KomaKino
KomaKino è la mostra inaugurale di Cayce’s Lab, collegata tematicamente con ottobre, il mese in cui la stagione calda si trasforma in quella fredda. Una Wunderkammer multidimensionale, che si mostra in scala crescente, dal dettaglio, all’allestimento interno, fino alle fantasmagorie in esterno
Comunicato stampa
Sabato 6 ottobre, alle ore 17.00, in via Carteria 26 e 104, a Modena, Cayce's Lab e Emilia Ruvida, inaugurano, in concomitanza con La Giornata del Contemporaneo promossa dall’AMACI, degli eventi che presentano, all’inizio del periodo di assegnazione, il loro lavoro e i progetti di utilizzo degli spazi di via Carteria che occuperanno fino a settembre 2014. I due gruppi, formati da curatori ed artisti sono infatti i vincitori della VI edizione del “Concorso per l’assegnazione in uso a giovani curatori ed artisti, per due anni, di due atelier in via Carteria a Modena”, promosso dall’Ufficio Giovani d’Arte del Comune di Modena con l’intento di offrire spazi dedicati prevalentemente ad attività espositive, all’interno di una via ad alta connotazione artistica. Selezionati da una commissione, composta da Giulia Severi, Capo Settore alla Cultura del Comune di Modena e Marco Pierini, Direttore della Galleria Civica di Modena, i due gruppi, composti da giovani operanti in discipline diverse e con curriculum artistici ed espositivi significativi, hanno presentato progetti di utilizzo degli spazi aventi caratteristiche di qualità, originalità e continuità di apertura.
KomaKino è la mostra inaugurale di Cayce’s Lab, collegata tematicamente con ottobre, il mese in cui la stagione calda si trasforma in quella fredda. Una mostra dalla doppia fruizione, esterno/ interno. Kino è uno dei capitoli focali de L'Accademia dei Sogni. Primo romanzo della trilogia sulla comunicazione di William Gibson, la sua protagonista logofobica, Cayce Pollard, ha dato il nome al Laboratorio di via Carteria 26. In russo, kino significa cinema, dal radicale greco kinesis, movimento, per collegarsi al visual set presentato in esterno da Colette Baraldi. Nello spazio interno, invece, per suggerire il sopraggiungere dell'inverno, forme d'arte che raccontano di chiusura, di raccoglimento, della preparazione alla dimensione comatosa del letargo: Alessio Bogani allestisce un’installazione site-specific, un esperimento interstiziale fra il mondo minerale, vegetale ed umano, sui passaggi di stato e sui cicli di morte e rinascita. L’installazione Vivarium impiega una serie di vetrerie alchemiche per suggerire l’idea del laboratorio. All’interno dei contenitori di vetro troviamo degli oggetti esteticamente poco attraenti, ma molto interessanti a livello semantico, una serie di muffe coltivate, come metafora della trasformazione, che non può avvenire senza passare dalla dissoluzione di quello che c’era prima. Bogani apre una finestra dentro le mura di Cayce’s Lab, mediante un quadro che rappresenta un giardino, una zona di confine fra gli spazi antropizzati e il regno della natura.
Valicando la finestra virtuale si passa all’esterno, dove Colette Baraldi presenta il visual set (titolo). Fra geometrie psichedeliche, ritmiche di sapore impressionista e giochi desublimanti, questo esperimento cinetico di luce rivelerà - a chi saprà coglierlo - un manifesto programmatico del Laboratorio.
KomaKino è anche un disco a sette pollici del 1980, dei Joy Division, la supernova che con un'unica esplosione ha creato post-punk, dark e new-wave, e dalle cui ceneri è nata la scena elettronica di Manchester. I Joy Division suggeriscono il titolo di testata Unknown Pleasures, la fanzine punk-rococò che documenterà tutte le iniziative di Cayce's Lab.
Cayce's Lab, in occasione di KomaKino, si trasforma in Wunderkammer multidimensionale, che si mostra in scala crescente, dal dettaglio, all'allestimento interno, fino alle fantasmagorie in esterno.