La gloria dell’ombra

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO ZERO11
Via Vittorio Veneto 514 Liceo artistico G. de Chirico, Torre Annunziata, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dalle ore 10.00 alle 14.00,

di pomeriggio su appuntamento.

Vernissage
06/03/2015

ore 18

Generi
fotografia, collettiva

Spazio Zero11, laboratorio delle mostre del Liceo Artistico Giorgio de Chirico di Torre Annunziata, continua il suo percorso nei territori dei linguaggi dell’arte contemporanea, indicando nella ricerca di cinque autori una particolare ma articolata area della fotografia a Napoli.

Comunicato stampa

LA GLORIA DELL’OMBRA
APPARIZIONI DELLA FOTOGRAFIA

ADELAIDE DI NUNZIO
ANNARITA FERRARA
MASSIMO PASTORE
IVAN PIANO
LUISA TERMINIELLO

Opening 6 marzo 2015 ore 18.00
Liceo Artistico de Chirico Torre Annunziata

Spazio Zero11, laboratorio delle mostre del Liceo Artistico Giorgio de Chirico di Torre Annunziata, continua il suo percorso nei territori dei linguaggi dell’arte contemporanea, indicando nella ricerca di cinque autori una particolare ma articolata area della fotografia a Napoli.
La mostra, a cura di Franco Cipriano - con la collaborazione di Raffaella Barbato, Luisa D’Auria e Carlo Mosca, con il coordinamento di Felicio Izzo – è realizzata in collaborazione con Artlante, studi e iniziative per l’arte contemporanea e con Di.St.Urb ( distretto di studi e relazioni urbane). Per l’occasione verrà presentato il terzo fascicolo dei Quaderni ARTE di Spazio Zero11, dedicato alla mostra, con testi di Franco Cipriano, Sara Errico e Felicio Izzo e con la cura grafico-editoriale di Carlo Mosca.
“LA GLORIA DELL'OMBRA”, orizzonte tematico-concettuale nel lavoro di cinque fotografi, intende indicare la ‘apparizione’ della fotografia come esposizione di un’alterità. Non un ‘soggetto’ ma una “questione dell'immagine” emerge con indubbia intensità visiva nelle opere di Adelaide di Nunzio, Annarita Ferrara, Massimo Pastore, Ivan Piano, Luisa Terminiello. Nelle loro opere, il senso si manifesta nell’alterità che ‘doppia’ l’immagine, la inoltra in una dimensione di ambiguità spaziale e di lontananza temporale.
Come in un enigma di identità dei corpi, in una sublimazione della finzione, in un riflesso delle instabilità immaginali, in questi autori, l’opera della fotografia ‘appare’ una dimensione obliqua del senso, che pur nascente con l'immagine ne ‘sospetta’ l’oscillazione come altro da/di sé, sospesa sulla soglia ermeneuticamente ibrida dell’impermanenza. Un’immagine immersa in una controversia di senso che si riflette nell’abisso senza fondo della sua ‘verità’. Fotografia come theatrum delle rifrazioni della memoria, che eccede il lato visibile delle cose, dei corpi, degli spazi - non oltre di essi ma nell’apparire come interrogativa rivelazione della loro ‘ombra’.