Kara Walker – Norma
In occasione della 56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, il Teatro La Fenice affida all’artista americana Kara Walker la regia, i costumi e le scene della Norma di Vincenzo Bellini.
Comunicato stampa
NORMA DI VINCENZO BELLINI:
REGIA, SCENE E COSTUMI DELL’ARTISTA KARA WALKER
La Norma di Kara Walker per la Biennale D’Arte e il Teatro La Fenice
La prima in scena mercoledì 20 maggio 2015
In occasione della 56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, il Teatro La Fenice affida all’artista americana Kara Walker la regia, i costumi e le scene della Norma di Vincenzo Bellini, la prima mercoledì 20 maggio 2015.
L’opera che ha come protagonista una donna, Norma, sarà rivista dall’espressione creativa di Kara Walker, che nella sua ricerca artistica contrappone e coniuga la forza psicologica delle donne alla loro delicatezza. Nella sua produzione rappresenta donne con un carattere volitivo e una forte sessualità come Norma, la sacerdotessa gallica protagonista di una drammatica storia d’amore che culmina con la scelta coraggiosa di sacrificare la sua vita per l’amore di un uomo e della Patria.
La collaborazione tra la Biennale Arte di Venezia e il Teatro La Fenice, dopo Madama Butterfly interpretata nel 2013 all’artista giapponese Mariko Mori, prosegue con la Norma di Kara Walker. Due artiste internazionali che hanno reso omaggio alle donne: Mariko Mori la delicatezza dell’Oriente in Madama Butterfly e Kara Walker l’energia dell’Africa per un’inedita Black Norma.
La prima di mercoledì 20 maggio sarà seguita da tre repliche in maggio domenica 24 alle 15.30, mercoledì 27 alle 19.00 e sabato 30 alle 15.30, e due repliche in giugno, mercoledì 3 e sabato 6 alle 19.00.
Norma è la terzultima opera di Vincenzo Bellini, nonché la più rappresentata (la celebre aria «Casta diva» è stata banco di prova per le più grandi soprano del mondo). Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani riunisce al suo interno una drammatica storia d’amore, quella tra la protagonista e il proconsole Pollione, e un’altrettanto tragica dimensione politica, che vede contrapporsi conquistati (il popolo gallo, di cui Norma è sacerdotessa) e dominatori (l’esercito di occupazione romana). In un susseguirsi di colpi di scena, nella climax finale l’eroina, rea di aver tradito la propria gente per amore, si autocondanna al rogo, seguita dallo stesso Pollione, annientato e ammirato dalla nobiltà del suo gesto.