La collezione in fiore
Opere della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten.
Comunicato stampa
Nel 2017, tre anni dopo l’apertura del Museo Castello San Materno, la collezione della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten si è arricchita di 21 opere che si sono aggiunte alle 47 già presenti dal 2014, gran parte delle quali esposte in permanenza. Tutte le opere della collezione sono così state definitivamente riunite. La collezione – oltre a prendere in considerazione i maggiori movimenti artistici che hanno segnato la storia dell’arte tedesca tra la fine dell’Ottocento e l’inizio della seconda guerra mondiale – è stata costituita secondo i gusti personali dei coniugi Alten all’insegna dell’armonia. Tra le tematiche iconografiche della collezione si nota infatti una predilezione per i soggetti floreali, particolarmente amati dagli Alten insieme ai paesaggi.
L’allestimento nella sala della ex cappella dedicata a San Materno presenta una selezione di queste opere, tra le quali emergono quelle di Emil Nolde (1867-1956), artista che in collezione è presente con ben 10 acquerelli raffiguranti quasi tutti dei fiori. La maggior parte di questi risale agli anni 1930-1935 ed è rappresentativa della produzione artistica di Nolde nel periodo tra le due guerre, poco prima che la sua arte verrà definita degenerata dal regime nazista. I suoi fiori sono un’esplosione di colori brillanti, che grazie alle sfumature dell’acquerello sembrano confluire l’uno nell’altro. Simili, ma con una tendenza a colori più densi e cupi e a una maggiore astrazione sono le due gouache e il pastello del pittore tedesco Klaus Fußmann (n. 1938), che nel 1972 ha soggiornato per la prima volta sulla costa del Mar Baltico nella regione dello Schleswig-Holstein, dove ha vissuto anche Nolde, ispirandosi similmente alla natura circostante.
I grandi acquerelli di Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976) raffiguranti un mazzo di peonie e un ramo di sorbo sono stati realizzati entrambi intorno al 1930; considerato come Nolde un artista degenerato, il suo stile, pur essendo ancora legato all’espressionismo della prima ora, diventa in quegli anni meno irruente e i suoi colori si fanno più tenui. Nel 1905 Schmidt-Rottluff era stato – insieme ai compagni di studio Ernst Ludwig Kirchner, Fritz Bleyl ed Erich Heckel – tra i fondatori della Brücke ed è oggi considerato come uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo tedesco. Nel 1906 Schmidt-Rottluff stringe amicizia con Emil Nolde, il quale partecipa sia alle mostre della Brücke che a quelle del Blaue Reiter, l’altro polo dell’espressionismo tedesco fondato nel 1911. Tra i fondatori del Blaue Reiter figura Gabriele Münter (1877-1962), il cui Mazzo di fiori estivo, Lana è l’unica tra le opere esposte che risale ai primi anni del Novecento, pur non essendo ancora un’opera pienamente espressionista. Infatti nel 1908 Münter e il suo compagno di vita Vasilij Kandinskij intraprendono un viaggio nel sud del Tirolo soggiornando a Lana, dove dipingono all’aperto in uno stile ancora influenzato dal neo-impressionismo. Nel dipinto esposto sembrano dialogare due linguaggi pittorici: allo sfondo paesaggistico da cui traspare l’impronta dei maestri francesi si sovrappone infatti il monumentale vaso di fiori in primo piano, che lascia intravedere i primi segnali di una sensibilità espressionista.
Ursina Fasani
Michela Zucconi-Poncini
Die Sammlung in Blüte
Werke der Kulturstiftung Kurt und Barbara Alten
Im Jahr 2017, drei Jahre nach der Eröffnung des Museo Castello San Materno, wurde die Sammlung der Kulturstiftung Kurt und Barbara Alten um 21 Werke bereichert, die zu den 47 bereits seit 2014 vorhandenen Werken hinzugekommen sind, von denen die meisten dauerhaft ausgestellt werden. Damit sind alle Werke der Sammlung endgültig vereint worden. Die Sammlung wurde – unter Berücksichtigung der großen künstlerischen Bewegungen, die die Geschichte der deutschen Kunst zwischen dem Ende des 19. Jahrhunderts und dem Beginn des Zweiten Weltkriegs prägten – im Namen der Harmonie nach dem persönlichen Geschmack des Ehepaares Alten zusammengestellt. Bei den ikonographischen Themen der Sammlung zeigt sich eine Vorliebe für das Blumenstillleben, welches vom Ehepaar Alten genauso wie die Landschaftsmalerei besonders geschätzt wird.
Die Ausstellung im Saal der ehemaligen Kapelle San Materno zeigt eine Auswahl dieser Werke, darunter die von Emil Nolde (1867-1956), einem Künstler, der mit 10 Aquarellen, die fast alle Blumen darstellen, in der Sammlung vertreten ist. Die meisten davon stammen aus den Jahren 1930-1935 und sind repräsentativ für Noldes künstlerisches Schaffen in der Zeit zwischen den beiden Weltkriegen, kurz bevor seine Kunst vom Naziregime als entartet diffamiert wird. Seine Blumen sind eine Explosion von leuchtenden Farben, die durch die Verwendung der Aquarellfarben ineinander zu verschmelzen scheinen. Die beiden Gouachen und das Pastell des deutschen Malers Klaus Fußmann (geb. 1938) sind ähnlich, weisen aber eine Tendenz zu dickflüssigeren und dunkleren Farben und zu einer stärkeren Abstraktion auf. Fußmann hat sich 1972 erstmals an der Ostseeküste in Schleswig-Holstein aufgehalten, wo auch Nolde gelebt hat, und hat sich wie dieser ebenfalls von der ihn umgebenden Natur inspirieren lassen.
Karl Schmidt-Rottluffs (1884-1976) große Aquarelle eines Pfingstrosenbundes und eines Vogelbeerzweiges entstanden beide um 1930; wie Nolde als "entarteter Künstler" angesehen, wird sein Stil in diesen Jahren, obwohl noch vom Expressionismus beeinflusst, weniger heftig und seine Farben zarter. Schmidt-Rottluff war 1905 – zusammen mit seinen Kollegen Ernst Ludwig Kirchner, Fritz Bleyl und Erich Heckel – einer der Gründer der Künstlergruppe Brücke und gilt heute als einer der bedeutendsten Vertreter des deutschen Expressionismus. 1906 lernte der Künstler Emil Nolde kennen, welcher sowohl an den Ausstellungen der Brücke als auch an denen des Blauen Reiters teilnahm, der 1911 gegründeten weiteren bedeutenden Vereinigung des deutschen Expressionismus. Zu den Gründern des Blauen Reiters gehörte unter anderem Gabriele Münter (1877-1962), deren Frühlingsstrauß, Lana, das einzige der ausgestellten Werke aus dem frühen 20. Jahrhundert ist, obwohl es noch kein vollständig expressionistisches Werk ist. 1908 begaben sich Münter und ihr Lebensgefährte Wassily Kandinsky auf eine Reise nach Südtirol, wo sie in Lana verweilten und im Freien in einem noch vom Neoimpressionismus beeinflussten Stil malten. Zwei Bildsprachen scheinen in dem gezeigten Gemälde zu dialogisieren: die monumentale Blumenvase im Vordergrund überdeckt teilweise die Landschaft im Hintergrund, in welcher noch der Einfluss der modernen französischen Meister zu sehen ist, und weist gleichzeitig die ersten Anzeichen einer expressionistischen Sensibilität auf.
Ursina Fasani
Michela Zucconi-Poncini