La Famiglia. Io non c’ero
E’ sempre sconvolgente avere a che fare con la famiglia; uno ce l’ha non se la crea, come le amicizie o gli amori; se la trova come un oracolo di Delfi o come una consuetudine. Allora noi abbiamo deciso di mostrare delle opere che sono storie dell’arte italiana dell’altro secolo e di questo secolo dove ognuno interpreta la famiglia.
Comunicato stampa
Sarà inaugurata il prossimo 2 giugno presso la galleria Monserrato Arte ‘900 di Roma l’esposizione La Famiglia. Io non c’ero ideata e curata da Vincenzo Mazzarella e Eros Renzetti.
E’ sempre sconvolgente avere a che fare con la famiglia; uno ce l’ha non se la crea, come le amicizie o gli amori; se la trova come un oracolo di Delfi o come una consuetudine. Allora noi abbiamo deciso di mostrare delle opere che sono storie dell’arte italiana dell’altro secolo e di questo secolo dove ognuno interpreta la famiglia.
Giovanni Albanese è come noi nato nell’unica regione che può essere viva: la Puglia, e realizza un’opera che sarà una sorpresa che neanche i curatori hanno visto.
La famiglia del contadino di Marcello Avenali è un’opera sconvolgente e questo fa capire perché come un artista, oramai dimenticato, possa fare un dipinto straordinariamente pieno di ricordi.
Gisberto Ceracchini è una certezza nella storia dell’arte è così sapientemente naïf da sconvolgerti la mente. Di Fabrizio Clerici presentiamo i suoi ricordi: un album di alcuni degli artisti che l’hanno conosciuto e che hanno lascito una traccia su un suo libro di memorie, da Duilio Cambellotti a Trilussa. E poi è presente l’album originale di …alle cinque da Savinio. D'altronde, nel libro più bello di Savinio, Ascolto, il tuo cuore città Clerici conversa con Savinio. E per ultimo una vera folgorazione è in un disegno escatologico di Clerici dove la famiglia è ridotta a tre presenze, una sedia in levitazione e due teschi. Un quadro solare di Arturo Dazzi mostra delle splendide buzzicone romane, pieno di colore, vive e allegre, la famiglia Biancale. Dipingendo Dazzi è meno stretto nell’osservanza di quando è scultore. Amleto de Santis è un artista dimenticato pure dal Verano. Mostra una vera famiglia che è una rissa tra prostitute; straordinario come un dipinto degli espressionisti tedeschi e funziona come una vera famiglia: se in una vera famiglia si ammazzano anche qui, tra prostitute, altra vera famiglia, si possono massacrare. Pasquale De Antonis mostra una foto della sua famiglia che ti sconvolge come un racconto di Henry James e dei fantasmi che esistono nelle famiglie borghesi. Lino Frongia mostra un padre e un figlio in un colloquio muto. Un quadro dove Frongia è libero pur mostrando la sua qualità di pittore; mischiando Tiziano, Velázquez e angosce sue notturne. Giovanni Grande fa un capolavoro assoluto del realismo magico, Il primogenito, sintesi di tutta la mostra. L’opera rappresenta il figlio e la madre che si odiano evidentemente, entrambi antipatici; ma c’è il cielo e la qualità della pittura così bella. Di Nedda Guidi presentiamo un’opera che si chiama Anfora, sono tre figure e l’idea dell’anfora è come un sarcofago egizio che contiene tutto il bene del mondo che se esce fuori diventa il vaso di Pandora, porta la vita e la morte. Opera in assoluto perfetta come sono perfetti i giorni della nostra vita. Guglielmo Janni rende perfettamente l’idea della famiglia; una bambina abbandonata in mezzo a un ciarpame più o meno lussuoso. Artuto Martini crea un’icona perfetta e la sua Fuga in Egitto è in comunione spirituale con le sculture cicladi, Assiro-Babilonesi e dell’Antelami. La perfezione rende l’idea che la famiglia sei tu.
Con assoluto affetto
Vincenzo Mazzerella
Eros Renzetti
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Artisti esposti:
Giovanni Albanese
Marcello Avenali
Gisberto Ceracchini
Fabrizio Clerici
Arturo Dazzi
Nedda Guidi
Amleto de Santis
Pasquale De Antonis
Lino Frongia
Giovanni Grande
Guglielmo Janni
Arturo Martini