Informazioni Evento

Luogo
CONSOLATO DELLA REPUBBLICA DI COREA
Piazza Cavour, 3 20121 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a venerdì | ore 9,30 – 12 e 14 - 16,30

Vernissage
05/12/2016

ore 18 su invito

Contatti
Email: mc2gallery@gmail.com
Artisti
Julia Fullerton-Batten
Curatori
Nicola Davide Angerame
Generi
fotografia, personale

La Galleria del Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano è lieta di presentare “Korea”, la mostra personale della fotografa tedesca Julia Fullerton-Batten (Brema, Germania 1970, vive e lavora a Londra) che prende il titolo da una serie di fotografie scattate nel 2013 durante una mission ,fotografica volta alla ricerca dell’anima di questo Paese.

Comunicato stampa

La Galleria del Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano è lieta di presentare “Korea”, la mostra personale della fotografa tedesca Julia Fullerton-Batten (Brema, Germania 1970, vive e lavora a Londra) che prende il titolo da una serie di fotografie scattate nel 2013 durante una mission ,fotografica volta alla ricerca dell’anima di questo Paese.
La mostra sarà inaugurata presso la Galleria del Consolato Generale della Repubblica di
Corea in Piazza Cavour 3 a Milano, lunedì 5 dicembre 2016 alle ore 18 alla presenza del Console Generale della Repubblica di Corea, S.E. Chang Jae-bok e del curatore Nicola Davide Angerame.
Seguirà un rinfresco con la sponsorizzazione tecnica di Campari, azienda per la quale
Julia Fullerton-Batten ha realizzato il celebre calendario dell’anno 2015.
La mostra è ad ingresso libero nel seguente orario: da lunedì a venerdì | ore 9,30 – 11,30 e 14 - 16,30 (info: [email protected]

La mostra presenta una selezione di fotografie di grande e medio formato costruite e scattate da Julia Fullerton-Batten in una esplorazione personale e originale del significato e degli usi dell’hanbok, l’abito tradizionale usato per secoli in Corea da tutti i ceti sociali, dal Re come dalle classi lavoratrici, e rimasto abito comune fino agli anni Sessanta del XX secolo. Oggi è ancora molto popolare, anche presso i coreani che abitano in altri Paesi, e viene indossato durante le feste nazionali, le cerimonie e le occasioni formali.

“Ho voluto proporre questa serie fotografica alla Galleria del Consolato Generale della Repubblica di Corea - spiega il curatore Nicola Davide Angerame - per mostrare come un occhio europeo e una sensibilità femminile, che si ritrovano in Julia Fullerton-Batten, possano tradurre quella situazione di transizione veloce tra un passato ricco di tradizioni e un presente ricco di modernità, in un Paese che a mio avviso rappresenta una situazione emblematica da questo punto di vista. Le fotografie esposte narrano, come in un racconto enigmatico e surreale, l’incontro tra due spazialità che rappresentano due dimensioni complementari: lo spazio intimo e personale del hanbok, che avvolge le forme del corpo celandole come un edificio protettivo, e quello pubblico e collettivo delle architetture nuove erette in Corea a seguito della ricostruzione e di una modernizzazione tra le più veloci e capillari al mondo”.

“La mia tecnica fotografica - spiega Fullerton Batten - utilizzo una combinazione di luce naturale e artificiale che dà alle immagini un effetto cinematografico. Nei ritratti femminili invece volevo dare un effetto di flashback rispetto al passato. Per dare vita alle scene ho usato oggetti semplici che dialogassero con le diverse versioni dei vestiti tradizionali”.
Nelle opere in mostra Fullerton-Batten espone gesti rituali, sport, passatempi e cerimonie legate all’identità profonda del popolo coreano. Il “Badminton”, ad esempio, è uno sport molto popolare nel quale i coreani eccellono. L’arte di piegare la carta, detta Jong-i-jeob-gi o la cerimonia del tè, che i coreani chiamano Dado, sono altri momenti topici della tradizione rappresentati dall’artista.

“L’hanbok - conclude Angerame - rappresenta un abito fortemente identitario, ancorato alla storia della Corea e oggi assume un valore simbolico per la Fullerton-Batten che sceglie di porlo al centro delle sue fotografie costruite come scene di un teatro nel quale le modelle, selezionate tra bellezze comuni e non tra professioniste, agiscono e recitano alcune “storie” che la stessa artista narra in brevi didascalie come chiavi d’accesso al significato dell’immagine. In tal modo Fullerton-Batten sembra assumere il ruolo di un’inviata in un mondo lontano dal quale è chiamata a tornare per raccontare le storie fantastiche alle quali ha assistito. In realtà, essendo un’artista, Fullerton-Batten ricrea queste storie e così facendo offre un tocco originale a dei quadri che ci parlano di un Paese sempre più vicino ma ancora ricco di saperi a noi sconosciuti. Questa mostra serve

a ciò: presentare in Italia, e a Milano come centro della moda occidentale, un “reportage” che affronti un abito che è molto più che un semplice vestito. Questa mostra lascia intuire che sia anche e soprattutto un modo di concepire l’uomo, la natura e la città da parte di una civiltà antica che sa essere moderna senza perdere il contatto con la propria Storia”.

Cenni biografici
Dopo aver studiato fotografia a Brema, Julia Fullerton-Batten (Brema 1970, vive a lavora a Londra) trascorre cinque anni come assistente di un certo numero di fotografi professionisti. Il successo nel settore commerciale giunge grazie alla sua creatività sul set e alla cura dei dettagli tecnici e delle luci.
“Korea” (2013) nasce da un forte interesse verso i contrasti e le tensioni che dominano
quel Paese. Julia ritrae donne coreane nel loro splendido Hanbok, l’abito tradizionale nazionale oggi utilizzato come abito da cerimonia o per importanti occasioni formali.

Fondamentale nel lavoro di Julia Fullerton-Batten è la sua capacità di concepire e sviluppare un totale controllo e attenzione al dettaglio nella pianificazione delle sue fotografie e nei vari processi di pre-produzione, riprese e post-produzione. Combina tutti questi aspetti con un'abilità tecnica che usa l'illuminazione in maniera complessa e trasversale, conferendo alle immagini un effetto cinematografico, una suspense ed un senso dell’accadere che la avvicinano ad alcuni grandi fotografi come Gregory Crewdson, Erwin Olaf o Lorca diCorcia.

Le fotografie di Fullerton-Batten sono presenti in collezioni importanti, come la National Portrait Gallery di Londra e il Musée d'Elysee di Losanna. Le sue fotografie sono state esposte presso istituzioni internazionali, tra cui: Centre Pompidou, Parigi; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid; National Portrait Gallery di Londra; Museo Svedese di Fotografia.