Korakrit Arunanondchai
Nel segno di Buddha, ma anche di Steve Jobs: nella pratica multidisciplinare dell’artista passato e presente, fantasia e realtà, scienza e spiritualità si mescolano con grande naturalezza.
Comunicato stampa
Nel segno di Buddha, ma anche di Steve Jobs: nella pratica multidisciplinare dell’artista passato e presente, fantasia e realtà, scienza e spiritualità si mescolano con grande naturalezza.
La storia dell’arte occidentale, ma soprattutto la memoria, individuale e collettiva, nell’era della comunicazione digitale, sono al centro dei lavori di Arunanondchai. La prospettiva è quella di un nativo digitale ed emigrato culturale dalla Thailandia, che nel 2009 ha lasciato per gli Stati Uniti.
La mostra si apre a Passage con tre grandi dipinti su tela di jeans (History Paintings) e prosegue al quarto piano con video e installazioni – tra cui diversi lavori inediti. Qui l’artista crea un’esperienza avvolgente e coinvolgente: grazie a speciali pellicole, le facciate di vetro e l’illuminazione al soffitto sono infatti trasformate in superfici colorate, che tingono di rosso, giallo e blu l’intero spazio espositivo.
Quella a Museion è la prima personale dell’artista in Italia.
Korakrit Arunanondchai (Bangkok, 1986)
Studi alla Islad School of Design (2009) e alla Columbia University (2012), Arunanondchai ha all’attivo numerose collettive in istituzioni come Sculpture Center, New York, ICA Londra, e personali in istituzioni come Palais de Tokyo, Parigi (2015), MoMa PS1 (New York, 2014). Oltre alla mostra a Museion, Korakrit Arunanondchai sarà presente quest’anno alla Biennale di Sydney (18 marzo – 5 giugno) e alla Biennale di Berlino (Berlin Biennale, 4/06-18/09).
A cura di Letizia Ragaglia
Immagine: Korakrit Arunanondchai, courtesy of the artist.