Kiki Smith / Pascale Marthine Tayou
Galleria Continua è lieta di ospitare per la prima volta nei suoi spazi espositivi una mostra personale dell’artista americana Kiki Smith e Update!, la nuova mostra personale di Pascale Marthine Tayou.
Comunicato stampa
Galleria Continua è lieta di ospitare per la prima volta nei suoi spazi espositivi una mostra personale dell’artista americana Kiki Smith. Con oltre 150 mostre monografiche realizzate in tutto il mondo, l’artista occupa un posto di spicco nel panorama dell’arte contemporanea.
La carriera di Kiki Smith è segnata dalla sperimentazione continua. L’artista ha utilizzato lana, stoffa, carta, vetro, malleabile cera, terracotta, bronzo, pietra, legno, gesso, resine plastiche ed elementi organici. Le sue opere vanno dalla scultura al disegno, dai video alle installazioni ed ancora fotografia, editoria e gioielli. La mostra di Kiki Smith nello spazio dell’Arco dei Becci include opere molto recenti, sculture in bronzo con foglia d’oro e d’argento e grandi arazzi. “Amo gli arazzi, dichiara l’artista, penso che siano sacri e sono come una coperta. Ti proteggono dal mondo, creano un cuscino tra te e il mondo. I miei sono tessuti su telai Jacquard, diversi rispetto ai tradizionali tessuti a mano… faccio un disegno originale, poi una litografia, poi un collage e infine il colore. Gli arazzi mi permettono di lavorare intensamente con il colore e questo mi piace”. Nella ricerca di un luogo più intimo e domestico che possa accogliere il proseguo della mostra – una serie di sculture, vetrate e disegni - Kiki Smith svela per la prima volta al pubblico una dimora storica di San Gimignano e ci conduce attraverso una serie di stanze che si affacciano sulla bella Piazza della Cisterna. L’insolito percorso espositivo si conclude nel giardino della galleria per il quale l’artista realizza appositamente una fontana in bronzo.
Il lavoro di Kiki Smith è stratificato di significati, metafore, paradossi. Il fulcro centrale della sua poetica è la rappresentazione del corpo, la sua deperibilità e vulnerabilità, la sua fragilità e la sua forza. Le immagini dei primi lavori di Kiki Smith raccontano di corpi attoniti di fronte al dramma della propria finitezza organica, di corpi lacerati e smembrati; una visione che affonda le proprie radici sia nell’iconografia medievale che nella scienza ottocentesca. Alla fine degli anni Novanta le figure si fanno più compatte e la narrazione diviene racconto sacro. Le sculture, le carte, le installazioni più recenti sono popolate di uccelli, lupi, figure mitologiche; un bestiario che sgorga direttamente dall’antichità ma che non ha collocazione geografica né storica. I soggetti di Kiki Smith appartengono a una memoria collettiva.
La mostra che Kiki Smith realizza per Galleria Continua esplora il rapporto tra uomo e natura, tra corpo e mondo, tra il regno naturale e quello spirituale. In queste opere la narrazione diventa fiaba, mito, luoghi della memoria, rappresentazione dell’inconscio. La ricerca si muove con agilità tra territori culturali differenti; inconscio collettivo, identità; natura e pensiero.
