Kengiro Azuma – Azuma
La Sala Lucio Fontana a Comabbio, dopo la pausa estiva, propone una personale di Kengiro Azuma.
Comunicato stampa
La Sala Lucio Fontana a Comabbio, dopo la pausa estiva, propone una personale di Kengiro Azuma.
Il grande artista giapponese vive e lavora in Italia dal 1956, anno in cui vinse una borsa di studio e scelse Milano come metà per i suoi studi artistici. A Milano avvenne l’incontro importante e decisivo per la sua carriera con il maestro Marino Marini e con Lucio Fontana.
Kengiro Azuma ha aderito con entusiasmo alla proposta di esporre le sue opere a Comabbio dove Lucio Fontana ha vissuto e lavorato nella casa ancora esistente ed a Comabbio si spense nel 1968.
La mostra, allestita dal figlio Ambrogio e da Massimo Cassani, che ha curato l’edizione del catalogo, promossa dall’Amministrazione, propone:
• ventitre disegni realizzati dall’artista tra il 1974 e il 1999
• sedici grafiche realizzate tra il 1973 e il 1985
• nove sculture in bronzo realizzate tra il 1956 e il 1977 tra cui “il nudo” del 1956
• lo zoo zen composto da cinque pezzi realizzati nel 1965
Il catalogo contiene in apertura un testo del Maestro:
Il significato della “MU e YU”, il vuoto e il pieno.
Il ciclo della vita.La ricerca artistica per Azuma ha sempre avuto per titolo il MU e il YU che significano, nella filosofia Zen in ideogrammi giapponesi, il vuoto e il pieno, l’infinito e il finito, il positivo e il negativo, sono gli opposti, come la vita e la morte. Attraverso la vita si vive e si arriva alla morte che rinasce nella vita infinita e continua il ciclo della vita con la ricerca ed il desiderio dei traguardi e degli obiettivi. La ricerca è verso il significato di “vuoto” MU, il concetto di “vuoto” può contenere l’infinito, una moltitudine di cose materiali ed immateriali. Il vuoto contiene il pieno ed Il pieno riempie il vuoto. Un bicchiere è vuoto, ma si riempie di acqua per vivere. Un gesto materiale che è simbolo di vita: si offre l’acqua per carità e accoglienza, un simbolo di benvenuto ricco di sentimenti e speranza. Emozioni invisibili ed immateriali: il vuoto e il pieno stanno sempre insieme. La materia sparisce con il tempo, rimane il nostro nome, la nostra famiglia e la fede che sono dentro lo spirito e l’anima dei nostri avi, tramandati dal ciclo della vita. Il ciclo della vita è senza inizio e senza fine, si riparte verso l’infinito. Si rinasce nuovamente e si riparte verso l’infinito e la rinascita continua verso l’infinito: “la speranza infinita” o “albero della vita”, verso il cerchio splendente, che rappresenta l’assoluto! Simbolo di perfezione, dell’energia e del calore del sole. Desiderio di avvicinarsi il più possibile alla perfezione e alla fede, mistero della vita. Il cerchio vuoto diventa pieno, si riempie di sentimenti, emozioni e sensazioni. Si svuota il cerchio di cose materiali, rimane solo il valore delle cose immateriali. Il materiale sparisce, finisce ma continua con lo spirito, l’anima invisibile e infinita. Così si ritorna alla terra e ricomincia il ciclo della vita, all’infinito e senza inizio e fine.
Il significato del ciclo della vita, la goccia d’acqua.
“.…La vita è sulla terra, lo spazio tridimensionale è vivere la vita,lo scorrere del presente, scegliere e decidere, così si cammina verso il futuro, sicuramente ci aspetta la morte, nel cielo, l’anima e lo spirito volano e si fondono con l’aria, mentre il corpo come una goccia d’acqua torna nell’amore della madre terra,ricordando il passato arriva la fine della vita, è viva. Evviva la vita infinita!....”
Kengiro Azuma, luglio 2016
La mostra sarà inaugurata il 17 settembre alle ore 17,00, alla presenza dell’artista e sarà visibile fino al 23 ottobre nei seguenti orari:
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 18.30.
Ingresso libero.
Catalogo disponibile in sala mostra.
Per informazioni:
[email protected]
[email protected]
tel. 0331968572
Un particolare ringraziamento a:
Kengiro Azuma: biografia.
Kengiro Azuma nato a Yamagata il 12 marzo 1926. Vive e lavora a Milano.
Nato in una famiglia di artigiani del bronzo, il padre produceva campane per i templi in Giappone, a 17 anni entra nella marina come pilota-kamikaze, ma non arriva a sacrificarsi per la fine della guerra. Finita la seconda guerra mondiale, in Giappone la scoperta dell'umanità dell'imperatore (fino a quel momento considerato di origine divina) crea un grande shock nella popolazione; questa scoperta crea un enorme vuoto spirituale in Azuma spingendolo verso l'arte. Tra il 1949 e il 1953 si laurea in scultura all'Università di Tokyo, nel 1956 ottiene una borsa di studio dal governo italiano e si trasferisce in Italia. Presto diventa allievo di Marino Marini all'Accademia di Belle Arti di Brera, in seguito ne diverrà l'assistente. La sua opera è sintesi dell'arte Zen e della lezione di Marino Marini e Fontana.
Nel 1962 partecipa, insieme ai più importanti scultori internazionali dell'epoca, alla mostra Sculture nella città organizzata da Giovanni Carandente nell'ambito del V Festival dei Due Mondi a Spoleto. Presenta l'opera MU in gesso patinato. Da allora tutte le sue opere prendono il nome di "MU" con un numero intero a fianco per le sculture e 0. il numero per i pochi e rari dipinti eseguiti dall'artista: come il MU 0.000 il primo dipinto del 1961 ai Musei Vaticani, o il MU 0.103 di una collezione privata. È stato docente della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano dal 1980 al 1990.
Nel 2015 dopo aver esposto opere permanenti in diverse città mondiali, inaugura la prima a Milano nel piazzale del Cimitero Monumentale la MU 141.
Considerato per molti anni un artista troppo moderno, è stato per diverso tempo difficile da capire: ora, grazie ad una maggiore apertura alla cultura orientale, il suo stile sta diventando di grande interesse è quasi futuristico.
È stato premiato dall'imperatore del Giappone (premio “Shijuhosho”) nel 1995.