La compagnia dei giovani
La mostra racconta la storia della più importante compagnia teatrale italiana dal dopoguerra ad oggi, “La Compagnia dei Giovani”, e quelle impareggiabili figure della scena che la costituirono: Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri ed Elsa Albani.
Comunicato stampa
La mostra racconta la storia della più importante compagnia teatrale italiana dal dopoguerra ad oggi, “La Compagnia dei Giovani”, e quelle impareggiabili figure della scena che la costituirono: Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri ed Elsa Albani.
Alla Casa dei Teatri di Roma dal 5 luglio al 23 settembre 2012, attraverso documenti inediti, immagini, locandine, manifesti, libri, video e le foto di Tommaso Le Pera, si ripercorreranno le tappe più significative di un sodalizio che per venti anni (1954-1972) incantò il pubblico di tutto il mondo. Per la prima volta, nel teatro italiano del dopoguerra, si videro recitare insieme giovani attori in ruoli da protagonisti che, fino a pochi anni prima, erano stati appannaggio esclusivo di maturi e collaudati interpreti: da Ruggero Ruggeri a Marta Abba, da Gino Cervi ad Andreina Pagnani. Dall'avvento nel 1954 dei "Giovani", la forza di una compagnia teatrale non era più il singolo mattatore, ma la coesione del gruppo.
Parteciparono a molti spettacoli della “Compagnia dei Giovani” artisti eccellenti quali: Tino Buazzelli, Ferruccio De Ceresa, Carlo Giuffrè, Umberto Orsini, Paolo Ferrari, Nora Ricci, Giulia Lazzarini, Rina Morelli, Paolo Stoppa. L'apporto dello scenografo Pierluigi Pizzi e del drammaturgo Giuseppe Patroni Griffi, che scrisse per i “Giovani” la famosa trilogia D’amore si muore, Anima nera e Metti, una sera a cena furono essenziali per l’amalgama e la consacrazione del gruppo.
La “Compagnia dei Giovani” debuttò ufficialmente il 24 dicembre del 1954, al Teatro Valle di Roma, con Lorenzaccio di De Musset e la regia di Luigi Squarzina. Dal 1955, con Gigi di Colette, primo esaltante successo di critica e di pubblico, Giorgio De Lullo divenne il regista ufficiale dei “Giovani” in numerosi allestimenti, tra i quali, memorabili, quelli pirandelliani: dai Sei personaggi al Giuoco delle parti, da L’amica delle mogli a Così è (se vi pare).
Uno dei grandi meriti dei “Giovani” fu la volontà di rappresentare opere della drammaturgia nazionale, scritte appositamente per la compagnia, quali La bugiarda di Diego Fabbri, (composta per Rossella Falk, di eccezionale bravura in tutte e tre le edizioni: 1955, ‘63, ‘71); Il confidente (1964), sempre di Diego Fabbri e la succitata trilogia di Giuseppe Patroni Griffi che contribuì a saldare la frattura esistente tra gli intellettuali e la scena italiana del dopoguerra.
Il rigore, lo stile e la stima reciproca dei “Giovani” non vennero mai meno, nonostante la fine della “Compagnia dei Giovani”, (che si era associata alla ditta Morelli-Stoppa), nel 1972: De Lullo, Valli, Falk, Albani, negli anni successivi, continuarono a recitare insieme.
Una sezione della mostra è dedicata agli spettacoli della nuova “Compagnia dei Giovani”, diretta da Fabio Poggiali, che ha al suo attivo una ventennale collaborazione artistica con Rossella Falk e che ha approfondito la storica compagnia nel volume Sulle orme della Compagnia dei Giovani (Bulzoni editore). Durante il periodo della mostra verranno proiettate le riprese televisive Rai degli allestimenti pirandelliani diretti da Giorgio De Lullo, nonché alcuni recenti audiovisivi realizzati dallo stesso Poggiali.
La mostra - a cura di Fabio Poggiali - è organizzata dall'Associazione culturale Maurizio Poggiali ed è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, da Biblioteche di Roma e da Teatro di Roma, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
In occasione dell’inaugurazione verrà apposto da Poste Italiane un annullo speciale dedicato alla mostra sulla Compagnia dei Giovani.
In un periodo in cui il teatro italiano, inevitabilmente, risente della crisi economica in cui stiamo vivendo, e che, a mio avviso, necessiterebbe di un ricambio generazionale a tutti i livelli, avverto l'esigenza, come artista e come docente, di contribuire a saldare il passato e il futuro del teatro italiano, attraverso il valore della memoria. Non c’è futuro senza memoria e la "Compagnia dei Giovani", per tutto ciò che ha realizzato in venti anni di attività, rappresenta un’immensa eredità culturale per tutti noi. Dall'avvento, nel 1954, della "Compagnia dei Giovani”, per la prima volta, nel teatro italiano del dopoguerra, si videro recitare insieme giovani attori in ruoli da protagonisti e la forza di una compagnia teatrale non venne più espressa dal singolo mattatore, ma dalla coesione del gruppo. Uno dei grandi meriti della compagnia e del regista Giorgio De Lullo, allievo prediletto di Luchino Visconti, fu la volontà di valorizzare opere della drammaturgia nazionale, scritte appositamente per la compagnia, quali: D’amore si muore (1958), Anima nera (1960), Metti, una sera a cena (1966) di Giuseppe Patroni Griffi; La bugiarda, composta per Rossella Falk e portata in scena in tre edizioni (1955, 1963, 1971) e Il confidente (1964), di Diego Fabbri. Le tournèes internazionali degli anni '60 con gli allestimenti dei Sei personaggi in cerca d'autore, e del Giuoco delle parti fecero conoscere ed apprezzare, anche all’estero, il nostro autore teatrale più rappresentativo. Grazie ai “Giovani” e alle regie di De Lullo, con le interpretazioni di Rossella Falk e Romolo Valli, Pirandello non venne più visto sotto l’ottica di un sofistico cerebralismo e intellettualismo, ma valutato prima di tutto come un autore teatrale che esprimeva, meglio di chiunque altro nel ‘900, l’angoscia e le contraddizioni dell’uomo moderno. Il grande regista inglese Peter Brook, ammiratore delle messinscene firmate da Giorgio De Lullo, invitò più volte i "Giovani" a Londra, nel '64 e '65, alla World Theatre Season, per applaudirli nelle mirabili edizioni del Giuoco delle Parti di Pirandello, che fino ad allora, in precedenti allestimenti di altre compagnie, erano stati dei clamorosi insuccessi. Attraverso le magistrali interpretazioni di Romolo Valli, nasceva, nel panorama teatrale di quel periodo, una figura di attore ed intellettuale assolutamente originale. Un artista moderno che - lontano da esibizioni narcisistiche - credeva in un lavoro "d’assieme" e che dimostrò le sue straordinarie capacità, con la collaborazione del regista De Lullo, attraverso la disciplina, lo spirito di sacrificio, il rispetto per il pubblico e la ricerca di un continuo affiatamento con gli altri attori, tutti di alto profilo.
La "Compagnia dei Giovani" rappresenta, per tutto il teatro italiano di oggi, pubblico e privato, un modello a cui ispirarsi. E’ questo lo scopo della Mostra, organizzata dall’Associazione culturale Maurizio Poggiali presso la Casa dei Teatri di Roma Capitale.
Fabio Poggiali