La bellezza per la bontà l’arte aiuta la vita

Informazioni Evento

Luogo
SALA GIUBILEO
Riva III Novembre 9 (3412) Trieste, Trieste, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Sala del Giubileo a Trieste (Riva 3 Novembre, 9) / 22 - 30 ottobre 2011 / orario tutti i giorni ore 10 - 12 / 16 - 19.30

Castello di Duino (Trieste) - 31 ottobre - 13 novembre 2011 / orario di apertura del Castello

Vernissage
22/10/2011

ore 12

Curatori
Marianna Accerboni
Generi
arte contemporanea, collettiva

XII edizione della mostra d’arte intitolata La bellezza per la bontà, l’arte aiuta la vita, organizzata a favore del Premio alla Bontà Hazel Marie Cole Onlus, istituito da Aldo e Donatella Pianciamore, e curata dall’architetto Marianna Accerboni, che introdurrà l’esposizione. Alla rassegna prendono parte 33 artisti triestini, provenienti da altre città italiane e stranieri.

Comunicato stampa

Bontà e bellezza - scrive Accerboni - s’intrecciano in questa iniziativa, che premia la generosità e l’altruismo nel ricordo di Hazel Marie Cole, straordinaria figura di mecenate inglese, la quale fece di tali doti il proprio stile di vita. Al di là del precipuo fine benefico, la rassegna, giunta quest’anno alla dodicesima edizione, ha il pregio di riassumere attraverso più di una trentina di opere, realizzate secondo tecniche diverse - dalla pittura a olio, acrilico, tecnica mista, stucco e gesso su tela, su tavola o su seta, alla gouache, al disegno a inchiostro e a gessetto, all’acquaforte e alla fotoriproduzione da lucido - un panorama attraente e variegato del lessico artistico contemporaneo a Trieste, in Italia e all’estero. Inoltre, come in molte delle scorse edizioni, alla consueta e prestigiosa sede espositiva del Castello di Duino, si affianca anche quella della Sala del Giubileo.

Gli artisti presenti seguono per la maggior parte due percorsi creativi: i più sono orientati a un’interpretazione essenziale della realtà, arricchita sovente di suggestioni oniriche, fantastiche, simboliche, metafisiche e surreali, altri seguono invece il filone narrativo. Al primo gruppo, nell’accezione simbolista, appartiengono l’affascinante intuizione di Erika Stocker Micheli, il linguaggio criptico di Dante Pisani, la giocosa affabulazione di Ferruccio Bernini, che non manca mai di stupire, l’originale e raffinata ricerca di Mario Bessarione, l’arte fantastica di Bruna Daus Medin, l’immaginario magico e illimitato di Annamaria Ducaton, il fantasioso collage tessile di Laila Grison, il simbolismo spirituale della francese Valerie Bregaint, l’onirico sentire di Giancarlo Stacul; mentre Alice Psacaropulo è presente con una sorta di simbolismo arcaico intrecciato alla ricerca postcubista, che rappresenta una delle tante espressioni della sua ricerca.

Una lieve traccia neoromantica connota invece le opere d’inclinazione impressionista di Bruna Bertotti Frausin e di Antonietta Revere, che guardano alla natura con marcata sensibilità per la luce. Al filone neoromantico fanno riferimento anche la delicata ricerca cromatica e luministica, cifra prediletta della pittura evanescente di Giulia Noliani Pacor, e la passione per l’acquerello, espressa con naturale talento da Marta Potenzieri Reale. Il filone narrativo è abbracciato oltre che da quest’ultima, anche dalla pittrice d’origine istriana Maria Creglia, la cui ricerca postimpressionista appare ricca di luce e colore così come quella del milanese Carlo Sini. Il tema della natura compare pure nella variegata sperimentazione di Daniela Catalanotti, caratterizzata da un realismo essenziale, sostenuto da vigorosi e convincenti interventi a spatola, da cui scaturisce la luce. D’inclinazione figurativa è pure, nell’opera esposta, la percezione di Adriana De Caro, che ha poi proseguito brillantemente la propria ricerca principalmente in ambito fotografico. Secondo l’indirizzo figurativo si esprimono anche Holly Furlanis, autrice di una pittura di taglio decorativo dal brillante cromatismo, e Luciano Modugno, liberamente e piacevolmente legato ai moduli impressionisti,

D’inclinazione più squisitamente surreale e fantastica appaiono la complessa e significativa allusività di Fulvio Dot, intrisa di preziosi dettagli, mentre un personalissimo linguaggio espressionista caratterizza le opere di Megi Pepeu, Nelda Stravisi, Luciana Costa e di Livio Zoppolato, presenti con interessanti e valide sperimentazioni. La ricerca espressionista si volge all’astrazione con Valentina Cosciani Bonivento, che sostiene il proprio linguaggio con allusioni alla natura essenzialmente simboliste e con i friulani Paola Martinella, dal deciso colorismo segnico, ed Elvio Zorzenon, dall’efficace incisività del segno.

Appartengono infine a una figurazione personalissima Claudio Nevyjel, che firma una pittura vicina all’intensa forza dell’espressionismo tedesco, ricca di tensione segnica e cromatica e vivamente protesa all’affondo psicologico, e Tarcisio Postogna, che lega altrettanto profondamente la propria personale rilettura dell’espressionismo alla lezione quattrocentesca e alla moderna tradizione americana ispirata anche al tema sociale: accomunati da una viva sensibilità per il tema umano, i due pittori sono artisticamente legati a Megi Pepeu e ad Enzo Mari, con cui formano il Gruppo Quadra. A una particolare figurazione che guarda simbolicamente e con arguto divertimento al fumetto, all’illustrazione e al cartone animato - conclude Accerboni - è orientato Guido Zamattio, per anni molto legato alla musica d’avanguardia, mentre l’unica scultura in mostra è firmata dalla londinese Tudor Walters, fomatasi nella città natale e a Parigi: attiva a Roma, dove ha frequentato il capodistriano Oreste Dequel e molti altri prestigiosi scultori, è autrice di una maniera polita ed elegante, che in modo personale racconta l’umano sentire attraverso materiali naturali.