Kehre
Kehre è, nella lingua tedesca, il tornante, la svolta. Per Fabiana Bosio e Paola Brancaleoni la fotografia è un tornante rispetto alle cose, che non si risolve in una meccanica inalienabile, né in una tecnologia dell’immagine.
Comunicato stampa
Kehre è, nella lingua tedesca, il tornante, la svolta. Fabiana Bosio e Paola Brancaleoni dedicano una mostra al tema che dirige la loro ricerca fotografica, sviluppata in dialogo anche attraverso i loro diversi percorsi di attività pittorica. La fotografia è un tornante rispetto alle cose, che non si risolve in una meccanica inalienabile, né in una tecnologia dell’immagine. Porre la questione di sapere che cosa non si può fotografare, e che cosa costituisca nella fotografia (e per via di essa) il difetto o il danno, significa chiedere se vi sia un occulto fotografico. In questo senso, la Kehre nella fotografia investe sempre la causa dello statuto diretto o indiretto dell’esperienza. Nella ricerca di Fabiana Bosio e Paola Brancaleoni, si elabora l’idea che la luce sia quel danno occulto che, attraverso la fotografia, appare responsabile dei compromessi cui l’esperienza deve variamente assoggettarsi, indipendentemente dagli interessi umani che la ricercano e ne risentono.
Cesare Guarino