La Collezione e i nuovi arrivi
Prosegue negli spazi del MACRO la presentazione delle opere della collezione del museo.
Comunicato stampa
In occasione del ciclo espositivo estivo, MACRO presenta un nuovo allestimento della collezione del Museo. Cercando inediti percorsi tra opere esistenti e nuovi arrivi, la collezione del MACRO è esposta in due sale, che danno voce a direzioni, linguaggi e generazioni artistiche differenti.
L’ingresso nella sala bianca al livello 1, è segnato da due opere di Fabio Mauri che offrono un punto di vista ravvicinato su un’estetica che attinge e assorbe le tematiche del presente: comunicazione, attualità, espressività dei materiali e delle idee sono alla base dei lavori del grande artista recentemente scomparso, punto di riferimento per molte delle ricerche più attuali. Al mondo frazionato e diviso di queste straordinarie opere, si affianca l’universo da ricostruire di Rirkrit Tiravanija e dei suoi puzzle “atomici”, che invitano il pubblico a sostare in sala e a divenire parte di un atto creativo per immagini, denso di significati e possibili riflessioni sul destino del mondo.
A restituire gli artisti “Così come sono”, sono invece le foto di Amendola, Catalano, Cattaneo, Franceschini, Migliori e Sereni, protagonisti del progetto Così come sono / The Way They Are, realizzato dal MACRO grazie a UniCredit. Fotografi di generazioni differenti che ritraggono alcune delle figure più significative della contemporaneità, catturandone le espressioni e lo sguardo e dando così una nuova chiave d’accesso, intima e approfondita, alla loro ricerca. A questo progetto si affiancano l’installazione di fotografie in bianco e nero di Tracey Moffatt e l’autoritratto in progress Just Another Story About Leaving di Urs Lüthi: due rappresentazioni diverse della figura umana, colta in una trasposizione agonistica della vita moderna e nella dinamicità del passare del tempo. Alla donazione di Lüthi si unisce quella di Arcangelo Sassolino, le cui carte pressate offrono una riflessione sui processi di creazione della forma e sul “peso” del lavoro umano; dedicato alla ricerca sul canone aureo è invece il grande lavoro a parete donato da Giorgio Griffa, i cui segni dialogano con le forme centripete di Domenico Bianchi. L’individuo allungato e iperbolico della grande opera di Enzo Cucchi si riflette invece nell’universo plasmato dal demiurgo Giulio Paolini. Roma è il soggetto del light-box di Alfredo Jaar, in cui lo scorrere delle acque del Tevere si mescola alla particolare carica luminosa e cromatica della città, intesa come paesaggio umanizzato e possibile spazio di relazioni.
Paolo Grassino, con il riallestimento di Madre, inventa nuove spazialità della sala, immettendovi un’opera simile a un sistema venoso, che emerge dalle pareti e si diffonde nell’architettura, risaltandone tensioni e delineandone possibili sconfinamenti. Il colore, quasi una macchia in espansione, è alla base anche di Omaggio a Rothko di Tano Festa, che accende le passerelle esterne alle sale e dialoga idealmente con la diversa temperatura della grande opera di Marco Tirelli, esposta nel Foyer insieme al fulmine di Gino Marotta, al piombo di Nunzio, alla fotografia en abyme di Giuseppe Pietroniro e a una delle due opere vincitrici del concorso MACROAMICI 2011: il neon Dignity before bread di Claire Fontaine, che illumina lo spazio di accoglienza del museo; mentre l’altra opera vincitrice, Patrons Paper 3/97 di Seb Patane, dialoga con le opere della collezione, per offrire un ulteriore tassello in questo percorso linguistico, tematico e generazionale.
Una delle sale espositive del livello 3 è allestita con una selezione di opere storiche, in cui la vicinanza generazionale degli artisti è più compatta, e la cui geografia è maggiormente focalizzata su Roma. Sul fondo, tre opere di Giulio Turcato dialogano con le sculture di Leoncillo e Lorenzo Guerrini e con le straordinarie Sottilissime di Piero Consagra, recentemente entrate a far parte della collezione del Museo grazie alla donazione dell’Archivio dell’artista. Le pareti sono invece animate dalle vibrazioni di Bice Lazzari - omaggiata da una personale al livello 2 nell’ambito del ciclo MACROradici del Contemporaneo - , dai segni di Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Gastone Novelli e Achille Perilli, e dal colore abitato da curiose presenze dell’opera di Gianfranco Baruchello.
Il nuovo allestimento della collezione è promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali.