La collezione come forma d’arte
Johan & Levi Editore presenta alla Pinacoteca Agnelli di Torino il nuovo libro del critico Elio Grazioli dedicato al collezionismo quando diventa un’opera d’arte. Sarà presente l’autore.
Comunicato stampa
Da sempre esistono persone che hanno la smania di raccogliere oggetti, in quantità spesso rilevante e talvolta eccessiva per le loro stesse possibilità; oggetti legati tra loro da una qualche relazione, che essi tengono in ordine, o in un disordine relativo e significativo, che si godono appena ne hanno il tempo e l’opportunità: sono i collezionisti. Sono tipi molto diversi tra loro ma diversi soprattutto dagli altri, perché sviluppano al massimo grado un impulso che tutti possediamo e che ci spinge a circondarci di oggetti per noi importanti. Una volta entrati a far parte di una collezione questi non sono più semplici oggetti ma si caricano di una qualità supplementare e valgono in quanto appartenenti a un “mondo a parte”.
Il saggio di Elio Grazioli vuole indagare il collezionismo non tanto quanto fenomeno sostenuto da ragioni economiche quanto espressione di persone che inseguono un’idea, una passione affinché la collezione possa realizzare o esprimere altro. Sono queste collezioni molto vicine a poter essere considerate delle vere e proprie opere d’arte, l’opera propria del collezionista. A partire dalle Wunderkammern, luoghi in cui venivano raccolti tutti gli oggetti “delle meraviglie”, fino agli artisti contemporanei che fanno della collezione il loro linguaggio espressivo o che collezionano oggetti che diventeranno parte o documentazione delle loro opere, Elio Grazioli porta il lettore all’interno di un mondo che rimane per lo più gelosamente custodito e che solo in rare occasioni viene condiviso, proprio quelle in cui la collezione diventa opera d’arte.
Tra gli artisti citati nel volume: Marcel Broodthaers, Fischli & Weiss, Armin Linke, Kartsen Bott, Stefano Arienti, Georges Adéagbo, Louise Lawler, Hans Haacke, Tacita Dean, Jac Leirner, Douglas Huebler, Joseph Cornell.
Elio Grazioli insegna Storia dell’arte contemporanea all’Università e all’Accademia di Belle Arti di Bergamo. Dirige con Marco Belpoliti il semestrale monografico “Riga”. Ha curato diversi volumi di Rosalind Krauss, tra cui: Teoria e storia della fotografia (1996); L’informe. Istruzioni per l’uso (2003),L’inconscio ottico (2008), e ha pubblicato Ugo Mulas (2010), Corpo e figura umana nella fotografia (1998), Arte e pubblicità (2001), La polvere nell’arte (2004).