Konsthall, Malmö (2012); A Sudden Walk, kaufmann repetto, Milano (2012); Grazer Kunstverein, Graz (2012).
Tra le mostre collettive si ricordano la Fellbach Triennial of Small-scale Sculpture, Fellbach (2013); Triennale for Video Art, Mechelen (2012); dOCUMENTA 13, Kassel (2012). Judith Hopf parteciperà alla prossima edizione della Liverpool Biennial (2014).