Karin Kneffel – Face of a Woman Head of a Child
Nel corso della sua carriera, l’indagine artistica di Karin Kneffel si è concentrata sul rapporto tra pittura, spazio e tempo, stratificando e ricombinando oggetti, luoghi, tracce ed eventi in maniera realistica e seducente.
Comunicato stampa
Le immagini provengono da altre immagini. Le figure che ho dipinto oscillano tra la scultura figurativa e la realtà, diventando più reali nella raffigurazione che nella scultura. —Karin Kneffel
ROMA, 24 ottobre 2022—Gagosian è lieta di annunciare Face of a Woman, Head of a Child, un nuovo corpus di opere di Karin Kneffel in cui l’artista affronta per la prima volta la figura umana. In apertura l’11 novembre 2022, questa è la sua terza mostra con la galleria e la sua prima personale a Roma a venticinque anni dalla sua residenza all’Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo.
Nel corso della sua carriera, l’indagine artistica di Karin Kneffel si è concentrata sul rapporto tra pittura, spazio e tempo, stratificando e ricombinando oggetti, luoghi, tracce ed eventi in maniera realistica e seducente. Ispirati da ricordi personali o da fonti della storia dell’arte, i suoi interni e le nature morte si servono abilmente del potenziale rappresentativo del mezzo pittorico, sottolineandone al contempo la natura intrinsecamente fittizia. Con una forte digressione rispetto al lavoro precedente, in questa mostra la tecnica raffinata di Kneffel rimane costante: le superfici lisce e luminose dei suoi dipinti a olio rivelano un’intensa profondità visiva e complessità concettuale. In questa serie inedita l’artista ritrae i volti di sculture antiche in legno policromo, caratterizzati da proporzioni e inquadrature misteriose e sorprendenti. Come nelle sue straordinarie nature morte barocche, Kneffel sfrutta tutte le potenzialità del suo linguaggio pittorico per descrivere con ruvidi dettagli i contorni forti e le sfumature sottili dei volti primitivi scolpiti e dipinti.
L’interesse di Kneffel per le figure sacre del primo Rinascimento Nordico, di autori sia anonimi che noti, è di lunga data. In queste statue gli effetti pittorici illusionistici, evidenti soprattutto nella resa dei tessuti e nel trattamento dei toni dell’incarnato, ne esaltano notevolmente l’immediatezza emotiva.
Per anni l’artista ha fotografato queste sculture quando capitava, ma è la prima volta che utilizza la sua ricerca sul campo in una serie di dipinti. Se questi archetipi incarnano la diffusa devozione religiosa dell’epoca e i suoi emergenti ideali umanistici, nei suoi dipinti Kneffel li secolarizza eludendo qualsiasi attribuzione identificativa, i titoli e l’iconografia – veli, aureole e così via – per concentrarsi sui tratti del viso. Ingrandendo i suoi soggetti, dipinge primi piani molto allargati unendo in coppia le singole tele di dimensioni identiche. Sebbene la donna e il bambino siano uniti da una marcata somiglianza fisica, la distanza dei loro sguardi appare accentuata dallo spazio che li separa.
Nonostante alcuni elementi di questa nuova serie ricordino le iperboliche rappresentazioni di mele o grappoli d’uva delle sue nature morte, una costante del suo repertorio, Face of a Woman, Head of a Child rappresenta un allontanamento dai paradossi visivi dei toccanti interni di Kneffel. Realizzati da un unico punto di vista, questi dittici sono rappresentazioni meticolose di soggetti specifici, dipinti con grande attenzione alla materialità delle sculture originali. Kneffel trasmette le qualità tangibili delle sculture in legno intagliate e dipinte catturando i giochi di luce sulle loro superfici, evidenziando la loro forma tridimensionale e le scelte stilistiche dello scultore. L’artista enfatizza i tratti peculiari di ogni donna e bambino, accentuando la loro artificialità surreale attraverso le imperfezioni e le originalità fisiche. Minimizzando l’iconografia religiosa, Kneffel presenta le sculture come fossero oggetti tridimensionali altamente soggettivi, impregnati di una vitalità animata dai contorni e dai colori della pittura: lo sguardo tenero e protettivo della donna o il rossore della guancia del bambino, come una mela matura. Tra questi accostamenti ultraterreni, si presentano due coppie di epoca moderna: una giovane Kneffel con il figlio neonato, oggi adulto, e un’altra giovane madre con il figlio amici intimi dell’artista, emblematici di una Germania nuova e più diversificata. Accostando immagini del proprio contesto ad archetipi storici, Kneffel propone il ritratto, la rappresentazione e i legami familiari come elementi di un dialogo costante tra vita e arte.
Karin Kneffel è nata nel 1957 a Marl, in Germania e ha studiato presso la Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf tra il 1981 e il 1987. Vive e lavora a Düsseldorf ed è docente di pittura presso la Kunstakademie di Monaco. Le sue opere sono incluse, tra le altre, nelle seguenti collezioni: Staatsgalerie Stuttgart; Museum Frieder Burda, Baden-Baden; e Kunstmuseum Bremerhaven in Germania. Tra le mostre si annoverano: Seduction and Distance, Ulmer Museum, Ulm, Germania (2006); Karin Kneffel: 1990–2010, Kunsthalle Tübingen, Germania (2010); House on the Edge of Town, Museum Haus Esters, Krefeld, Germania (2010); Pavilion, Barcelona Pavilion, Fundació Mies van der Rohe, Barcellona (2014); La ventana y el espejo, Museo de Arte Contemporáneo, A Coruña, Spagna (2014–15); Fallstudien, Käthe Kollwitz Museum Köln, Germania (2015, poi alla Kunsthalle Bremerhaven e al Kunstmuseum Bremerhaven, Germania, nel 2015); Still, Kunsthalle Bremen, Germania (2019); Museum Frieder Burda, Baden-Baden, Germania (2020); Staatsgalerie Stuttgart, Germania (2022); Im Bild, Franz Marc Museum, Kochel am See, Germania (2022); e Im Augenblick, Max Ernst Museum Brühl des LVR, Germania (2022).
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