La Grande Guerra. L’Italia e il Levante
La mostra, che si inserisce tra le iniziative per le celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, avrà come cardine la politica italiana nel Mediterraneo dalla guerra di Libia al 1923.
Comunicato stampa
Che cosa hanno in comune i destini di Mosul e di Aleppo, i bombardamenti in Siria dei nostri giorni con l’impresa italiana di Tripoli del 1911 e l’occupazione del Dodecaneso l’anno dopo,
con la musica rebetika nata a Smirne, con la fuga dei greci da questa città in fiamme nel 1922, con la regia nave Etna che nel marzo 1920 soccorse in Crimea,
per trasportarli altrove, i russi ‘bianchi’ in fuga dalla rivoluzione ‘rossa’?
Prova a spiegarlo la mostra “La Grande Guerra. L’Italia e il Levante” dal 6 aprile al 6 luglio 2017 all’Archivio Centrale dello Stato, curata da Anna De Pascale insieme a Carlo Maria Fiorentino e con la collaborazione della Marina Militare. La mostra, che si inserisce tra le iniziative per le celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, avrà come cardine la politica italiana nel Mediterraneo dalla guerra di Libia al 1923 e dunque i rapporti tra le grandi potenze per la spartizione dell’Impero ottomano, il ruolo della Grecia e quello dei popoli che facevano parte del variegato scenario medio orientale: curdi, siriani, armeni, arabi, turchi, ebrei solo per citarne alcuni, con i loro riti, religioni, usi e costumi che tanto fascino hanno esercitato su generazioni di viaggiatori. Temi i cui risvolti riempiono ancora oggi le pagine della nostra attualità.
Il percorso si apre con una grande installazione, Treno di Mimmo Paladino, che dall’ingresso accompagna i visitatori fino al salone centrale della mostra. Composta da una serie di sculture e oggetti in terracotta collocati all'interno di numerose gabbie di alluminio disposte lungo il pavimento, l'installazione si presenta come una sequenza di vagoni, un vero e proprio "treno" formato da celle che contengono tracce di storia. Un lungo percorso di guerra e di dolore che conduce ad un approdo di pace e di convivenza civile tra i popoli, con l’opera Mar Mediterraneo – Sedie Love difference di Michelangelo Pistoletto e Juan E. Sandoval. Le sedie sono allineate sul profilo geografico del Mediterraneo, divise a metà dalla linea della costa, assorbono i colori dell’acqua e della terra: su di esse il confine non divide ma collega. E il Mar Mediterraneo diventa punto di partenza per una riflessione sulle differenze.
La narrazione storica proposta dalla mostra passa attraverso documenti poco noti ai non addetti ai lavori: relazioni contenute nei rapporti diplomatici, note interne della Presidenza del Consiglio dei Ministri, appunti personali dei protagonisti politici e soprattutto materiale cartografico (ricchissima è la collezione di piante, disegni, schizzi nel fondo della Guerra Europea), fotografico, oggetti, armi, disegni e filmati. Testimonianze queste che renderanno il percorso di facile comprensione al visitatore, attraverso oggetti che sono simboli del passato.