Karin Radoy / Klaus Staudt – Double Axiom
Bi-personale di Karin Radoy e Klaus Staudt, dal titolo Double Axiom.
Comunicato stampa
Il giorno 16 maggio alle ore 16.00, la galleria artesilva inaugura la bi-personale di Karin Radoy e Klaus Staudt, dal titolo Double Axiom.
Radoy e Staudt intrattengono con il mondo delle idee un rapporto basato su forme e volumi primari che si animano di tensioni e suggestioni interne. Perdura nell’estetica dei due artisti un rigore minimalista e un maniacale perfezionismo che finisce per assecondare un personalissimo esprit de géométrie. Combinazioni e variazioni sono solo alcuni dei fattori che concorrono alla definizione di queste loro pitto-strutture che indagano il rapporto tra le superfici, le forme e i colori, alla continua ricerca di una definizione spaziale.
Nonostante Staudt abbia spinto i valori percettivi al limite dell’azzeramento, tale processo-eccesso di esacerbazione rifiuta la contemplazione statica e passiva, esige viceversa una visione dinamica da parte del fruitore, il quale “interpreta” il movimento indotto dai prismi e dai poliedri; cadenzati in modo regolare, i rilievi incolori generano delle concatenazioni-costellazioni che fluttuano sulle lastre di plexiglas. L’opalina trasparenza del supporto permette di creare profondità diverse, ma soprattutto consente uno scambio da un piano fisico a un piano immateriale. Da quando ha deciso di neutralizzare il colore, Staudt ricorre ai notori del bianco per scandire l’ordine/ritmo e la misura/partitura delle proprie opere.
Alle deduzioni ottiche di Staudt fanno eco le sensibilità cromatiche di Karin Radoy. Assecondando un processo di mitosi, l’artista realizza dei dittici di grande finezza e leggerezza; i volumi – minimi eppur evidenti – modulano il colore, che sembra “emanare” dalle stesse strutture anziché essere dipinto sulla loro superficie. Con essenziali ma efficaci scarti cromatici, l’artista ridefinisce l’epidermide della pittura, che pur perdendo aderenza con la realtà si rafforza sul versante della percezione e delle suggestioni. La pratica pulsionale e desiderante è il movente di tutta la ricerca di Radoy: la sua alta intensità e densità cromatica si riconduce a una pratica elementare, in cui il murmure della pittura inclina a un’esperienza che pretende d’essere sia piana che spaziale.
KARIN RADOY e KLAUS STAUDT (En)
On 16 may, at 4.00 pm, artesilva Galleryh opens the double solo show of Karin Radoy and Klaus Staudt, titled Double Axiom.
Radoy and Staudt entertain with the World of Idea, a relationship based on primary forms and volumes, animated by tensions and internal suggestions. The rigour of minimalism and an obsessive perfectionism persist in their aesthetics, resulting in a support of a very personal esprit de géométrie. Combinations and variations are only some of the elements defining their pictorial-structures which inspect the relationship between surfaces, forms and colours, always seeking a spatial definition.
Despite Staudt led the perceptive values very near to their zeroing limit, this process-excess of exacerbation, refuses a passive and static contemplation and, vice verse, requires a dynamic vision from the observer side, who is asked to “interpret” the movement produced by prisms and polyhedrons – the regularly distributed, uncoloured relieves generate connections-constellations, fluctuating on plexiglass plates. The vitreous transparency of the support allows the creation of different levels of depth and, most of all, allows an exchange between a physical level and an immaterial one. Since the moment he decided to neutralize colour, Staudt has always applied to the shimmers of White to articulate the order/rhythm and the measure/distribution of his own works.
Karin Radoy’s chromatic perceptions echo Staudt’s optical deductions. The artist supports a process of mitosis, creating highly refined and light diptychs, whose volumes (minimal but obvious volumes) modulate the colour. Colour looks as if it is born from the structures themselves, instead of being painted on their surfaces. Radoy redefines the epidermis of painting through essential and effective chromatic variations, reinforcing painting from a perceptual and suggestive point of view, despite letting it lose adherence with reality. An impetuous and longing practice is the motive of all Radoy’s artistic research – her chromatic intensity and density lead back to an elementary action, through which the whispering of painting inclines toward an experience both plane and spatial.