Kiki Smith nasce a Norimberga nel 1954, cresce nel New Jersey e si stabilisce a New York nel 1976, città dove ad oggi vive e lavora. Alla fine degli anni ’70 è membro del COLAB (Collaborative Project Inc.), collettivo di artisti che si occupano di problematiche sociali e che operano al di fuori del sistema tradizionale delle gallerie. Nel 1980 COLAB allestisce la retrospettiva “Times Square Show” dove Kiki Smith partecipa esponendo il suo primo lavoro sul corpo. Dopo aver esposto in collettive ai margini del tradizionale circuito galleristico, inizia a partecipare ad eventi presso le più prestigiose istituzioni internazionali tra queste, nel 1990, il Museum of Modern Art di New York, il Centre d’art Contemporain di Geneva, l’Institute of Contemporary Art di Amsterdam e successivamente, tra gli altri, nel 1993 l’Österreichisches Museum für Angewandte Kunst di Vienna. Nel 2005 la prima retrospettiva di Smith al Museum of Modern Art di San Francisco, la mostra viaggia anche al Walker Art Center di Minneapolis, al Contemporary Arts Museum di Houston, al Whitney Museum of American Art di New York e alla Colección Jumex di Città del Messico. Nel 2008 la mostra “Kiki Smith: Her Home” viene presentata al Haus Esters Museum di Krefeld, alla Kunsthalle di Norimberga, alla Fundació Joan Miró di Barcelona e all’Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art del Brooklyn Museum di New York. Tra le Biennali ricordiamo la Whitney Biennial di New York (1991, 1993, 2002), la Biennale di Firenze (1996–1997; 1998) e quella di Venezia (1993, 1999, 2005, 2009, 2011). Tra le mostre più recenti “Les Papesses” al Palais des Papes ad Avignone e la mostra a tre con il lavoro del padre e della sorella: “Kiki Smith, Seton Smith, Tony Smith” presso la Kunsthalle Bielefeld in Germania che ha viaggiato anche al Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz e al Festival International d’Art de Toulouse: “Artist Comes First, Les Abattoirs”, Musée d’Art Moderne et Contemporain a Tolosa; “Fiber Visions” presso Zhejiang Art Museum, in occasione della Triennale di Hangzhou in Cina. I lavori di Kiki Smith sono inclusi in più di cinquanta importanti collezioni pubbliche in tutto il mondo. L’artista ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali: United States Art in Embassies Award (presentato da Hillary Clinton nel 2012), Theo Westenberger Women of Excellence Award (2010); Nelson A. Rockefeller Award, Purchase College School of the Arts (2010); Women in the Arts Award, Brooklyn Museum (2009); 50th Edward MacDowell Medal (2009); Medal Award, School of the Museum of Fine Arts, Boston (2006); Athena Award for Excellence in Printmaking, Rhode Island School of Design (2006), Skowhegan Medal for Sculpture (2000). Nel 2006 la rivista TIME l’ha indicata tra i “TIME 100”, le persone più influenti del mondo. L’artista è stata eletta membro dell’American Academy of Arts and Letters e dell’American Academy of Arts and Sciences.
KIKI SMITH
Path
Opening: Saturday 31 May 2014, via Arco dei Becci 1 and Piazza della Cisterna 13, 6pm–12 midnight
Until 30 August 2014, Monday–Saturday 10am–1pm, 2–7pm
Galleria Continua is pleased to host, for the first time, a solo show by American artist Kiki Smith. With over 150 one-person exhibitions around the world, she is a prominent figure in contemporary art.
Kiki Smith’s career is distinguished by constant experimentation. She has used wool, cloth, glass, malleable wax, earthenware, bronze, steel, stone, wood, paper, plaster, plastic resins and organic elements. Her works range from sculpture to drawing, video to installation, in addition to photography, printmaking and jewellery. This exhibition at the Arco dei Becci gallery space will include her recent bronze sculptures with gold and silver leaf, as well as a number of large tapestries. “ I love tapestries ”, Smith says, “ I think they are sacred, and are like a blanket. They protect you from the world, creating a cushion between you and the world. Mine are fabrics on Jacquard frames, and are different from traditional handmade fabrics… I make an original drawing, then a lithograph, then a collage and finally the colour is painted. The tapestries enable me to work intensely with colour, and I like this. ” The artist’s desire for an intimate and domestic setting to house the show – a selection of sculptures, stained glass pieces and drawings – has led to one of San Gimignano’s historic homes being opened to the public for the first time, inviting viewers through a series of rooms overlooking the beautiful Piazza della Cisterna. The unusual exhibition path ends up in the gallery’s garden, for which the artist has produced a bronze fountain.
