Julien Blaine – il Fabbro e il Boscaiolo
La Fondazione Berardelli dopo aver dedicato nella primavera del 2008 a Julien Blaine la mostra antologica Favole e altre storie. Opere dal 1980 al 2007. L’esposizione propone i lavori più recenti dell’artista francese. il Fabbro e il Boscaiolo è il naturale proseguimento della precedente personale realizzata negli spazi della Fondazione.
Comunicato stampa
“Per me un vero artista contemporaneo non può limitarsi a scegliere un campo della creatività, ad esempio la poesia o le arti visive, ma deve impegnarsi a più livelli. L'artista per me deve essere “totale”, come auspicavano le avanguardie di inizio secolo, con la differenza che il suo campo d'azione al giorno d'oggi, dal punto di vista geografico, non può più avere confini.”
Julien Blaine
dall'intervista contenuta nel catalogo
Il Fabbro e il Boscaiolo
La Fondazione Berardelli dopo aver dedicato nella primavera del 2008 a Julien Blaine la mostra antologica Favole e altre storie. Opere dal 1980 al 2007. L'esposizione propone i lavori più recenti dell'artista francese. il Fabbro e il Boscaiolo è il naturale proseguimento della precedente personale realizzata negli spazi della Fondazione e allo stesso tempo della grande retrospettiva che il Museo Mac di Marsiglia ha dedicato a Blaine nel 2009. Verranno allestiti tre differenti progetti che l'artista ha realizzato nel corso degli ultimi anni dal titolo:
NUOVE FAVOLE
iHA L i ( ? ) iUA L i
( I n s t a l l a z i o n e Uma n a A n o n ima L a s c i a t a I n a v v e r t i t ame n t e)
MATTONE DI VETRO
venerdì 16 novembre Julien Blaine terrà una performance in Piazza Loggia alle ore 16.
Biografia Julien Blaine (Christian Poitevin) nasce in Francia a Rognac nel 1942. Comincia a interessarsi alle ricerche artistiche tra parola e immagine al principio degli anni 60. Fin dai suoi esordi si cimenta con diverse forme espressive: è poeta visuale e sonoro, mail artista, performer ma anche organizzatore di eventi, direttore di periodici e collane. La sua prima performance, intitolata “Reps elephant 306”, risale al 1962 ed è una sorta d’intervista agli elefanti del circo Franchi, a questa segue l’azione “Target poem” in cui coinvolge il pubblico presente. Realizza anche numerose pièces sonore, alcune delle quali sono documentate in cassette, dischi e CD e in diverse audio-antologie. È rappresentato ad esempio in LP Text und Aktionsabend (Ed. Anastasia Bitzos, 1968) e in Polyphonix (Ed Multhipla Records, 1981). Nel 1962 inizia la sua attività editoriale fondando la rivista “Les Carnets de l'Octéor” e collaborando allo stesso tempo con Ben Vautier a “Identité”. Nel 1966 fonda insieme a Jean Francois Bory “Approches”, che chiude nel 1969, alla quale seguono “Robho” nel 1967, con Jean Clay e Alain Schifres, e “Geronymo” 1970. La più longeva delle sue pubblicazioni, alla quale di dedica dal 1975 al 1991, è “Doc(k)s”, i cui numeri sono pensati come delle monografie dedicate a esperienze poetiche in diverse aree geografiche. Tre di questi sono in particolare dedicati alla mail-art . Blaine con questa rivista, oltre ad istaurare una fitta rete di contatti e scambi culturali, svolge un lavoro di grande importanza, infatti “Doc(k)s” può essere considerata una vera e propria ricognizione dei differenti sviluppi internazionali della ricerca poetico visuale e concreta.
Stringe proficue collaborazioni anche con i poeti visivi italiani con i quali lavora a numerosi progetti. Nel 1983 entra a far parte del Gruppo Logomotives, insieme a Alain Arias Misson, Jean Francois Bory, Paul De Vree, Eugenio Miccini, Sarenco e Franco Verdi, con il quale parteciperà a numerose esposizioni. Egli stesso è un organizzatore culturale molto attivo e segue con attenzione l'evoluzione delle ricerche poetiche internazionali. Dirige il V.A.C. (Ventabren Art Contemporain) ed è stato l’animatore dei festival di poesia sonora d’Avignon (1977, 1978, 1979), di Cogolin (1984, 1985, 1986), di Allauch (1987) e di Tarascon (dal 1988 al 1993).