La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2016
Il percorso espositivo – allestito alla Palazzina dei Giardini – racconta il delicato passaggio tra passato e futuro vissuto dal Paese, mostra lo scarto tra radicate eredità culturali e l’invenzione di un’arte nuova, e rivela un tratto deciso e autonomo, piena espressione della Polonia post-socialista di oggi.
Comunicato stampa
La Galleria civica di Modena inaugura il prossimo 19 marzo alle 18.00 "La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2016", mostra a cura di Marinella Paderni, prodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, realizzata in collaborazione con l'Istituto Polacco di Roma e allestita alla Palazzina dei Giardini fino al 5 giugno 2016.
Quindici autori selezionati – sulla scorta di tre generazioni di artisti polacchi nati tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Ottanta – presentano fotografie, pittura, collage, performance, sculture, disegni, installazioni e video.
Il percorso espositivo racconta il delicato passaggio tra passato e futuro vissuto dal Paese, mostra lo scarto tra radicate eredità culturali e l’invenzione di un’arte nuova, e rivela un tratto deciso e autonomo, piena espressione della Polonia post-socialista di oggi.
La ricerca di un’identità nel presente, che rappresenti anche la promessa del futuro, è il leitmotiv della mostra: "La memoria finalmente", titolo di una poesia scritta da Wisława Szymborska, scrittrice polacca premio Nobel per la letteratura nel 1996.
A 27 anni dall’indipendenza democratica, la Polonia è diventata la culla di un rinascimento culturale senza precedenti, humus di quelle istanze storiche che hanno plasmato l’Europa del secolo scorso, tra traumi, rimozioni e ricostruzioni.
Spartita dalla fine del '700 sino ai primi del '900, tornata indipendente tra 1918 e 1939, la nazione fu travolta e distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale, alla cui conclusione divenne un paese del blocco socialista sovietico.
Storico e strategico crocevia tra Est e Ovest, è divenuta un osservatorio privilegiato dei fenomeni politici e culturali europei, coniugando, spesso suo malgrado, istanze e differenze dei due poli estremi del nostro continente.
L’inizio dell’era post-socialista e l’ingresso del capitalismo hanno segnato un confine culturale tra passato e futuro.
La libertà ritrovata ha rappresentato la promessa del futuro senza il pericolo di cadere nelle trappole della rimozione e della perdita di memoria.
La scena artistica contemporanea ha contribuito in maniera incisiva a questo rinascimento culturale anche grazie a una riflessione critica attenta tanto al passato quanto al presente, capace di generare la consapevolezza necessaria per giungere alla costruzione di nuova identità.
Critical Art e New Documentalists sono alcuni dei fenomeni artistici principali sorti tra gli anni Novanta e gli anni Duemila che si sono fatti carico di affrontare schiettamente il tema delicato della memoria, gli effetti del capitalismo e della globalizzazione impiantati su una storia di totalitarismi, l’essere e il divenire della società polacca.
La mostra sarà corredata da un catalogo bilingue (italiano e inglese), edito da Silvana Editoriale, con apparati iconografici e biografici degli artisti oltre ad una serie di contributi critici a firma della curatrice Marinella Paderni, del filosofo polacco Andrzej Leder e della storica d'arte contemporanea Joanka Zielinska, curatrice presso il Museo d'Arte Contemporanea di Varsavia.
Gli artisti presenti in mostra: Paweł Ałthamer (1967), Ewa Axelrad (1984), Mirosław Balka (1958), Michał Budny (1976), Michał Grochowiak (1977), Nicolas Grospierre (1975), Anna Molska (1983), Paulina Ołowska (1976), Agnieszka Polska (1985), Wilhem Sasnal (1972), Slavs and Tatars (2006), Monika Sosnowska (1972), Iza Tarasewicz (1981), Aleksandra Waliszewska (1976), Jakub Woynarowski (1982).
Nella foto: Michał Grochowiak - dalla serie “Silence”, Untitled (Ola), 2007