Smith’s work is layered with meaning, metaphor and paradox. The core of her poetics is the representation of the body – its perishability and vulnerability, its fragility and its strength. Smith’s early works speak of bodies riveted by the drama of their organic finiteness, of lacerated, cut-up bodies; a vision rooted in both medieval iconography and nineteenth-century science. At the end of the 1990’s, her figures became more compact and their narrative became a sacred story. Her recent sculptures, paper works and installations are populated by birds, wolves and mythological figures. While this bestiary stems from antiquity, it is neither geographically nor historically situated. Smith’s subjects are part of a collective memory.
Kiki Smith’s exhibition at Galleria Continua explores the relationship between the human being and nature, between the body and the world, between the natural kingdom and the spiritual one. In these works, narrative becomes fable, myth, a site of memory and a representation of the unconscious. Her work moves adroitly through different cultural territories; the collective unconscious; identity; nature and thought.
Kiki Smith was born in Nuremberg in 1954, grew up in New Jersey, and moved to New York City in 1976, where she lives and works today. At the end of the 1970’s, she was a member of COLAB (Collaborative Project Inc.), a collective of artists addressing social issues that operated outside the traditional gallery system. In 1980, COLAB organized the retrospective Times Square Show, to which Smith contributed her first work on the body. After showing in group exhibitions on the fringes of the traditional gallery circuit, Smith started taking part in exhibitions at major international institutions in 1990 including the Museum of Modern Art in New York, the Centre d’Art Contemporain in Geneva, Institute of Contemporary Art in Amsterdam and then, amongst others, in 1993 the Österreichisches Museum für Angewandte Kunst in Vienna. In 2005, Smith had her first retrospective at the San Francisco Museum of Modern Art which traveled to the Walker Art Center in Minneapolis, the Contemporary Arts Museum in Houston, the Whitney Museum of American Art in New York and the La Colección Jumex in Mexico City. The 2008 exhibition Kiki Smith: Her Home traveled from the Haus Esters Museum in Krefeld to the Kunsthalle of Nuremberg, the Fundació Joan Miró in Barcelona and the Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art of the Brooklyn Museum in New York. Smith’s Biennale appearances of note include the Whitney Biennial of New York (1991, 1993, 2002), the Florence Biennale (1996–1997; 1998) and the Venice Biennale (1993, 1999, 2005, 2009, 2011). Amongst her more recent exhibitions are Les Papesses at the Palais des Papes in Avignon; a three-person exhibition with her father and sister’s work: Kiki Smith, Seton Smith, Tony Smith at Kunsthalle Bielefeld, Germany which traveled to Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz and Festival International d'Art de Toulouse: Artist Comes First , Les Abattoirs, Musée d’Art Moderne et Contemporain à Toulouse; Fiber Visions at the Zhejiang Art Museum, on the occasion of the Hangzhou Triennial in China. Works by Smith are housed in over fifty public collections around the world. She has also received many awards including the United States Art in Embassies Award (presented by Hillary Clinton in 2012); the Theo Westenberger Women of Excellence Award (2010); the Nelson A. Rockefeller Award, Purchase College School of the Arts (2010); the Women in the Arts Award, Brooklyn Museum (2009); the 50th Edward MacDowell Medal (2009); the Medal Award, School of the Museum of Fine Arts, Boston (2006); the Athena Award for Excellence in Printmaking, Rhode Island School of Design (2006); and the Skowhegan Medal for Sculpture (2000). In 2006 TIME magazine listed her among the TIME 100 most influential people in the world. She has also been elected a member of the American Academy of Arts and Letters and the American Academy of Arts and Sciences.
PASCALE MARTHINE TAYOU
Update !
Inaugurazione sabato 31 maggio 2014, via del Castello 11, 18-24
Fino al 30 agosto 2014, da lunedì al sabato 10-13 / 14-19
Update! E un progetto artistico ed iniziatico
Update! Per evocare una volta ancora il mio interesse per lo shock permanente delle culture di massa,
Un progetto come un grande punto interrogativo sull’immaginario di un grande mondo,
Un progetto ritratto dell’uomo-molteplice, uomo-dio, uomo-culto, uomo di riti e di tabù,
Update! come uno sconvolgimento visuale di credenze e tradizioni,
Una testimonianza plastica che mescola suoni ed immagini, forme e odori, un’Art-chitettura costruita come rivelatore al cuore dei costumi attuali,
Update! è l’incertezza, ed è anche e forse solo l’incomprensione.
