La memoria del mare
Attraverso le fotografie di Alessandro Brasile e di Mattia Insolera la mostra racconta un luogo unico: il Museo della Memoria del Mare di Zarzis, in Tunisia.
Comunicato stampa
Dal 3 al 7 luglio 2013 la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la mostra La memoria del mare. Oggetti migranti nel Mediterraneo, a cura di Anna Chiara Cimoli. Attraverso le fotografie di Alessandro Brasile e di Mattia Insolera la mostra racconta un luogo unico: il Museo della Memoria del Mare di Zarzis, in Tunisia. Qui - nel giardino della propria abitazione - Mohsen Lihidheb ha raccolto per anni tutto quello che il mare ha lasciato sulla battigia: oggetti appartenenti al mondo naturale, ma anche tracce delle migrazioni verso l’Europa. Reperti poveri ma preziosissimi, che Mohsen ha onorato trasformandoli in installazioni, e continuando a interpellarli nel tempo. Parallelamente viene proiettato il documentario Il postino del Mediterraneo, di Giulia Ardizzone e Kami Fares, dedicato al lavoro di Mohsen e al suo museo.
Il progetto è stato selezionato nell’ambito di IDEE MIGRANTI: Concorso per installazioni-performanceincontri organizzato dal Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma, che ha ospitato la mostra nel dicembre 2012. Nel mese di febbraio, inoltre, l’esposizione è stata allestita presso il Galata - Museo del Mare e delle Migrazioni di Genova.
L’idea originaria della mostra nasce nell’ambito di MeLa*-European Museums in an age of Migrations, una ricerca finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro, e coordinato dal Professor Luca Basso Peressut del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano. Adottando la nozione di “età delle migrazioni” come paradigma della società contemporanea, MeLa* indaga l’evoluzione dei musei europei con l’obiettivo di definire nuove pratiche, strategie, modelli museologici e museografici che possano potenziarne il ruolo nel configurare nuovi orizzonti, saperi e identità in un’Europa multiculturale.
Info: www.mela-project.eu
La mostra si svolge a Bergamo con il supporto del progetto europeo EUBORDERSCAPE. Bordering, Political Landscapes and Social Arenas: Potentials and Challenges of Evolving Border Concepts in a post- Cold War World, in concomitanza con la Conferenza internazionale - European Border Studies Conference ‘Mapping Conceptual Change in Thinking European Borders’ (3-5 luglio 2013, Sede Universitaria di Sant’Agostino e Pignolo), organizzata dal Centro di Ricerca sulla Complessità (Ce.R.Co.) dell’Università degli Studi di Bergamo in collaborazione con la University of Eastern Finland nell’ambito del progetto EUBORDERSCAPES. Il progetto EUBORDERSCAPES, al quale il Centro d’Ateneo bergamasco sulla Complessità partecipa, è finanziato nell’ambito del 7° Programma Quadro (7PQ) dalla Commissione Europea.
In occasione della mostra, sabato 6 luglio alle ore 15:00 la GAMeC ospiterà un incontro basato su dialoghi che hanno come tema la memoria del viaggio e degli oggetti che cristallizzano questa memoria. Il format è preso a prestito, con ironia, dallo speed-dating: incontri brevi ma densi, che permettono a ciascuno di entrare in diretto contatto con tutti i partecipanti. Si fa un gran discutere di migrazioni, infatti, ma non è così scontato incontrare veramente le persone al di fuori dei propri ruoli, dei discorsi istituzionali, delle semplificazioni. I protagonisti sono i migranti che hanno storie di viaggio da raccontare e che, rileggendole, le attualizzano e le trasformano: non materia inerte, fissa per sempre nel passato, ma memoria malleabile che può essere interpretata alla luce della vita presente e dei progetti futuri. Tutti sono chiamati ad essere protagonisti: a turno si parla e si ascolta. Ognuno, infatti, ha una storia di viaggio da raccontare, e degli oggetti - fisici o immateriali - che rimandano a quel viaggio, e al significato che ha per ciascuno. Non si tratta di esotismo o di folclore: al contrario, in modo informale, si incontra e ci si lascia incontrare intorno a un tema che accomuna.
Ciascuno è invitato a portare con sé un oggetto che evoca un viaggio importante (che si tratti di un viaggio nello spazio, o di altro tipo: umano, personale, affettivo, professionale, …). Questi oggetti verranno esposti alla GAMeC, solo per il pomeriggio, andando a comporre una piccola
collezione pop-up, e verranno poi restituiti ai proprietari.