Kaye Donachie – Behind her eyelids she sees something
“Behind her eyelids she sees something”, titolo della mostra, è una citazione tratta dalla novella La Maladie de la mort (La malattia della morte, 1982) di Marguerite Duras, scrittrice e regista francese nota al grande pubblico anche per il celebre romanzo L’Amant e per la sceneggiatura di Hiroshima Mon Amour.
Comunicato stampa
RIBOT è lieta di presentare la prima personale in Italia di Kaye Donachie (Glasgow, 1970): una selezione di recenti dipinti realizzati dall'artista in occasione della mostra.
"Behind her eyelids she sees something”, titolo della mostra, è una citazione tratta dalla novella La Maladie de la mort (La malattia della morte, 1982) di Marguerite Duras, scrittrice e regista francese nota al grande pubblico anche per il celebre romanzo L’Amant e per la sceneggiatura di Hiroshima Mon Amour.
Le opere esposte evocano, come nello scritto della Duras, una contraddizione che allude ad una dimensione ‘altra’, dove l'immaginario onirico si fonde e si scontra con il reale. Donachie si concentra, più che sull’aspetto narrativo, sull’abilità della scrittrice di dissolvere la percezione dello spazio e del tempo in cui sono ambientate le sue storie.
Nelle tele di piccolo formato presenti in mostra, i vibranti tratti della sua pittura rimandano, non a caso, a quella sottile linea di confine che separa la visione intima e sensibile di ogni individuo da quella corporea della materia.
Lo sguardo nostalgico dei ritratti esposti è carico di luce, di colori sfumati e di velature sovrapposte che restituiscono alle figure rappresentate un fascino misterioso dal sapore antico. Ispirati a icone moderniste e rivoluzionarie, i soggetti di Donachie sono scrittrici, attrici, poetesse e attiviste che assunsero nella società culturale del secolo scorso un ruolo coraggioso e anticonvenzionale.
La mostra prosegue al piano inferiore con una serie di opere realizzate in continuità con il concept espositivo della galleria che prevede per ogni personale la realizzazione di un progetto dedicato. Kaye Donachie ci presenta delle stampe su cotone realizzate con la storica tecnica della cianotipia, un metodo fotografico inventato nel 1842. Questa stampa è caratterizzata dal tipico colore blu di Prussia e avviene attraverso un processo quasi alchemico di contatto tra il supporto sensibilizzato e la luce. Inizialmente utilizzata per riproduzione di note, diagrammi, disegni tecnici e planimetrie, il cianotipo viene successivamente applicato in ambito artistico anche grazie al prezioso contributo di Anna Atkins, da molti considerata la prima fotografa della storia.
Kaye Donachie vive e lavora a Londra. Ha studiato pittura al Royal College of Art di Londra. Sue Mostre personali e collettive si sono tenute presso prestigiose istituzioni e gallerie internazionali, tra queste: Fireplace Project, East Hampton, NY, 2015; Ile-de-France Le Plateau, Parigi, 2015; Museo d’Arte Moderna, San Marino, 2013; Tate St Ives, St Ives, 2009; Schirn Kunsthalle, Francoforte, 2007; Tate Triennal, Tate Britain, Londra, 2006 e molte altre. Le sue opere oggi sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private come: The British Council, Londra; Fonds Régional d’Art Contemporain, Parigi. Nel 1999 ha vinto il prestigioso John Moores Award.
Via Enrico Nöe 23 – Milano
T. +39 347 050 93 23
[email protected]
www.ribotgallery.com
orari:
da mercoledì a venerdì / dalle ore 15 alle 19:30
sabato dalle 11 alle 18:30, anche su appuntamento
KAYE DONAKYE
BEHIND HER EYELIDS SHE SEES SOMETHING
RIBOT is pleased to present the first solo show in Italy by Kaye Donachie (Glasgow 1970): a selection of recent paintings specifically realised by the artist for the exhibition.
The title, "Behind her eyelids she sees something", is a quotation from the short novel La Maladie de la mort (The Malady of Death, 1982) by Marguerite Duras, a French writer and director known to the public for her famous novel L'Amant and for the screenplay for Hiroshima Mon Amour.
As in the book by Duras, the works on show evoke a contradiction that alludes to an "other" dimension, one where a dreamlike imagination merges, but also clashes, with reality. More than on the narrative aspect, Donachie concentrates on the writer's ability to dissolve the perception of the space and time in which her stories are set.
In the small-format canvases on show, the vibrant strokes of her painting allude, and not by chance, to the subtle boundary that separates the intimate and sensitive vision of each of us from the corporeal vision of the material.
The nostalgic gaze of the portraits on show is full of light, hazy colour, and superimposed veiling that give the figures a mysterious fascination with an antique flavour. Inspired by modernist and revolutionary icons, Donachie's subjects are female writers, actresses, poets and activists who, in the cultural society of the last century, played a courageous and unconventional role.
The exhibition continues on the lower floor with a series of works created as part of the gallery's exhibition concept which, for each solo show in the gallery, envisages the realisation of a dedicated project. Kaye Donachie offers prints on cotton realised with the historical cyanotype technique, a photographic method invented in 1842. This kind of print is characterised by its typical Prussian blue colour, and is produced through an almost alchemical process of contact between the sensitised support and the light. At first used for the reproduction of notes, diagrams, technical drawings, and blueprints, cyanotypes were later used in the sphere of art, also as a result of the great contribution made by Anna Atkins, by many considered to be the first female photographer in history.
Kaye Donachie lives and works in London. She studied painting at the Royal College of Art in London. She has held solo and group shows in prestigious international institutions and galleries. Among these, mention should be made of Fireplace Project, East Hampton, NY, 2015; Ile-de-France Le Plateau, Paris, 2015; Museo d’Arte Moderna, San Marino, 2013; Tate St Ives, St Ives, 2009; Schirn Kunsthalle, Frankfurt, 2007; Tate Triennial, Tate Britain, London, 2006 , and many others. Today her works are to be found in such important public and private collections as The British Council, London, and the Fonds Régional d’Art Contemporain, Paris. In 1999 she won the prestigious John Moores Award.