(Pascale Marthine Tayou)
Con queste parole Pascale Marthine Tayou introduce Update!, la nuova mostra personale che realizza per Galleria Continua dove presenta, oltre ad una serie di recenti lavori, opere concepite ad hoc per gli spazi espostivi dell’ex cinema teatro di San Gimignano.
E’ difficile trovare una definizione per identificare il processo poetico che Pascale Marthine Tayou mette in atto, sempre sospeso tra il racconto eccentrico e colorato del quotidiano e la necessità di mescolare situazioni, peculiarità umane e geografie. Per l’artista l’opera nasce in stretta contiguità con la vita; le sue installazioni hanno origine nelle sue personali esperienze e dall’assunzione di materiali o di immagini trovate; e hanno a che fare con la circolazione continua degli individui e degli oggetti nel mondo. Il viaggio, l’incontro, l’energia, la spontaneità e la casualità vi hanno un ruolo fondamentale.
La mostra che Pascale Marthine Tayou realizza per Galleria Continua esplora l’idea del viaggio così come la capacità di misurarsi con una realtà in continua trasformazione. Consapevole di una geografia che si fa sempre più mobile l’artista concepisce il viaggio non solo come condizione di vita, ma come dimensione psicologica capace di sovvertire i rapporti sociali, gli assetti simbolici e psicologici, politici, economici del vivere. “Molta della gente che ho incontrato pensa che io sia un "artista”, ma io mi considero più come un viaggiatore. Traghettatore del vuoto e cercatore del nulla, delinquente di lusso alla ricerca dei piaceri. Io sono un insaziabile e ho sempre voglia di svelarmi. A volte mi nascondo nel mio specchio e spesso lo rompo, lo infrango, ogni giorno muto e ogni giorno che passa spero di essere il contrario del mio io nell’anima di quelli che pensano di sapere chi io sia. È una certezza che viaggiare è la speranza di incontrare la magia che nasconde i misteri del razionale umano”. Questo rispondeva Tayou alla richiesta di un giornalista di dare una definizione del termine ‘viaggio’. In Update! il viaggio è evocato dalle cartoline di Menu Familial, dalla piccola moto francese – «mobylette» – rivestita di oggetti e materiali africani e ancora, da opere come Landscape o Terres Riches, rappresentazione onirica e al contempo realistica di una terra ricca e lontana.
Immaginario della migrazione, intraducibilità di culture lontane tra loro, paradossi e soluzioni inventive che nascono nell’ambito di processi di appropriazione. Questi sono i temi che sviluppano le Falling Houses. Queste opere ci danno l’immagine di un mondo nuovo e capovolto, una forma di carnevale dove i poveri diventano ricchi, dove i bambini del Camerun si vestono con i costumi di personaggi della cultura occidentale. Lo stesso accade in altre opere in mostra, come ad esempio nelle stampe su legno L’Ecole des Clowns e nei Poupées Pascale, risultato dell’ibridazione di tradizioni diverse: quella europea, con la tecnica del cristallo soffiato, e quella africana con la forma del feticcio. La mimesi culturale operata da Tayou parte dall’identità tribale, per arrivare ad una lettura dei personaggi in chiave contemporanea e globale. Raffinati e coloratissimi, i Poupées rappresentano un ponte tra spirito e materia, rappresentano uno spazio fluido dove i confini geografico-culturali si annullano per parlare di sacralità e di vita.
Nel contesto della cultura di massa, la mescolanza e lo sviluppo anarchico possono condurre a situazioni di crisi, creando problematiche che mettono in pericolo l’intera umanità. Tra queste problematiche Update! fa emergere l’inquinamento del pianeta, ma anche l’esaurimento delle risorse energetiche che generano conflitti. I ‘tentacoli’ annodati di Octopus ne sono metafora. Malgrado questi aspetti negativi, Pascale Marthine Tayou non smette di ricordarci che l’incontro è la ragione e l’origine della vita, lo fa con opere che sono vere e proprio celebrazioni della vita, declinazione della poesia e della natura fisica del sentimento amoroso, come Graffiti neon e Scene of Life.
