Karl Plattner – Opere su carta
La mostra “Opere su carta”, omaggio all’artista in occasione dei trent’anni dalla sua scomparsa, propone una selezione di opere tra cui spiccano alcuni studi preparatori di suoi noti capolavori ed altri soggetti, forse meno conosciuti, ma altrettanto significativi del suo fare artistico.
Comunicato stampa
La mostra “Opere su carta”, omaggio all’artista in occasione dei trent’anni dalla sua scomparsa, propone una selezione di opere tra cui spiccano alcuni studi preparatori di suoi noti capolavori ed altri soggetti, forse meno conosciuti, ma altrettanto significativi del suo fare artistico. Per tutti coloro che volessero approfondire ulteriormente la sua opera e in particolare per le nuove generazioni è questa un occasione speciale, di alto spessore culturale, che onora doverosamente la figura di Karl Plattner.
Karl Plattner (1919-1986), la figura certamente più significativa del panorama artistico altoatesino della seconda metà del ‘900, si avvicina all’arte fin da bambino e matura già nell’adolescenza la consapevolezza di fare della pittura la propria ragione di vita. Superate le difficoltà e gli orrori della guerra, a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta incomincia a viaggiare alternando soggiorni di studio e lavoro tra Firenze, Parigi e Milano a brevi permanenze nella propria terra natia dove realizza i suoi primi affreschi su commissione. Nel 1952 incomincia il suo primo soggiorno brasiliano, a cui farà seguito un secondo tra il 1956 ed il 1958, un periodo fondamentale per la sua carriera artistica che culmina con le partecipazioni alla Biennale di Venezia (1954) e alla Biennale di San Paolo (1953, 1955 e 1957). Dopo il suo ritorno definitivo in Europa, nel 1958, porta a termine importanti opere pubbliche, tra le quali una tavola per la nuova Festspielhaus di Salisburgo (1960) e gli affreschi per la cappella del ponte Europa (1964), e realizza numerose mostre personali tra l’Italia e la Francia, paesi in cui, alternandosi, trascorre il resto della sua vita. Particolarmente significativa è la mostra antologica del 1977, a Bolzano, negli spazi appena restaurati di Castel Mareccio.
Se si eccettuano le sperimentazioni dei primissimi anni Cinquanta, quando l’artista riteneva di misurarsi con i linguaggi dell’avanguardia, ed in particolare con la lezione del cubismo, la pittura di Plattner costituisce un corpus molto omogeneo negli intenti e nella vocazione, con rare cesure temporali e di stile. Nell’opera di Plattner non esiste gerarchia tra dipinto su tela o su carta, né, dunque, tra la paziente lavorazione dell’olio, dove la forma e la figura sedimenta per settimane e mesi, talvolta per anni, e la più immediata risoluzione a pastello o matita, che traduce nella leggerezza del gesto e nella morbidezza cromatica, l’identica passione del ricercare.