Kenro Izu – Viaggio in Asia
Un’ampia retrospettiva di fotografie che ripercorre l’infinto, appassionato viaggio di Kenro Izu nei luoghi sacri del continente, iniziato nel 1979. Per Izu la fotografia: “non è mera forma d’arte, bensì una ricerca costante nella propria vita, per trovare il significato più recondito dell’esistenza stessa”.
Comunicato stampa
“Era il 1979, quando per la prima volta mi sono recato in Egitto per fotografare le Piramidi. Sono stato profondamente influenzato dal senso di maestosità e dall’atmosfera intensa e unica di quel luogo.Ma, fu soltanto dopo aver fotografato molti altri siti di culto negli anni seguenti, che mi resi conto di come fosse importante per me, per trovare me stesso e l’essenza della vita.
Ispirato da una stampa al platino di Paul Strand, ho iniziato a realizzare stampe a contatto al platino, procedimento che rende perfettamente la morbidezza, le sfumature più lievi, utilizzando una macchina 14 x 20, pollici appositamente realizzata per trasmettere appieno l’atmosfera dei luoghi sacri.
Da allora ho esplorato l’Inghilterra, la Scozia, il Messico, la Siria, la Giordania, l’Egitto, l’Isola di Pasqua, la Francia e il Perù.
Quando ho fotografato il tempio di Angkor in Cambogia nel 1993, ho voluto denunciare la precarietà delle rovine che lentamente stanno per essere inghiottite dalla terra. La giungla invadente che s’intreccia alle vestigi archeologiche mi ha profondamente colpito e indotto a riflettere sul valore della vita.
Da allora, ho trascorso gran parte del mio tempo proprio nei luoghi sacri dell’Asia.
Il fascino di questi posti in cui s’intersecano buddismo, induismo e islamismo, sta non soltanto nella loro bellezza, bensì nel fatto che rivelano l’essenza stessa della cultura e della storia dell’Asia.
Ho fotografato in Cambogia, Tailandia, Laos, Indonesia, Vietnam, Birmania, Tibet, Cina, Nepal, Bhutan e più recentemente ho trascorso vari anni in India.
La fotografia secondo me, non è una mera forma di arte, bensì un percorso di ricerca costante nella vita, per trovare il significato più recondito dell’esistenza stessa.
Per questo considero ogni fotografia come la mia orma lasciata su un sentiero, talvolta sono orme nette e profonde, altre volte indefinite e superficiali.
Oltre alle fotografie, realizzate negli ultimi 30 anni, ho avuto, soprattutto, la fortuna di aver vissuto esperienze, visto luoghi e incontrato persone che mi hanno insegnato cosa siano l’amore e la felicità.”