Pascale Marthine Tayou nasce a Nkongsamba, in Camerun, nel 1966. Vive e lavora a Gent. L’opera di Pascale Marthine Tayou, oltra a mediare diverse culture e a porre in relazione uomo e natura, si configura come costruzione sociale, culturale o politica. Le sue opere si compongono attraverso un processo di accumulazione tra elementi eterogenei. Gli ambienti ai quali l’artista dà vita nei suoi progetti espositivi, sono coinvolgenti e variopinti, carichi di stimoli, sollecitazioni visive, pensieri, parole, personaggi e mettono in atto /attivano veri e propri cortocircuiti tra immaginazione e realtà.
Attivo dalla metà degli anni Novanta, l’artista ha preso parte a importanti esposizioni e rassegne internazionali a partire da Documenta 11 (Kassel, 2002) e Münsterland Skulptur Biennale (Münster, 2003), per arrivare alle Biennali di Istanbul (2003), Lione (2005), Venezia (2005 e 2009), L’Avana (2006). Numerose le mostre realizzate in importanti musei e prestigiosi spazi espositivi di tutto il mondo (Kunsthalle di Vienna, Museum of Contemporary Art di Chicago, Grand Palais di Parigi, SFAI di San Francisco, Talpiot Beit Benit Congress Centre di Gerusalemme, Tate Britain di Londra, Musée d'Art Moderne et Contemporain di Toulouse, Hayward Gallery di Londra). Tra le mostre personali ricordiamo: MACRO (Roma, 2004 e 2013), S.M.A.K. (Gent, Belgio, 2004), MART (Herford, Germania, 2005), Milton Keynes Gallery (Milton Keynes, UK, 2007), Château de Blandy-les-Tours, (Blandy Les Tours, Francia 2008), Benedengalerie Culturcentrum (Kortrijk, Belgio, 2009), International Film Festival (Rotterdam, Olanda, 2010), Malmö Konsthall (Malmö, Svezia), Gare Saint-Sauveur, lille3000 (Lille, Francia), Goethe Institut Johannesburg (Johannesburg, Sud Africa) nel 2010, MAC (Lione, Francia), Mudam (Luxembourg) nel 2011, La Villette (Parigi) nel 2013 e KUB (Bregenz) nel 2014.
PASCALE MARTHINE TAYOU
Update!
Opening: Saturday 31 May 2014, via del Castello 11, 6pm–12 midnight
Until 30 August 2014, Monday–Saturday, 10am–1 pm, 2–7pm
Update! is an artistic and initiatory project
Update! to stir once again my interest in the permanent shock of mass culture,
a project like a large question mark over the imagination of a large world,
a project portrait of multiple-man, god-man, cult-man, man of rituals and taboos
Update! like a visual disruption of beliefs and traditions,
plastic testimony that mixes sounds and images, forms and smells, an Art-chitecture constructed as a detector at the heart of current customs
Update! is uncertainty, and is also and perhaps only incomprehension
(Pascale Marthine Tayou)
With these words Pascale Marthine Tayou introduces Update!, the new solo show for Galleria Continua, where, besides a series of recent pieces, the artist is also presenting works conceived specifically for the exhibition spaces in San Gimignano’s former cinema and theatre.
It is hard to find a definition to identify the poetic process activated by Tayou, perpetually suspended between the eccentric and colourful recounting of the everyday and the need to mix situations, human peculiarities and geographies. For the artist the work comes into being in close connection with life; the origins of the installations lie in personal experience and in the use of found materials or images, and relate to the continual circulation of individuals and objects in the world. The journey, the encounter, energy, spontaneity and chance play a fundamental role in it.
