Kunstkammer | Mirabilia artificialia

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA D'ARTE ROCCATRE
Via Della Rocca 3b , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-sabato 10.30-12.45 15.30-19.30

Vernissage
15/09/2022

ore 15

Curatori
Olga Gambari
Generi
arte contemporanea, collettiva

Questa mostra è una collettiva composta in forma di kunstkammer, una camera che raccoglie una
collezione di opere d’arte.

Comunicato stampa

Titolo mostra Kunstkammer | Mirabilia artificialia
A cura di Olga Gambari
Durata mostra 15 settembre – 8 ottobre 2022
Inaugurazione giovedì 15 settembre 2022 ore 15-23 in occasione di Exhibi.To
Sede mostra Galleria d’arte Roccatre Via della Rocca, 3/b – 10123 Torino
Tel. +39 011 836765 [email protected] www.galleriaroccatre.com
Orari apertura al pubblico martedì-sabato 10.30-12.45 15.30-19.30
Artisti esposti:
Maura Banfo, Fritz Baumgartner, Vasco Bendini, Laura Castagno, Sandro De
Alexandris, Nicolaj Diulgheroff, Marco Gastini, Alessandro Gioiello, Bice Lazzari,
Arrigo Lora Totino, Luigi Mainolfi, Gian Luigi Mattia, Leonardo Mosso, Cristiana
Palandri, Adriano Parisot, Enrico Paulucci, Simone Pellegrini, Achille Perilli, Guido
Persico, Claire Robert, Piero Ruggeri, Piero Simondo, Mario Surbone, Luigi Veronesi.
Testo a cura di Olga Gambari:
“Il significato della parola tedesca wunderkammer viene tradotto generalmente come camera, o
gabinetto delle meraviglie. Più che di una parola si tratta di una visione, di un significato complesso
che può anche essere definito come kunstkammer, cioè camera dell'arte. In cui arte è qualcosa di
meraviglioso che afferisce prima di tutto al mondo naturale, poi a quello umano, che del primo è parte
consustanziale, manifestazione fenomenologica. Quale artista più grande di colei capace di creare
una perla nella fucina di una conchiglia o il pattern del piumaggio di un colibrì. Nell’origine
cinquecentesca della definizione di wunder/kunstkammer, che però affonda le sue radici nel
Medioevo, si cela anche l’origine dell’idea stessa di collezionista e di museo, privato all’inizio e poi
pubblico. Di naturalia e artificialia erano composte le mirabilia che animavano queste camere
formidabili, opere d’arte nate dalla natura e dall’uomo.
Questa mostra è una collettiva composta in forma di kunstkammer, una camera che raccoglie una
collezione di opere d’arte, tutte diverse e speciali, una raccolta eccentrica di opere rare per bellezza,
storia, significato. Dai primi decenni del Novecento a oggi, nomi storici e artisti contemporanei. Tra
di essi nessuna differenza né gerarchia, solo la loro singola unicità.
Ogni lavoro è un’occasione di incontro, di narrazione. Di condivisione.
Più che di una “mostra”, infatti, si tratta di una “collezione” messa insieme per il piacere stesso di
farla, prima ancora che di presentarla al pubblico.
Lo spirito e l’atteggiamento da cui è nata sono quelli propri del collezionista (in fondo, un gallerista è
anche sempre un collezionista, almeno Alessandro Toppino lo è, e quando parli con lui non capisci mai
se i quadri li cerchi per sé o per venderli), che cerca e raccoglie per diletto, per rispecchiarsi e
comprendersi nell’enigma in divenire e mai didascalico dell’arte, per l’emozione della ricerca,
dell’incontro, del possesso, che significa avere a disposizione l’opera, ogni volta nuova per visioni e
letture ulteriori, intime. Perché l’arte è viva. Ed essendo vive, le opere, e così le collezioni vere e sentite,
non fatte per investimento o status sociale, risulta anche incredibilmente facile allestirle: si
dispongono da sole nello spazio, seguendo armonie e disarmonie, antipatie e simpatie, affinità e
contrasti. Loro, tra di loro, si conoscono molto bene, e non accettano imposizioni, pena il divenire
spente e mute.
In questa idea di camera delle meraviglie -che si coagula in una famiglia legata per istinto, ispirazione
ed empatia tra collezionista e opere-, ogni suo elemento costitutivo rappresenta un vero personaggio
con la sua identità.
Ciascuno una storia, una memoria, una voce, un corpo. Ciascuno testimone e scrigno. Entità che si
attivano al contatto con lo sguardo, i sensi, il pensiero dell’osservatore. E in questo viene difficile dire,
e credere, che siano oggetti inanimati. Si potrebbe citare Francis Ponge e il suo “Partito preso delle
cose” (1942), una raccolta di poesie dedicata a una quotidianità oggettuale apparentemente
inanimata. Eppure quanti segreti e rivelazioni ed emozioni nei suoi oggetti rivelati, le conchiglie, le
more, i kaki, la candela, il pane...
Certo, bisogna saper guardare, e stare in ascolto. A ciascuno, loro, raccontano la stessa storia ma
sempre un po’ diversa, perché ciascuno, di quelli con cui entrano in relazione, è diverso e la ascolta,
la interpreta, la integra a modo suo.
“Il miglior partito è di considerare ogni cosa del tutto sconosciuta, e di passeggiare o di sdraiarsi nel
sottobosco o sull’erba, e di riprendere tutto dall’inizio”.
Parole di Ponge che costituiscono il metodo di fruizione della nostra Kunstkammer, che non ha
indicazioni critiche o tecniche, né museografiche o di mercato, ma solo invita all’incontro con le opere
senza altri strumenti che la curiosità e la capacità di lasciarsi meravigliare.