La logica dell’approssimazione nell’arte e nella vita

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DELLA PERMANENTE
Via Filippo Turati 34, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a domenica 10.30-20-30 ; lunedì chiuso

Vernissage
01/04/2016

ore 12 su invito

Editori
SILVANA EDITORIALE
Artisti
Marcel Duchamp, Piero Manzoni, Gabriele Basilico, Arnaldo Pomodoro, Ugo Mulas, John Cage, Mario Botta, Renzo Piano
Curatori
Gillo Dorfles, Aldo Colonetti
Generi
architettura, arte contemporanea, collettiva

L’allestimento, disegnato da Blumerandfriends, sarà un’esperienza multisensoriale che definisce una sorta di percorso all’interno dell’“approssimazione”: un’installazione giocata sulla geometria frattale (triangoli di Sierpinsky) e sui riflessi; uno strumento artificiale per approssimare la complessità grafica della natura in un gioco di riflessi fino al paradosso della perdita di confini.

Comunicato stampa

A cura di Aldo Colonetti e Gillo Dorfles

Progetto e realizzazione dell’allestimento

Blumerandfriends Riccardo Blumer, Matteo Borghi, Claudia Broggi, Tommaso Alessandrini

2 APRILE – 12 SETTEMBRE 2016

La Permanente sarà una delle sedi ospitanti della XX1 Triennale “21st Century. Design After Design”. Tra le esposizioni che potrete vedere ci sarà la mostra intitolata La logica dell’approssimazione, nell’arte e nella vita.

“Viviamo in mezzo all’approssimazione, diremmo quasi che senza approssimazione la nostra vita diventerebbe impossibile, e ancora maggiormente la nostra arte”; così scriveva Gillo Dorfles a margine del famoso convegno, organizzato in Triennale nel 1951, dedicato a “La Divina proporzione”, dove erano presenti, tra gli altri, Le Corbusier, Giedon, Rogers, Nervi e Zevi.

Cosa è cambiato oggi, rispetto a questa affermazione, che già era al centro delle ultime riflessioni di Platone, quando affronta il tema della relazione tra la perfezione dell’Idea e il mondo della realtà, nella famosa “Settima Lettera”, una sorta di testamento filosofico: senza la competenza del fabbro, non avremmo mai la ruota, certamente non perfetta come l’idea della ruota, ma è la nostra condizione conoscitiva.

Trasformazioni produttive, nuovi materiali, soprattutto tecnologie che cambiano il nostro modo di vedere e progettare il mondo: da sempre Gillo Dorfles, dagli anni ’60 ad oggi ha messo al centro della sua ricerca la relazione tra la dimensione estetica, da un lato, e l’esistenza reale e empirica delle “cose”, dall’altro lato, da cui è necessario partire per disegnare il “nuovo”.

Approssimazione, quindi come valore sul quale si fondano i diversi linguaggi espressivi, dalle arti visive al design, architettura, moda, musica, letteratura, fino ad arrivare alla cucina:saranno esposti opere e oggetti che da sempre accompagnano la nostra esistenza quotidiana.
L’allestimento, disegnato da Blumerandfriends, sarà un’esperienza multisensoriale che definisce una sorta di percorso all’interno dell’“approssimazione”: un’installazione giocata sulla geometria frattale (triangoli di Sierpinsky) e sui riflessi; uno strumento artificiale per approssimare la complessità grafica della natura in un gioco di riflessi fino al paradosso della perdita di confini.
In mostra vi sono opere, tra gli altri, di Marcel Duchamp, Piero Manzoni, Arnaldo Pomodoro, Gabriele Basilico, Ugo Mulas, progetti di Mario Botta, Giancarlo Iliprandi, Alberto Meda, Renzo Piano, Denis Santachiara, Studio Azzurro, alcuni prodotti di Elio Fiorucci, fino ad arrivare a un inedito di John Cage, accanto alla ricetta originale del famoso riso con la foglia d’oro di Gualtiero Marchesi.

Ma anche la nostra vita quotidiana è organizzata intorno ad oggetti, apparentemente banali, forse approssimativi, ma fondamentali per vivere. Alcuni di questi oggetti, individuati da Blumerandfriends, sono in mostra: dal semplice metro alla matita, dal Post-it alla scopa, fino ad arrivare alla famosa falce, sulla quale Enzo Mari, in tempi non sospetti, ha lavorato come una sorta di entomologo.
Scienza e progetto hanno sempre lavorato nel segno dell’approssimazione; come scrive Alexandre Koyré, ”tutte le macchine del XVI e XVII secolo, con le quali si è sviluppata la rivoluzione scientifica, sono state concepite e realizzate a occhio e croce”.
“La logica dell’approssimazione” consente, soprattutto oggi, l’evoluzione degli oggetti quotidiani, ma anche i nuovi linguaggi dell’arte.
L’imperfezione mette la base per una futura, progressiva ricerca infinita della “perfezione”: l’estetica delle cose da sempre è fondata su questo principio, in quanto rimette al centro il ruolo determinante della persona.
La mostra è accompagnata da un doppio catalogo (Silvana Editoriale), in italiano e in inglese: una sorta di dizionario che affronta le discipline progettuali dal punto di vista
dell’approssimazione.