Pascale Marthine Tayou’s exhibition for Galleria Continua explores the idea of the journey, and likewise the capacity to engage with a continually changing reality. Conscious that the notion of geography is becoming ever more mobile, the artist conceives the journey not only as a condition of life but also as a psychological dimension capable of subverting social relations, the symbolic, psychological, political and economic patterns of life. “Many of the people I have met think I am an “artist”, but I think of myself more as a traveller. Ferrying a void and searching for nothing, a criminal of luxury in search of pleasures. I am insatiable, and I always want to reveal myself. Sometimes I conceal myself in my mirror, and often I break it, I shatter it. Mute every day, and every day that passes I hope to be the opposite of my Self in the mind of those who think they know who I am. It is a certainty that travelling is the hope of encountering the magic that hides the mysteries of human rationality.” This was Tayou’s response to a journalist’s request to define the term ‘journey’. In Update! the journey is evoked by the postcards of Menu Familial, by the small French motorbike – mobylette – covered with African objects and materials, and again, by works like Landscape or Terres Riches, the oneiric and at once realistic representation of a rich and distant land.
Images of migration, untranslatability of cultures far removed one from the other, paradoxes and inventive solutions that arise within the ambit of processes of appropriation – these are the themes developed in the Falling Houses. These works gives us the image of a new and overturned world, a form of carnival where the poor become rich, where the children of Cameroon dress up in the costumes of figures from Western culture. The same happens in other works in the exhibition, for example in the prints on wood of L’Ecole des Clowns and in the Poupées Pascale, the result of a hybridization of different traditions: the European one, with the technique of blown glass, and the African one with the fetish form. The cultural mimesis wrought by Tayou starts from tribal identity and ends up offering a contemporary and global reading of the characters. Sophisticated and highly colourful, the Poupées are a bridge between spirit and matter; they represent a fluid space where geographic-cultural boundaries are erased in order to speak of sacredness and life.
In the context of mass culture, intermingling and anarchic development can lead to situations of crisis, creating problems that endanger the whole of humankind. Of these problematic issues, Update! brings to the fore the pollution of the planet, but also the exhausting of conflict-generating energy resources. The knotted “tentacles” of Octopus offer an apt metaphor of this. Despite these negative aspects, Tayou never ceases to remind us that the encounter is the reason and origin of life, and the artist does so with works that are authentic celebrations of life, articulations of the poetry and of the physical nature of amorous sentiment, such as Graffiti Neon and Scene of Life.
Born in Nkongsamba, Cameroon, in 1966, Pascale Marthine Tayou lives and works in Gent. The artist’s work, besides mediating various cultures and placing humans and nature in relation to each other, is configured as a social, cultural and political construction. Tayou’s works are composed through a process of accumulating heterogeneous elements. The environments created for the exhibition projects are absorbing and multi-coloured, packed with stimuli, visual prompts, thoughts, words and characters that trigger full-blown short circuits between imagination and reality.
Active since the middle of the 90s, the artist has taken part in important international exhibitions and events, from Documenta 11 (Kassel, 2002) and the Münsterland Skulptur Biennale (Münster, 2003) through to the Biennali of Istanbul (2003), Lyon (2005), Venice (2005 and 2009) and Havana (2006). The artist has shown in important museums and exhibition spaces around the world (the Kunsthalle in Vienna, the Museum of Contemporary Art in Chicago, the Grand Palais in Paris, the SFAI of San Francisco, the Talpiot Beit Benit Congress Centre in Jerusalem, Tate Britain in London, the Musée d’Art Moderne et Contemporain in Toulouse and the Hayward Gallery in London), and has had solo exhibitions at: MACRO (Rome, 2004 and 2013), S.M.A.K. (Gent, Belgium, 2004), MART (Herford, Germany, 2005), Milton Keynes Gallery (Milton Keynes, UK, 2007), Château de Blandy-les-Tours (Blandy Les Tours, France, 2008), Benedengalerie Culturcentrum (Kortrijk, Belgium, 2009), the International Film Festival (Rotterdam, Holland, 2010), Malmö Konsthall (Malmö, Sweden, 2010), Gare Saint-Sauveur, lille3000 (Lille, France, 2010), Goethe Institut Johannesburg (Johannesburg, South Africa, 2010), MAC (Lyon, France, 2011), Mudam (Luxembourg, 2011), La Villette (Paris, 2013) and KUB (Bregenz, 2014).