Katharina Grosse / Tatiana Trouvé – Le numerose irregolarità

Informazioni Evento

Luogo
VILLA MEDICI - ACCADEMIA DI FRANCIA
Viale Della Trinità Dei Monti 1, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30). Chiuso il lunedì.

Vernissage
01/02/2018

ore 19

Biglietti

Biglietto unico per la mostra e la visita guidata a Villa Medici e ai giardini: 12€ (tariffa intera) / 6€ (tariffa ridotta: giovani con meno di 25 anni, persone con più di 60 anni, disoccupati (dietro presentazione di un documento), insegnanti di Storia dell’Arte, borsisti e membri delle altre accademie e istituti stranieri con sede a Roma, possessori di una carta studente, Roma Pass, Metrobus, Carta più La Feltrinelli, Bibliocard, FAI, Romaeuropa card o Opera Card). Biglietto solo per la mostra: 6€; accesso gratuito ai giovani di età inferiore ai 18 anni. Gruppi scolastici: ogni partecipante potrà accedere alla mostra con un biglietto al costo di 1€. È necessaria la prenotazione presso il dipartimento della Didattica, all’indirizzo: [email protected]

Artisti
Tatiana Trouvé, Katharina Grosse
Curatori
Chiara Parisi
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Una mostra che celebra il lavoro di Katharina Grosse e Tatiana Trouvé. Le numerose irregolarità – questo il titolo dell’esposizione – è il quarto e ultimo momento del ciclo UNE, ideato dalla direttrice Muriel Mayette-Holtz e curato da Chiara Parisi.

Comunicato stampa

L'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici apre il 2018 con una mostra che celebra il lavoro di Katharina Grosse e Tatiana Trouvé. Le numerose irregolarità – questo il titolo dell’esposizione – è il quarto e ultimo momento del ciclo UNE, ideato dalla direttrice Muriel Mayette-Holtz e curato da Chiara Parisi.

Nate entrambe negli anni Sessanta, e caratterizzate da due stili artistici totalmente differenti, Katharina Grosse e Tatiana Trouvé propongono una riflessione sulla storia di Villa Medici, con un approccio multidisciplinare che coinvolge la scultura, la pittura e l’architettura del luogo ospitante.

Le loro rispettive opere, sorprendentemente diverse eppure complementari, rivelano un desiderio condiviso di ribaltare i tradizionali confini tra i media. Le due artiste sono affascinate dal rapporto instabile tra interno ed esterno, e in questo progetto onnicomprensivo indagano il passato e il presente di Villa Medici. Attraverso una serie di gesti ispirati alla storia dell'istituzione stessa, mirano a trascendere sia lo spazio, che il supporto e il mezzo espressivo.

L'ambizioso progetto espositivo UNE nasce con l’intento di offrire una visione moderna e contemporanea della storica prestigiosa istituzione culturale di Villa Medici. Particolare attenzione viene data ad alcune delle artiste internazionali più significative del panorama odierno, di generazioni diverse, che hanno saputo inventare un nuovo vocabolario artistico. Ogni mostra del ciclo offre una nuova prospettiva sulle condizioni storiche, che attesta la grande eterogeneità dei percorsi, professionali ed esistenziali, degli artisti attivi oggi.

Dalla ricca pluralità femminile che costituisce UNE, emergono ogni volta delle singolarità e proposte artistiche costantemente forti, provocatorie e profondamente legate al contesto. UNE non è un tema in quanto tale; né le artiste partecipanti danno vita a capitoli consecutivi di una singola narrazione. Piuttosto è la forza delle loro visioni originali e altamente personali, il loro impeto e la convinzione con cui si appropriano degli spazi di Villa Medici, così carichi di storia, che le ha portate ad essere scelte per UNE.

Per le artiste invitate, UNE ha suscitato il desiderio di interazione e dialogo interculturale e intergenerazionale. Dopotutto, Villa Medici è nota come luogo in cui, storicamente, incontri improbabili sono diventati realtà.

Nelle mostre precedenti a questa, sono nate collaborazioni inedite e combinazioni sorprendenti: l’icona concettuale Yoko Ono e la giovane artista Claire Tabouret; il dialogo tra la pittrice americana Elizabeth Peyton con le opere della scultrice del XIX secolo Camille Claudel; la misteriosa risposta di Annette Messager al lascito permanente e sottile di Balthus alla Villa; e ora Katharina Grosse e Tatiana Trouvé, amiche e contemporanee, i cui opposti si attraggono.

Katharina Grosse (Friburgo, 1961, vive e lavora a Berlino), ha studiato alla Kunstakademie di Düsseldorf e alla Kunstakademie di Münster. È ampiamente conosciuta a livello internazionale per i suoi lavori, temporanei e permanenti, realizzati in situ, dipingendo direttamente su edifici, architetture ed elementi del paesaggio. L’artista accoglie gli avvenimenti e gli imprevisti che accadono mentre dipinge, aprendo spazi e superfici alle innumerevoli possibilità percettive del mezzo. La sua ricerca parte già all’interno del suo studio, dove sperimenta costantemente nuovi materiali, e la potenza del colore.

Sue opere sono state esposte in molte mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati in tutto il mondo. Tra le installazioni site-specific più recenti: Untitled Trumpet per la 56a Biennale di Venezia nel 2015; Rockaway! per il MoMA PS1 (2016); nel 2018 realizzerà The Horse Trotted Another Couple Of Meters, Then It Stopped, per le imponenti architetture industriali di Carriageworks, a Sydney.

Tatiana Trouvé (Cosenza, 1968, vive e lavora a Parigi). Con le sue opere esplora il terreno delle emozioni e della memoria, trasformando i ricordi in sculture modulari e pendoli metallici. La sua opera esplora il confine tra passato e futuro, memoria e potenzialità, presenza e assenza, realtà e finzione. Particolarmente cari all’artista sono gli eventi anonimi, di solito dimenticati, che costellano le nostre storie personali e che influenzano il corso delle cose. Le sue situazioni combinano intricati disegni scenografici, sculture sia lineari che tridimensionali, e spazi che accennano a dimensioni invisibili. I "drammi ambientali" di Trouvé sono malinconici e carichi di rimandi a spazi altri, che oscillano tra il reale e l'immaginario.

Tra le mostre personali dell’artista ricordiamo quelle presso König Galerie, Berlino (2016), Biennale di Lione, (2015), Mamco, Ginevra (2014). Il suo lavoro è stato esposto alla Punta della Dogana in occasione della mostra Elogio del dubbio nel 2011.