Fulvio Bucelli – La città di Palomar
“Ogni fatto si prestava a essere interpretato e risolto in termini di metamorfosi e incantesimo”
[Italo Calvino, Le Fiabe Italiane]
La Ludoteca Sergio Ban, dopo una serie di esposizioni e residenze artistiche locali, si apre ad un nuovo progetto socio-culturale con una mostra dell’artista romano Fulvio Bucelli.
Comunicato stampa
La personale, nata dall’idea di sostenere il progetto di cortometraggio di animazione Palomar va in città di Fantasmagorie Studio che, presentando una selezione di disegni, mostra scelta tecnica e lavoro sottostanti la realizzazione in immagine del bellissimo soggetto di Paolo Carbone, e ne dà, insieme, sia lo spessore di impegno creativo
sia la portata espressiva. Vengono esposti i fogli sui quali, facendo propria la cifra stilistica di Bucelli, costituita di segni violenti tracciati ora con la grafite, ora con la gomma da cancellare, viene costruito il movimento dell’animazione portando l’artista ad intervenire con nuovi tratti di grafite e nuove cancellature, modificando l’immagine sullo stesso foglio, che viene fotografato dopo ogni
intervento. Fotogramma dopo fotogramma. Ogni movimento lascia una traccia, un alone: la figura viene decostruita e costruita nuovamente, mantenendo nell’immagine i suoi connotati. Senza perdersi o perderla, immane in sé stessa sempre chiaramente riconoscibile. In questo contesto, le irregolarità dei tagli, le sbavature, la grafite talvolta
impastata per i continui ritorni sullo stesso cartoncino, le figure ormai solo accennate, lo sporco sulla carta, ci donano uno spaccato del potente e rigoroso operato dietro alla produzione del corto stesso.
Ogni cartoncino è, pertanto, un punto di arrivo, costruito da continui ritorni, abbandoni progressivi. Ogni
tratto è un “già”, un “dopo”, un “allora”, materiato sul foglio attraverso il lavoro dell’artista, la sua mano, i suoi segni. Il suo tempo. L’impatto è profondamente, nativamente lirico. Il segno porta memoria del gesto da cui proviene, suggestiona chi guarda come una musica, limpida e fluida, un’eco cantata che, riempiendo gli occhi, continua a risuonarci dentro. Ci aiutano ad inquadrare il percorso dell’artista alcune opere precedenti alla collaborazione con Fantasmagorie Studio, nelle quali è evidente la tecnica originale e di grande dinamismo, alla base dell’impostazione di Palomar va in città.