Katagami
La mostra, a cura della dottoressa Manuela Moscatiello, presenterà al pubblico quindici katagami del tardo periodo Edo (1603-1867) i cui intagli riproducono motivi sia astratti e geometrici sia ispirati al mondo vegetale e animale.
Comunicato stampa
Katagami
Stampi giapponesi per tintura dell’epoca Edo (1603-1867)
In Giappone, l’utilizzo di stampi per tintura risale all’epoca Nara (710-794), ma la tecnica che si avvale di stampi di carta (katagami) si è sviluppata nel XIII secolo, durante l’epoca Kamakura (1185-1333).
I katagami, prodotti ancora oggi, sono realizzati con fogli di diverso spessore di carta morbida e resistente (washi), ottenuta dalla lavorazione della corteccia di gelso (kôzo), sovrapposti uno sull’altro e bagnati nel succo fermentato di cachi (kakishibu), che li indurisce, conferendogli un caratteristico color marrone scuro. Lasciati seccare naturalmente, al sole, i fogli s’incollano tra loro, non si restringono, mantenendo intatte le dimensioni, e diventano impermeabili.
La superficie dello stampo è intagliata a mano con estrema precisione con un temperino, un punteruolo molto appuntito (kiri) o una fustella (dôgu), secondo la tecnica adottata.
La mostra, a cura della dottoressa Manuela Moscatiello, presenterà al pubblico quindici katagami del tardo periodo Edo (1603-1867) i cui intagli riproducono motivi sia astratti e geometrici sia ispirati al mondo vegetale e animale.