Koinè 2013
70 artisti per un linguaggio comune dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
Si inaugura sabato 16 febbraio 2013, a Milano, con una doppia inaugurazione all’Atelier Chagall (Alzaia Naviglio Grande, 4, ore 16,30) e alla Galleria Zamenhof (via Zamenhof, 11, ore 18,30) la mostra “KOINÈ 2013: 70 artisti per un linguaggio comune dell’arte contemporanea”, a cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini.
La mostra proseguirà a Milano fino al 28 febbraio, per poi trasferirsi a Ferrara, nel prestigioso Palazzo della Racchetta. Ingresso libero.
Koinè 2013
70 artisti per un linguaggio comune dell’arte contemporanea
A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini
Alla Galleria Zamenhof (aperta tutti i giorni dalle 15 alle 19, ingresso libero)
Opere di
Pier Giorgio Ballerani, Marco Bellomi, Walter Bernardi, Alberto Besson, Marta Boccone, Andrea Boldrini, Fiorenzo Bordin, Andrea Borghi, Simone Boscolo, Marco Bozzini, Annamaria Bracci, Vito Carta, Alfredo Colombo, Lorenzo Curioni, Raffaele De Francesco, Giuseppe De Michele, Bruno De Santi, Laura Di Fazio, Isa Di Battista, Siberiana Di Cocco, Daniela Doni, Paolo Facchinetti, Carlo Fontanella, Massimo Gasperini, Silvio Gatto, Angela Ippolito, Angela Keller, Toshiko Kitatani, Paolo Lo Giudice, Marbaf, Franco Maruotti, Natalia Molchanova, Maurizio Molteni, Bruno Moretti Sanlorano, Silvio Natali, Giuseppe Orsenigo, Beatrice Palazzetti, Domenico Paolo, Alessandro Pedrini, Gabriele Perissinotto, Angelo Petrucci, Luigi Profeta, Emanuele Racca, Michele Recluta, Marialuisa Ritorno, Alessandro Rossi, Imerio Rovelli, Luciana Schiazza, Susanna Serri, Rosa Spina, Ivo Stazio, Claudia Strà, Mariangela Tirnetta, Federica Vairani, Lyudmila Vasilieva,
All’Atelier Chagall (aperto dal mercoledì al sabato ,ore 15-19; domenica ore 11-19, ingresso libero)
Opere di
Salvatore Alessi, Alessandro Baito, Valentina Carrera, Marina Berra, Ivano Boselli, Anna Cesi, Michelle Hold, Claudia Margadonna, Eleonora Mazza, Virgilio Patarini, Catherine Schmid, Luciano Valensin, Jarmila Vesovic, Gianfranco Zazzeroni.
Un appuntamento fisso
Com’è ormai d’abitudine, fin dal primo anno di programmazione, la Galleria Zamenhof ha un appuntamento fisso con quella che potremmo definire “la mostra delle mostre”. Tutti gli anni infatti, a fine stagione o al principio della stagione successiva, c’è questa specie di rito che consiste nell’allestire una sorta di riassunto delle puntate precedenti: una mostra che riassuma e sintetizzi, in qualche modo, la programmazione della stagione appena conclusa e che presenti opere di tutti gli artisti proposti. Al tempo stesso è un’occasione per fare il punto di un anno di lavoro e per meglio comprendere, forse, il senso di quello che si è fatto.
Per i visitatori è un’occasione per vedere opere e artisti che magari erano sfuggiti.
Per noi, fin dal principio è stato chiaro che significava anche mettere a fuoco la nostra idea di arte contemporanea: quello che ci sembrava rilevante, e accostando un autore all’altro, spesso apparentemente diversissimi, provare a capire se qualcosa ci fosse in comune e cosa e se questo “qualcosa”, questo terreno comune fosse la possibile base, il possibile punto di partenza per definire i termini e la sintassi di una lingua comune dell’arte contemporanea. In greco antico infatti col termine “koinè” si indicava la lingua comune dei greci, al di là delle differenze dei dialetti e delle lingue locali (l’attico, il dorico, ecc.).
Ora più che mai è evidente la necessità di definire se ci sia un minimo comun denominatore nell’infinità di variabili dell’arte contemporanea, al di là delle mode o dei fenomeni di superficie, al di là di inutili distinzioni tra generi, figurazione e astrazione, tra moderno e contemporaneo.
Quest’anno ci sono due importanti novità: la mostra coinvolge anche l’Atelier Chagall e anziché seguire “anticipa” la programmazione dell’anno.