La guerra che verrà non è la prima 1914-2014
La mostra La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014 realizzata con il Patrocinio della Presidenza dei Ministri – Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti.
Comunicato stampa
"La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente."
Bertolt Brecht
La mostra La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014 realizzata con il Patrocinio della Presidenza dei Ministri – Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti.
La mostra è un progetto a cura del Mart, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che si è avvalso della collaborazione di esperti di storia e arte contemporanea.
Attraverso lo sviluppo di contributi complementari fra loro, l’esposizione si allontana dalla semplice riflessione sulla storia e offre uno sguardo più complesso sull’attualità del conflitto, ancora oggi al centro del dibattito contemporaneo.
La Prima guerra mondiale, di cui ricorre il Centenario, tra gli eventi più drammatici e significativi della modernità, rappresenta dunque il punto di partenza di un’indagine più ampia che attraversa la storia del XX secolo per arrivare ai conflitti dei nostri giorni.
Il Mart si misura con il più difficile, travagliato e scabroso dei temi, facendosi carico non solo del racconto della storia, ma anche dell’esposizione articolata di alcune delle verità che lo contraddistinguono. Questo progetto ha richiesto e richiede non solo oggettività e distanza ma partecipazione e chiarezza.
Non basta non volere la guerra e desiderare la pace.
La mostra sviluppa il tema adottando molteplici punti di vista e toccandone anche gli aspetti più sensibili, delicati e talvolta controversi. Il percorso espositivo lascia emergere l’evento come risultato di una composizione narrativa in cui l’arte si confronta con la storia, la politica e l’antropologia.
Ricorrendo a una sorta di complesso montaggio tematico e temporale, l’esposizione evita di seguire un preciso filo cronologico, dimostrando – tramite inediti accostamenti e cortocircuiti semantici – come tutte le guerre siano uguali e, allo stesso tempo, come ogni guerra sia diversa.
Installazioni, disegni, incisioni, fotografie, dipinti, manifesti, cartoline, corrispondenze, diari condividono gli oltre tremila metri quadrati del piano superiore del Mart e si misurano con sperimentazioni artistiche più recenti, installazioni sonore, narrazioni cinematografiche: documentari originali, video e film. Esposti in mostra anche molti reperti bellici impiegati nella Prima guerra mondiale.
Il progetto allestitivo, realizzato da Martí Guixé, traduce le due anime, storica e contemporanea della mostra, costruendo un palinsesto che tiene insieme follia, disordine ritmo, luce e speranza.
La mostra presenta alcuni capolavori storici provenienti dalle collezioni del Mart fra i quali opere di Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Fortunato Depero e Gino Severini. Una lunga serie di prestigiosi prestiti nazionali e internazionali provenienti da collezioni pubbliche e private e gallerie completa il progetto.
Numerose, inoltre, le opere di artisti che hanno vissuto il dramma della Grande guerra, la lista comprende, oltre ai già citati maestri dell’avanguardia italiana, Max Beckmann, Marc Chagall, Albin Egger-Lienz, Adolf Helmberger, Osvaldo Licini, Arturo Martini, Pietro Morando, Mario Sironi ed è integrata dai lavori di registi dell’epoca come Filippo Butera, Segundo de Chomón, Abel Gance. Tra gli artisti impegnati direttamente nel conflitto, un approfondimento è dedicato al fotografo cecoslovacco Josef Sudek.
In mostra è la guerra non solo come esperienza vissuta in prima persona, ma anche come pensiero ricorrente nella ricerca di molti artisti tra cui Lida Abdul, Enrico Baj, Yael Bartana, Sandow Birk, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Pascal Convert, Gohar Dashti, Berlinde De Bruyeckere, Paola De Pietri, Smadar Dreyfus, Harun Farocki, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Alfredo Jaar, Magdalena Jetevola, William Kentridge, Mateo Maté, Fabio Mauri, Adi Nes, ORLAN, Sophie Ristelhueber, Martha Rosler, Thomas Ruff, Anri Sala, Paolo Ventura, Artur Żmijewski.
A cura del Mart
con
Saretto Cincinelli, critico e curatore
Gustavo Corni, professore di Storia contemporanea, Università di Trento
Diego Leoni, Laboratorio di storia, Rovereto
Marco Mondini, coordinatore scientifico del progetto triennale “La prima guerra mondiale 1914-1918” FBK - Università di Trento.
Paolo Pombeni, direttore Istituto Storico Italo-Germanico, Trento
Fabrizio Rasera, presidente dell’Accademia degli Agiati di Rovereto
Gabi Scardi, critico e curatrice
Camillo Zadra, provveditore del Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto
Coordinamento
Nicoletta Boschiero, Denis Isaia
con Ilaria Cimonetti